In lettura
La vita davanti a se – Il ritorno della grande Sophia
Scuro Chiaro

La vita davanti a se – Il ritorno della grande Sophia

La vita davanti a se: ancora una volta un grande romanzo che ispira registi di epoche diverse

La vita davanti a se è un romanzo di Emile Ajar (pseudonimo di Roman Gary) pubblicato nel 1975.

La vita davanti a se diviene già nel 1977 un film con la regia di Moshé Mizrahi, l’interprete della protagonista, madame Rosà, sarà una strepitosa Simone Signoret che con questo film vincerà l’Oscar.

La vita davanti a se torna oggi sugli schermi della piattaforma Netflix, ambientata in una Bari dei giorni nostri con una interprete d’eccezione Sophia Loren.

LA TRAMA

La vita davanti a se parte dalle scene quasi finali del film  per narrare la storia  di Madame Rosà, un anziana donna, ebrea sopravvissuta ai campi di concentramento, ex prostituta, che nel momento che non ha più potuto esercitare la “professione”, cerca di tirare avanti dando accoglienza a bambini, figli di prostitute, in una sorta di casa famiglia autogestita.

Tra i suoi piccoli ospiti, viene introdotto dal suo amico e medico, il dottor Cohen, il piccolo Momò di origini senegalesi

Di questo nuovo giovane inquilino di Madame Rosà, non sappiamo molto.

Attraverso alcune frasi del dottor Cohen ed anche del ragazzino, si capisce che è migrato giovanissimo dal suo paese e che c’è stata una evento sanguinoso e lui è rimasto orfano.

Momò è in carico alle cure del dottore che si accorge di non riuscire a seguirlo come avrebbe bisogno.

Venuto a conoscenza che Momò ha scippato una anziana signora, si tratta proprio di Madame Rosà e approfittando dell’occasione di riportare la refurtiva e chiedere scusa,  propone a Madame Rosà di occuparsi lei del ragazzino.

Ovviamente gli avvii di questa relazione e di questa convivenza, anche con gli altri due piccoli ospiti, è abbastanza burrascosa e litigiosa.

Ma gradualmente si fa strada la conoscenza e la comprensione.

Il bisogno di affetto e di avere una famiglia prevalgono sulla rabbia e il senso di abbandono e solitudine.

 Momò e Madame Rosà capiscono che pur con età diverse e storie diverse, sono molto più simili e vicini di quanto pensassero.

E alla fine si crea un legame solido che farà si che Momò divenga a sua volta colui che si prenderà cura di Rosà e l’accompagnerà nel suo ultimo tratto.

Sofia Loren filming “Una Vita Davanti a Sè” in Bari, directed by son Edoardo Ponti. 04 Jul 2019 Pictured: Sofia Loren, Edoardo Ponti. Photo credit: Oliver Palombi / MEGA TheMegaAgency.com +1 888 505 6342

Momò riceverà in dono da questi incontri, non solo da Madame Rosà ma anche dal dottor Cohen e da un negoziante arabo Hamil che gli fa un po’ da tutor, la possibilità di fare delle scelte e di non essere in balia di un mondo di adulti che potrebbe solo usarlo.

REGISTA ED ATTORI

Edoardo Ponti, il figlio di Sofia Loren e Carlo Ponti, è il regista di questo film che è una produzione originale di Netflix con Palomar.

E’ stato un atto di coraggio ed una grande sfida da parte sua, scegliere di sceneggiare un grande romanzo che è stato vincitore del premio Goncourt.

Un romanzo che, oltre tutto, era già stato portato in scena da Moshé Mizrahi ed aveva anche già vinto un Oscar.

«Essendo un libro molto bello non volevo lasciare fuori neanche una pagina. Abbiamo deciso di focalizzare l’attenzione sul rapporto di amicizia tra Madame Rosa e Momò, che è bellissimo, sono due esseri che si somigliano nonostante le grandi differenze» (Edoardo Ponti)

Per riproporre un film ed un tema che avevano già avuto così importanti riconoscimenti, ci voleva un attrice che non temesse confronti con la grande Simone Signoret che interpreto Madame Rosà.

Per fortuna Sophia Loren, a 10 anni dall’ultimo suo film, ha accettato di tornare sulle scene per interpretare questo personaggio che tocca tutte le sue corde più caratteristiche.

E’ una splendida Sophia, giusta misurata, piena di cuore e di buon senso, in grado di emozionare anche solo con uno sguardo.

Già si mormora che questa sua interpretazione la candiderà nuovamente agli Oscar.

Sarebbe pienamente meritato.

Forse ti potrebbe piacere anche…
nycanta 2024

Accanto a lei ci sono attori di fama e spessore come Renato Carpentieri nella parte del dottor Cohen (anche lui vincitore di David di Donatello e Nastri d’Argento per interpretazioni intense), Abril Zamora, che interpreta Lola, attrice, sceneggiatrice e regista, divenuta famosa per la serie spagnola Vis aVis.

C’è poi il giovane Ibrahima Gueye, al suo debutto, nella parte del piccolo Momò.

Molto bravo nel mostrare i lati teneri di piccolo ragazzino solo al mondo ed i lati più oscuri di rabbia e freddezza.

Una nota anche per la colonna sonora firmata da Gabriel Yared e alla canzone Io sì (Seen), cantata da Laura Pausini che è un brano veramente toccante che riesce a riassumere il cuore del film.

CONCLUSIONI

Il film ha tutti gli elementi giusti per piacere a diverse fasce di spettatori.

La storia  è una storia di poveri, di persone che vivono ai margini della storia, che non vengono mai viste, ma che hanno come tutti bisogno di amore, di persone amabili che le affianchino, di sicurezze e punti stabili della vita.

Il romanzo è del 1975, ma si adatta perfettamente ad essere ambientato ai giorni nostri.

Non è casuale l’accenno ai “Miserabili” di Victor Hugo che vengono citati negli incontri di Momò con il negoziante Halim, ma anche a voler ben guardare nell’ evento iniziale, promotore della storia, lo scippo “di due candelabri d’argento”!

Non è casuale dicevo, anche qui c’è un piccolo mondo di miserabili e di miserie.

Anche qui c’è cuore, bontà e dignità.

Anche qui c’è tanta emozione, uno sguardo di speranza, un possibile, piccolo accenno di lieto fine.

Qual è la tua reazione?
Excited
0
Happy
0
In Love
0
Not Sure
0
Silly
0
Vedi i commenti (3)

Rispondi

La tua mail non sarà resa pubblica.

© 2020 Dejavu. All Rights Reserved.

Torna a inizio pagina