Facevamo l’amore in macchina, io settantacinque anni, lei ottanta. Anche se avevamo due case. Ma volevamo sentire quel pericolo… come due ladri in fuga.
Cesare, 80 anni.
“Il fanciullino” di Renata Ciavarino è in scena da venerdì 31 marzo a domenica 2 aprile al Teatro Leonardo mentre negli stessi giorni è in scena all’ Mtm Cavallerizza “Se ci sei batti un colpo” di cui vi abbiamo parlato nella nostra intervista con Fabio Mascagni.
Un emozionate testo teatrale che racconta gli amori senza età che sbocciano ai bordi pista delle balere dove centinaia di anziani hanno ballato e parlato d’amore.
Il titolo dello spettacolo si ispira all’omonima opera di Giovanni Pascoli per chiedersi oggi dove cercare il Fanciullino se non in chi è così lontano, per età, da quello spirito. Il fanciullino diventa allora nello spettacolo quel bambino che sopravvive dentro di noi e che guarda il mondo con l’ingenuità, l’innocenza e l’intelligenza proprie di quell’età; che si emoziona per motivi che non si possono comprendere con la sola ragione.
È un “fanciullo musico” che si rifiuta di porre l’attenzione solo su ciò che della nostra vita non va, ma che si emoziona ancora di piccoli dettagli strabilianti.
Il fanciullino è quel punto di vista dentro di noi che spesso non riusciamo ad ascoltare più e che invano reclama attenzione.
La sinossi dello spettacolo
È la notte di Capodanno. Si festeggia alle Orchidee, una sala da ballo ricavata in un capannone nell’hinterland milanese. I muri sono ricoperti di festoni e ghirlande di palloncini. La palla a specchi gira in alto al centro della pista da ballo. Intorno, seduti a mangiare, ci sono donne e uomini di settanta, ottanta, novant’anni. Stasera si esibisce la Calipso Band: un vero evento per chi frequenta le sale da ballo. Repertorio classico di mazurke, tanghi da sola e polke, ma anche incursioni nella dancehall e nella musica latina.
Con l’aiuto di un paio di bottiglie di spumante, Sandro, Marisa, Vincenzo e Irma raccontano le storie che hanno segnato la loro esistenza, i bambini che sono stati ma anche i loro progetti per il futuro, l’amore, il sesso, la felicità. Sono nati durante la Seconda Guerra Mondiale e sulle loro spalle portano la storia di un’intera nazione.
Hanno vissuto la guerra e il dopoguerra, gli anni ’60 e il boom economico, il terrorismo, le contestazioni degli anni ’70 e ‘80, i primi flussi migratori degli anni ’90. Hanno quasi quattrocento anni di vita in quattro e portano sulle spalle la storia di un’intera Repubblica. Eppure ora sono qui a fare i conti non più (o non solo) con quello che sono stati, ma anche con quello che vorrebbero essere ora. Mentre nell’aria si diffonde la musica di una vita: tanghi, mazurke, balli di gruppo, Leonard Cohen, Raul Casadei, Adriano Celentano, Cha Cha, Dean Martin…
Protagonisti e ideazione dello spettacolo
A dar voce ai protagonisti sono Renato Avallone, Camilla Barbarito, Laura Pozone e Alessandro Sampaoli con la partecipazione straordinaria di Martina Pontil e Osvaldo Tarelli. Il progetto, il testo e la regia sono di Renata Ciaravino, drammaturga, attrice, autrice televisiva e radiofonica. Lo spettacolo nasce da più di cento interviste che Renata Ciaravino ha condotto dal 2016 al 2019 incontrando donne e uomini tra i 70 e i 100 anni che vivono nelle periferie milanesi.
Il vero perchè dello spettacolo.
Ma la domanda del personaggio e la sua straordinaria esistenza di senza cuore sono anche una lente per osservare, con ironia politicamente scorretta e poesia, tutto ciò che fa della vita il regno della meraviglia e della noia, della normalità e della follia, del desiderio e dell’incomprensione: dalle relazioni famigliari a quelle sentimentali, dall’amicizia al lavoro, dalla visione spirituale a quella scientifica, dalle domande dei bambini ai dubbi degli adulti. A cosa serve vivere, se non hai il cuore?
Quattro chiacchiere con Alessandro Sampaoli.
Quanto emoziona portare in scena uno spettacolo che parla d’amore tra persone non più giovani e di questa straordinaria voglia di vivere che ognuno di noi non dovrebbe mai perdere?
