“SANREMO MUSICAL:
la potenza, l’emozione e la verità della musica italiana.”
“Non so voi… ma ho i brividi ricordando le domeniche dopo la finale di Sanremo… passate a registrare le canzoni in radio su musicassetta”
(cit. Stellamary81 da Twitter)
Perché Sanremo è Sanremo! Quante volte ce lo siamo detti e ripetuti nella nostra mente. Il festival più importante della canzone italiana nasce il 29 gennaio 1951 alle 22:30 in un modo un po’ strano: Amilcare e Pier (rispettivamente Paolo Gatti e Gustavo La Volpe) stavano cercando la soluzione ai problemi economici del Casinò essendo i gestori e dato il momento morto della stagione balneare (a febbraio c’è poco turismo in Liguria) e allora ecco che nasce l’idea di un concorso tra big della canzone italiana. Il primo Festival lo vinse la splendida Nilla Pizzi con la canzone “Grazie dei fior” e poi un susseguirsi sempre più rapido e incalzante di cantanti sconosciuti e non che hanno riempito ed emozionato il teatro Ariston di Sanremo. Ma non basta, perché il Festival (che lo vogliate o no) è in ognuno di noi e da qualche anno si stava parlando di dedicare un musical a questo splendido evento. E allora ecco che tutto ciò prende vita a Milano al Teatro Nuovo grazie al prezioso lavoro degli autori Isabella Biffi e a Salvatore Depsa De Pasquale. Lo spettacolo parla di giovani, di energia, di musica. Protagonisti 8 ragazzi (Giovanni De Filippi, Marco Gabrielli, Alice Grasso, Roberto Lai, Michelangelo Nari, Eleonora Pieri, Fabiola Poretti e Rosy Messina) arrivano all’Ariston per sostenere il provino per poter partecipare al musical su Sanremo.
Purtroppo in teatro non è presente nessuno e allora danno vita ad una “sfida canora” a colpi di brani che hanno incantato l’Italia: da “Grazie dei fior” di Nilla Pizzi (rivisto come un tango sensuale) a “Nel blu dipinto di blu” di Domenico Modugno (con note che ricordano l’indimenticato Michael Jackson) passando anche da “Terra promessa” di Eros Ramazzotti (visto nella convincente e trascinante chiave rap). Emozione sulla pelle a non finire per il ricordo e la dedica a dei mostri sacri come Luigi Tenco, Lucio Dalla e Mia Martini. Molto interessante il lavoro fatto per unire brani come “Gli uomini non cambiano – La nevicata del ’56 – Almeno tu nell’universo e la struggente E non finisce mica il cielo”. La serata scorre con un susseguirsi di bellissimi brani che creano degli autentici mesh-up da ascoltare a cuore aperto. Impossibile citare, in due ore piene, tutti i cantanti che hanno lasciato anche solo un piccolo ricordo al Festival e così (non essendoci spazio per il brano) vengono ricordati con alcune immagini sullo schermo.
Il musical poi tocca brani che non possono non essere ascoltati e che hanno lasciato il segno a Sanremo come Mina, Milva, Orietta Berti, Ornella Vanoni, Loredana Bertè, Patty Pravo, Peppino Di Capri, Marcella, Gianni Morandi, Renato Zero, Enrico Ruggeri, Francesco Renga, i Jalisse, Riccardo Cocciante, Fiorella Mannoia, Paola Turci, Malika Ayane, Michele Zarrillo, Mango e Anna Tatangelo. Lo spettacolo è molto bello da vedere, prende per mano lo spettatore e attraverso le canzoni narra anche la storia d’Italia del periodo affrontato: dai movimenti socio-culturali del 1968 al buio e dolore del 1970 con le brigate rosse, passando per le prime trasmissioni in TV a colori nel 1977 ai mondiali vinti dall’Italia e le notti magiche del 1990 arrivando all’avvento dei primi cellulari e la nascita di Facebook (2004). Ecco spiegato il motivo per il quale canzoni come “Vola Colomba”e “Occidentali’s Karma”, “Laura non c’è” e “Vacanze Romane”, “Aprite le Finestre” e “Un’emozione da poco” possono convivere insieme. Molto belle le coreografie del corpo di ballo (Elisa Cunselmo, Alberto Del Prete, Simone Lazzari, Federico Milan, Rossella Petruzziello e Bruna Saltini) che aggiungono valore ad uno spettacolo meravigliosamente unico. Bella la scenografia che ricorda il palco dell’Ariston con elementi semplici come due librerie e uno schermo dove vengono proiettate le immagini storiche dei vari Festival. Costumi semplici ma al tempo stesso originali e giusti dato che il musical ripercorre la storia del concorso. Menzione speciale a Michelangelo Nari che da voce, anima e corpo ad uno splendido ed emozionante Lucio andando a toccare le corde del cuore e a Rosy Messina che è semplicemente perfetta e regala emozioni a non finire ad ogni brano interpretato. Un autentico show da sentire con le orecchie di un bambino ma da guardare con gli occhi del cuore.