“LO STUPRO” – MONOLOGO DI FRANCA RAME: UNA VOCE PER LA VIOLENZA DI OGNI GIORNO
Franca Rame, la celeberrima attrice e politica italiana – moglie di Dario Fo, nasce vicino a Parabiago, in una famiglia che ha origini teatrali e che le apre le porte del mondo artistico sin da bambina.
Amata dal pubblico, non si riesce a dimenticare quella donna coraggiosa, talentuosa e determinata che ha raccontato storie e se stessa con una maestria da manuale.
Oggi, però, non voglio scrivere un articolo sulla sua biografia o su qualcosa di generico. No.
Voglio soffermarmi su quello che, a parere mio, sia uno dei suoi pezzi più intensi, forti, drammatici e che non si possono non conoscere.
“Lo stupro”, il monologo ispirato a fatti realmente accaduti.
Ogni parola, ogni sillaba, ogni lacrima nascosta in quei paragrafi racconta un episodio che si è realmente verificato, lasciando lo spettatore con un segno indelebile addosso.
Quello che vorrei sottolineare nel mio articolo è, oltre alla delicatezza – nonostante il momento crudo – delle parole, alla bravura di Franca nel trascrivere tutta la sofferenza che si è dovuta portare per così tanto tempo, oltre a tutto ciò… vorrei evidenziare quanto questi episodi, purtroppo, siano all’ordine del giorno.
Questo monologo racconta sì la storia di Franca, ma vuole a parer mio, dare anche la voce a chi non ha coraggio di parlare, a chi non riesce ad esprimere quello che ha dentro dopo un orrore simile.
La violenza è qualcosa che ancora popola il nostro mondo e sembra che non ci sia modo di porre fine a questi episodi tragici.
Ho lo sgomento addosso di chi sta per perdere il cervello, la voce… la parola. Dio che confusione.
Questa frase mi ha sempre messo i brividi.
L’idea che qualcuno possa azzerare le nostre facoltà, che possa violentare la nostra persona in ogni senso, mi fa venire il voltastomaco.
Quello che voglio dire è questo: non è MAI colpa della vittima. Non è MAI colpa tua. Non sei TU da punire. Nè per come ti vesti, né per come ti poni, né per dove vai.
Ancora oggi sentiamo troppe persone dare la colpa a chi subisce, piuttosto che a chi commette azioni del genere. Troppe volte si sente dire “Non ti saresti dovuta mettere quella gonna” o “Ti sei ubriacata, te la sei cercata.”
Penso che la gente sia fin troppo brava a parlare.
C’è una bellissima canzone di Lady Gaga che si chiama “Till it happens to you” ed ad un certo punto dice:
Finché non capita a te, non potrai mai capire che cosa sento addosso.
La colpa è del carnefice, mai della persona violentata.
Sogno un mondo che, prima o poi, lo capisca a pieno.