È un bel “viaggione”. Questo spettacolo lo abbiamo fatto moltissime volte e ogni volta che lo faccio c’è un monologo in particolare che mi emoziona moltissimo in modo incontrollabile. Questo non capita in quanto attore che cerca l’emozione per avere effetto su pubblico, ma mi prende così tanto e in modo reale che a volte devo controllarmi per portarlo a termine.
Questa cosa capita a tutti e quattro in diversi momenti e garantisco di non essere uno che si emoziona facilmente sul palco.
Penso che questo stato emotivo dipenda anche dalla scrittura di Renata Ciavarino che è senza fronzoli, va dritta al punto e non è romantica. È emozionante ma anche cruda. Pensare che quello che raccontiamo sono storie vere forse aumenta questa compartecipazione emotiva non solo in noi attori ma anche nel pubblico.
Il vostro è un viaggio nel passato che però mette in risalto che molte persone non più giovani hanno ancora voglia di guardare al futuro…
Esatto e mi ha fatto scoprire che in questa fascia d’eta che va dai 75 ai 90, più o meno, c’è spesso la capacità di ritrovare una libertà che hanno i bambini e che poi si perde nella parte centrale della nostra vita.
Se ne fregano nel vero senso della parola, hanno vissuto cose belle e cose brutte, nascite e lutti e ne hanno viste di tutti i colori e quindi si ritrovano poi a voler dar piacere a se stessi, anche con una sottile malizia, con la voglia di sedurre e non dimentichiamo anche il sesso e questo ti fa pensare che non è finita… fino a che non è finita!
Sotto un certo punto di vista c’e, tra le risate che sono molte nello spettacolo, un’aspetto terapeutico che fa riflettere sul fatto che forse non dobbiamo aspettare la terza età per riprendere in mano la nostra vita per fare ciò che ci piace essendo liberi di esprimere le nostre emozioni.
Quanto Alessandro ha imparato da questo spettacolo nella proiezione della sua vita futura?
Mi ha insegnato molto e spero di riuscire a metterlo in pratica. A volte si pensa di aver capito le cose ma non ne teniamo conte e sottovalutiamo quello che potremmo fare ogni giorno. È comunque un grande stimolo che mi regala sempre una grande pace e mi fa riflettere sul fatto che non c’è mai un età giusta per fare ciò che ti fa star bene e ti piace e porsi limiti non ha senso.
Si parla di anziani, di questa voglia di vita senza tempo ma questo spettacolo tu lo consiglieresti a un pubblico di ragazzi giovani?
Assolutamente sì, perché è importante a livello emozionale scoprire questo mondo e credo che il pubblico dei giovani che abbiamo avuto spesso a teatro sia molto bravo ad abbattere queste barriere.
Stanno dentro il flusso emotivo forse perché tra adolescenza e vecchiaia, come la racconta Renata, ci sono molti punti in comune: le paure di essere corrisposti in amore, come fare sesso “ancora” come se fosse la prima volta dovendo abbattere il pudore…
Il cast artistico e tecnico di “Il Fanciullino”
Attori: Renato Avallone | Camilla Barbarito| Laura Pozone | Alessandro Sampaoli
e con la partecipazione straordinaria di Martina Pontil e Osvaldo Tarelli.
Testo e Regia: Renata Ciaravino
Assistente alla Regia: Teresa Tanini
Collaborazione Artistica: Fabrizia Mutti
Luci e Suono: Alessandro Bigatti
Produzione: Dionisi e Campsirago Residenza
Distribuzione: Campsirago Residenza
Con il contributo di Fondazione di Comunità Milano | Comune di Milano| Fondazione Cariplo – lacittàintorno | Municipio XI Milano.
Con il sostegno di Teatro Franco Parenti, di Milano.
Il trailer di “Il Fanciullino”
Info e biglietti
La Cavallerizza: da venerdì a domenica ore 19.30.
Intero 15,00€, ridotto DVA 7,50€, scuole MTM, Paolo Grassi, Piccolo Teatro 10,00€, tagliando Esselunga di colore VERDE, diritto di prevendita 1,80€
Durata dello spettacolo: 70 minuti
Info e prenotazioni: biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
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Abbonamenti: MTM La cura e l’artificio, MTM La cura e l’artificio Over 65, MTM Carta Regalo x2, MTM Carta Regalo x4
Biglietti e abbonamenti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e punti vendita vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.