“Maya e i tre guerrieri” è una nuova miniserie di produzine della Netflix, visibile dal 22 ottobre sulla piattaformma.
Si tratta di una serie fantasy creata da Jorge R. Gutiérrez, autore del film “Il libro della vita“, che si basa sulla festa messicana del Dias de Muertos.
Anche in questo nuovo prodotto di Gutiérrez troviamo un mondo di immagini e di riferimenti alla cultura messicana, India e Maia.
Come abbiamo visto anche in un altro film, “Il cammino di Xico”, si fa riferimento ad antiche leggende o tradizioni della cultura pre Colombiana e Messicana, combinandole alle problematiche odierne.
La trama di “Maya e i tre guerrieri”
Maya, figlia quindicenne dei re del regno di Teca, sta per essere incoronata nel suo regno e dovrà occuparsi principalmente della diplomazia.
Maya però, come ogni quindicenne che si rispetti, è testarda, desiderosa di avventure, di combattere. Tanto più con l’esempio davanti di tre fratelloni grandi, forzuti e guerrieri. Maya non vuole imparare e dedicarsi alla diplomazia, vorrebbe piuttosto unirsi ai fratelli e combattere.
C’è una profezia che parla di tre guerrieri guidati da un capo guerriero aquila che dovrà sconfiggere il dio della guerra e tutto il mondo degli dei dell’aldilà.
Tutti hanno sempre pensato che la profezia riguardi il re dei Teca e sui tre figli, ma dopo un primo scontro in cui i tre fratelli perdono la vita, Maya comprende che la profezia riguarda proprio lei e tre guerrieri appartenenti agli altri tre regni.

Parte dunque Maya a cercare quelli che dovranno essere i suoi compagni di avventura.
Questi saranno Rico (il mago Gallo) del regno della Luna, Chimi (il guerriero Teschio) del regno della Giungla e Picchu (il guerriero Puma) del regno dei Barbari.
Molte le peripezie per trovare i tre campioni, in realtà in tutti i casi sono personaggi che vivono ai limiti della società, isolati, scherniti o ripudiati, insomma non precisamente quella che si chiama la prima scelta.
Ma dimostreranno che proprio le loro diversità, le loro debolezze saranno le loro armi vincenti oltre naturalmente ad imparare a combattere insieme l’uno per l’altro.
“Da solo ogni regno è come un dito inerme, ma insieme possiamo creare un potente pugno”
Maya
Trovati i compagni di avventura ora, a Maya e ai tre guerrieri, spetta il difficile compito di battere Lord Mictlan (il dio della guerra).
Riusciranno? L’impresa e veramente difficile, li aspettano dolori, sacrifici e perdite, ma…
Che aspettate? Correte a vedere le sorti di Maya e i suoi tre guerrieri.
Il trailer di “Maya e i tre guerrieri”
Le impressioni di zia Elena
Un film coloratissimo pieno d’azione e di combattimenti.
Ricco anche di spunti e riflessioni per la crescita di ognuno.
Si, perché la serie è un tipico viaggio di crescita e maturazione da giovane adolescente a giovane adulto.
Prima di tutto abbiamo questi tre guerrieri, questi “campioni” ognuno del proprio regno che in realtà sono dei “diversi”, tenuti in disparte, lontano dalla comunità, ritenuti incapaci e non all’altezza; in taluni casi sono proprio loro che si ritengono inadeguati, e tutti soffrono di grandi sensi di colpa e si ritengono responsabili di qualche grave lutto a causa della loro presunta incapacità.
Proprio loro, però saranno i campioni, i prescelti per la missione, nel momento in cui si fideranno di se stessi, si sentiranno accettati gli uni dagli altri compagni, “si lasceranno andare” come dirà Rico ad un certo punto.
Anche Maya, prima di divenire realmente la guida dei tre guerrieri, dovrà perdere la sua arroganza di giovane adolescente, dovrà scoprire umilmente le proprie mancanze ed errori, dovrà imparare a guardare oltre la prima impressione.
Un film di donne: donne figlie, donne madri, donne compagne, donne guide e condottiere.
Soprattutto madri, anche quelle che potrebbero essere personaggi “cattivi” rivelano però sempre il loro lato migliore come madri.
Un film sull’amicizia e sulla fiducia, sul fatto che se da soli si può sopravvivere insieme si possono compiere imprese giudicate impossibili.
Un film che ci parla anche della morte. Come? Parlare di morte in un cartone a dei bambini?
Si! Se ne parla, in più occasioni, tutti i personaggi, indistintamente, subiscono dei lutti, il dolore della perdita. Però la morte non è mai presentato come una cosa tragica, buia, senza futuro.
La morte è una parte della vita, ma c’è continuità con essa. E coloro che sono morti attendono e vegliano sui loro cari che vivono ancora.
Dove vedere Maya e i tre guerrieri
Ecco il link per vedere “Maya e i tre guerrieri” su Netflix.
La nostra recensione

Una serie dove non mancano colori ed azioni, si rivela molto avvincente.
Molto belli e particolari le caratteristiche dei personaggi e delle architetture che si rifanno chiaramente alle popolazioni dei Maia e degli Inca e alle mitologie colombiane e messicane.
Un sorprendente parlare della morte in modo, seppur doloroso, anche molto gioioso. La morte è un argomento familiare, un momento della vita e non la fine di tutto.