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Borat is back: torna dopo 14 anni e si riaccendono le polemiche
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Borat is back: torna dopo 14 anni e si riaccendono le polemiche

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Borat – il seguito del film al cinema. Situazioni improbabili, folli e scandali.

Borat è uno dei tanti personaggi di Sacha Baron Cohen; attore e comico britannico.

Borat è stato il protagonista di un primo film, o meglio “film cinema”, nel tentativo di riprodurre l’inglese stentato del protagonista, uscito ormai 14 anni fa.

Borat Sagdiyev è un giornalista televisivo kazako, nel primo film aveva l’incarico di registrare le usanze degli americani a cura del ministero dell’informazione del suo paese.

Cohen fin da quel suo primo film ha combinato gag e parti scritte da lui con parti in cui venivano coinvolte persone ignare che si stesse girando un film comico.

Già nel primo Borat il personaggio si presenta, stigmatizzando così i suoi presunti connazionali, retrogrado, misogino e antisemita.

LA TRAMA

Dopo quattordici anni ai lavori forzati in un gulag per il disonore arrecato al suo Paese con il suo primo film, il giornalista kazako Borat Sagdiyev viene incaricato dal suo presidente di ingraziarsi il presidente degli Stati Uniti Donald Trump regalando al suo vice Mike Pence la più grande star del Kazakistan: Johnny la scimmia.

Borat ritorna negli States, ma, una volta arrivato il cargo con il quale doveva arrivare il primate, scopre che al suo interno vi è sua figlia Tutar, che ha seguito di nascosto il padre per poter coronare il suo sogno: trovare un ricco uomo che la renda felice come Trump ha fatto con la sua Melania.

Borat decide quindi di regalare Tutar a Pence per compiere la sua missione.

Seguendo i consigli di una influencer, Borat decide di “modificare” Tutar in modo da rispecchiare la moda americana e avvicinano così Pence ad una convention repubblicana, ma non hanno successo. Borat decide allora di dare la figlia ad un altro collaboratore di Trum, Rudolph Giuliani e per renderla più appetibile vuole sottoporla ad un intervento di chirugia plastica, ma nel frattempo Tutar entra in contatto con delle donne americane e si rende conto di essere stata plagiata da un enormità di menzogne sulle donne e sul mondo e decide di pensare ed agire autonomamente e abbandona il padre.

Borat, momentaneamente solo e disperato cerca una soluzione. Nel mentre vengono indette le misure di confinamento a causa della pandemia da COVUD 19.

Borat ospitato da due attivisti di QAnon, Grazie a loro riesce a rimettersi in contatto con la figlia, la quale riesce, per salvare il padre dalla pena capitale, a farsi adescare da Rudy Giuliani. All’ultimo Borat farà saltare l’intervista per salvare la figlia e rientra in patria con lei.

E’ qui che Borat scoprirà di essere stato usato per degli scopi di vendetta del suo presidente.

Borat e Tutar ne approfitteranno per introdurre straordinari cambiamenti nel loro paese

MOCKUMENTARY: DIFFICOLTA’ E CURIOSITA’

Il mockumentary è un espediente satirico/parodistico.

Si tratta di un film di finzione che ricalca lo stile e la narrazione del documentario, ma con intenti parodici o satirici.

Si alternano brani di gaga con sceneggiatura e recitate dagli attori a parti che sono un mix tra “Scherzi a parte” e “ Specchio segreto”. Incursioni degli attori in situazioni reali con personaggi ignari di essere ripresi o comunque di far parte di  un film comico.

Così ecco che Cohen, nei panni di Borat a sua volta travestito da Trump fa incursione in un comizio repubblicano di Mike Pence.

Così anche l’incontro di Tutar con l’influencer  Macy Chanel  ed il dialogo che ne segue (abbastanza inquietante) su come sedurre gli uomini e sulla conseguente immagine di donna che viene trasmessa è del tutto reale e spontaneo.

La stessa Macy Chanel ha confermato di essere all’oscuro di tutto e di essersi stupita di ritrovarsi nel film.

Stessa tecnica nell’episodio dove passa alcuni giorni del lockdown a casa dei cospirazionisti.

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Così ha commentato l’esperienza Cohen:

“La cosa più difficile che ho fatto è stata restare nel personaggio per cinque giorni in una casa in lockdown. Mi svegliavo, facevo colazione, pranzo, cena, e andavo a dormire come Borat mentre vivevo in casa con i cospirazionisti. Non potevo permettermi di uscire dalla parte nemmeno un momento.”

Infine l’episodio dell’intervista a Rudy Giuliani, l’ex – sindaco di New York, che si conclude cogliendo il personaggio in atteggiamenti a dir poco equivoci.

Qui Sacha Baron Cohen, ormai molto riconoscibile e temuto nei panni del personaggio Borat, come viene sottolineato anche all’inizio del film, si appoggia alla nuova  e spigliatissima attrice comica Anna Bakalova che interpreta la figlia Tutar di Borat.

CONCLUSIONI

Un film decisamente spiazzante ed ad una prima visione quasi irritante.

Folle in alcune sue parti, paradossale, sicuramente politically scorrect, provocatorio, non fa sconti a nessuno.

I politici non ci fanno sicuramente una bella figura, da Trump (McDonald nel film!) a Pence a Giuliani.

I complottisti vengono ridicolizzati.

La figura della donna, la misoginia di Borat e la passiva accettazione di Tutar sottolineano come questi pregiudizi siano ancora sottilmente presenti, non solo tra i retrogradi kazakistani, ma anche nella progressista America.

Insomma anche se apparentemente un film comico, in realtà è una satira tagliente e al prima impatto quasi irritante. Necessita di un secondo sguardo, una seconda visione per apprezzarne lo sguardo irriverente, lucido ed inclemente sulla realtà che lo circonda.

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