Mi interessava la solitudine di Mozart…
Corrado D’Elia
Corrado d’Elia torna in scena al Teatro Litta di Milano, dall’ 8 al 17 Dicembre con il suo nuovo spettacolo “Amadeus” liberamente ispirato all’omonima opera teatrale di Peter Shaffer
Lo spettacolo Amadeus non vuol essere solo un omaggio alla grande musica e al genio di Mozart, ma indagare il nostro rapporto personale col genio, quell’impossibilità a comprendere e spesso anche solo a misurarci con chi è tanto diverso da noi. Il genio ci sorprende e ci confonde.
Un tema caro a Corrado d’Elia che, dopo aver raccontato Beethoven, Van Gogh e Steve Jobs, arriva ora ad approfondire la straordinaria figura di Mozart. Ciascuno di noi ha bisogno nella vita di bellezza, ma il nostro rapporto con la grandezza è conflittuale, foriero spesso più di umane invidie e gelosie che di profondo appagamento e di autentico piacere.
Un nuovo “album” di Corrado d’Elia, sentito e profondo, uno spettacolo che, attraverso la musica, celebra il bisogno per ogni uomo dell’arte, in un rapporto quotidiano di necessità.
Corrado D’Elia ci racconta il suo Amadeus.
Nella vita forse vorremmo essere tutti Mozart ma per lo più siamo Salieri…
Non so se questa affermazione sia giusta. Il vero problema è il rapporto con la genialità che noi “persone normali” abbiamo nella vita essendo davvero qualcosa di complicato anche da parte del genio stesso.
Quest’ultimo difficilmente si rapporta alla vita con serenità, difficilmente viene accettato e la storia ce lo insegna.
Il genio soprattuto se è artista coltiva la propria arte in maniera continuativa, c’è un differente rapporto con il tempo e il concetto di lavoro rispetto alle persone normali.
L’arte di per se è qualcosa che ti brucia dentro e fa si che il tuo tempo debba per forza essere dedicato a quello e questa cosa il genio la fa ancora di più annullando la vita e i rapporti umani.
In questo tuo spettacolo Salieri cerca di dare una spiegazione a tutto questo…
Io lavoro su questa tematica da anni. Lo stesso Mozart, nella sua grandezza, muore senza soldi, un funerale di terza classe, buttato in una fossa comune… e questo ci racconta molto.
Il rapporto con gli altri, in questo caso visto oggettivamente da Salieri, volge a voler dare una spiegazione che quest’ultimo si da parlando di un rapporto tra Dio e Mozart.
Si dispera non capendo come si possa comporre una musica così perfetta anche solo a volte spostando una nota.
Per questo tuo nuovo lavoro sei partito maggiormente dalla musica, dai carteggi o da tutta la letteratura che lo riguarda?
Da tutto. Considera che è stato un periodo di studio lunghissimo. Credo di aver letto decine e decine di libri, quasi tutto quello che è stato scritto su Mozart: i suoi carteggi, il rapporto col padre…
Ho fatto una ricostruzione dal punto di vista storico e sociale.
Mi interessava la solitudine di Mozart e la sua ricerca di essere da una parte il primo musicista contemporaneo che vivesse della sua arte senza andare a corte (ma non gli riesce) e dall’altra il suo essere romantico, il credere nel grande amore mettendolo sempre nella sua musica ma anche su questo non gli è andata molto bene.
Nel tuo spettacolo Salieri è già all’inferno…
Sì, volevo trovare una caratteristica teatrale che potesse raccontare tutto questo.
Mi sono chiesto chi potesse al meglio farlo e mi sono così immaginato un inferno un po’ dantesco in cui Salieri, non solo racconta molto del percorso artistico e della vita del grande genio austriaco, ma cerca di spiegare il suo gesto estremo quasi intrecciando un dialogo con il pubblico.
Secondo te è ancora da considerare ancora attuale questo conflitto artistico alla Salieri – Mozart nel mondo dell’arte?
Non lo so… quello che viviamo oggi, se parliamo di gelosia, invidia tra artisti sono storie piccole e meschine.
Per forza chi non riesce è geloso di chi riesce e nella nostra mente abbiamo sempre la necessità di dare una spiegazione al successo che però è qualcosa che si accorda al nostro tempo, alle esigenze, ai bisogni, alla genialità creando una realtà che possa arrivare dritto al cuore della gente emozionandola e incantandola.
Il Cast Artistico e Tecnico
Salieri: Corrado d’Elia
Drammaturgia e Regia: Corrado d’Elia
Scene e Grafica: Chiara Salvucci
Assistente alla Regia: Marco Rodio
Tecnico Luci: Francesca Brancaccio
Tecnico Audio: Stefano Mancini
Produzione Compagnia Corrado d’Elia
Organizzazione: Afra de Santi
Info e biglietti
Teatro Litta
martedì/sabato ore 20.30 – domenica ore 16.30
intero € 30,00 – convenzioni € 24,00 – ridotto Arcobaleno (per chi porta in cassa un oggetto arcobaleno) € 24,00 – Under 30 e Over 65 € 17,00 – Università € 17,00 – scuole di Teatro € 19,00 – scuole civiche Fondazione Milano, Piccolo Teatro, La Scala e Filodrammatici € 11,00 – Scuole MTM € 10,00 – ridotto DVA € 15,00 tagliando Esselunga di colore ROSSO.
Durata dello spettacolo: 60 minuti
Info e prenotazioni biglietteria@mtmteatro.it – 02.86.45.45.45
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Abbonamenti: MTM Serendipity, MTM Serendipity Over 65, MTM Serendipity Under 30 x2, MTM Serendipity Under 30 x4, MTM Il piacere di sorridere, MTM Corrado d’Elia.
Biglietti sono acquistabili sul sito www.mtmteatro.it e sul sito e punti vendita vivaticket.it. I biglietti prenotati vanno ritirati nei giorni precedenti negli orari di prevendita e la domenica a partire da un’ora prima dell’inizio dello spettacolo.