“Mank“, un colossal nello stile Hollywood.
Candidato agli Oscar non una vola volta, ma ben dieci.
Ovviamente come miglior film, ma poi anche come miglior regia, miglior attore, miglior attrice non protagonista, miglior fotografia, miglior colonna sonora, miglior scenografia… insomma il migliore.
Mank è uno di quei film definiti bioptic, infatti parla dello sceneggiatore Herman Mankiewicz, detto Mank. Ma non solo racconta anche dell’industria del cinema in un momento di crisi, la crisi del ’30; parla di un passaggio dal muto al sonoro e della nascita di un film che rappresentò una svolta, parla di personaggi che sono ormai storia, mito della storia del cinema.
La trama di Mank
1940: Orson Welles, giovanissimo e già gran talento teatrale, stringe un contratto con la RKO senza precedenti, dove ha carta bianca su tutto soggetto e collaboratori.
Welles commissiona a Herman Mankiewicz la sceneggiatura del suo primo lungometraggio.
Welles, per essere sicuro che Mank scriva senza distrazioni ed in tempi brevi, lo manda a soggiornare a Victorville, California, nel mezzo del deserto del Mojave.
Poiché Mank è momentaneamente semi immobilizzato a causa di un incidente ed inoltre con grossi problemi di alcolismo, viene affiancato da due assistenti: Fräulein Frieda che gli fa da infermiera e Rita Alexander che sarà la sua segretaria e trascrittrice.
Mank prende spunto da ricordi ed eventi che lo hanno visto spesso ospite del magnate Hearts e al servizio del capo della MGM Louis Mayer per creare la sceneggiatura del film che sarà “Quarto potere”.
Per prima alla sua segretaria Rita, ma poi anche a tutti quelli che leggeranno la sceneggiatura appaiono evidenti le similitudini tra i personaggi della storia e persone reali, in particolare il protagonista negativo ricorda molto il magnate William Randolph Hearst.
Questo creerà attriti, rifiuti, tentativi di osteggiare l’opera. Tutto questo non farà altro che convincere Mank di aver scritto la sua miglior sceneggiatura e quindi rivendicherà con Orson Welles il diritto di porre anche la sua firma (cosa che non era mai accaduta prima).
Accetterà Wells o andranno allo scontro?
Cast di Mank
Gary Oldman (Herman Mankiewicz): prima di diventare sceneggiatore era stato corrispondente da Berlino e poi critico teatrale e anche drammaturgo. Noto per il suo umorismo, aveva un notevole talento per la scrittura dei dialoghi. Personaggio problematico ed autodistruttivo, con problemi di alcolismo, che lo porterà ad una morte precoce, e con il gioco.
Amanda Seyfried (Marion Davies): giovane attrice trentenne, amante ufficiale di Hearst.
E’ amica di Mank e nonostante possa apparire la solita amante giovane, bionda e stupida, è invece una donna con i piedi per terra e con una grande influenza sul suo anziano amante.
Tom Burke (Orson Welles): il più giovane e straordinario talento di Hollywood. Per la maggior parte del film è una voce che detta ordini per telefono. Appare come un giovane, senza dubbio di talento, ma arrogante e pieno di se. Sembra pronto ad attribuirsi tutti i meriti della sceneggiatura…
Altri interpreti: Lily Collins (Rita Alexander), Tom Pelphrey (Joseph Mankiewicz), Arliss Howard (Louis B. Mayer), Charles Dance (William Randolph Hearst), Sam Troughton (John Houseman), Tuppence Middleton (Sara Mankiewicz), Ferdinand Kingsley (Irving Thalberg), Joseph Cross (Charles Lederer), Monika Gossmann ( Fräulein Frieda), Toby Leonard Moore (David O. Selznick), Leven Rambin (Eve Metcalf, moglie di Shelly), Bill Nye (Upton Sinclair), Jeff Harms (Ben Hecht).
Il trailer di Mank
Dove vedere Mank
Ecco il link per vedere “Mank” su Netflix.
La nostra recensione

Molto preciso ed accurato nella ricostruzione degli ambienti e nella precisione della caratterizzazione dei personaggi.
Bello l'uso del bianco e nero come un film dell'epoca, ma con i ritmi dei film dei giorni nostri.
E' fortemente consigliato, prima di vedere questo film, rivedere (o vedere) il film "Quarto potere" e fare un rapido ripasso dei personaggi Hollywoodiani rappresentati nel film.