Ryah torna al suo pubblico con un nuovo singolo “NON DIRE LOVE”.
Prodotto da Andrea Piraz con il team di Solid Music e distribuito da Ada Music, “NON DIRE LOVE” si rivela un brano perfetto da cantare a squarciagola, in macchina o sotto la doccia perché incoraggia a trasformare un sentimento triste in grinta ed energia per rinascere.
Di cosa parla “Non Dire Love”
Questo suo ultimo brano descrive la prima sensazione che generalmente si prova dopo la fine di una relazione.
Una fase in cui pensiamo di morire d’amore, crediamo di aver sprecato sentimento e che non ameremo più nessuno in quella maniera.
Uno stato caotico, un duello tra mente e cuore in cui entrambi suggeriscono azioni contrastanti.
In questa fase, ci rifugeremmo tra le braccia di chiunque pur di trovare una via di fuga e non sentire quel vuoto che qualcuno ha creato in noi.
Saremmo anche capaci di auto-convincerci di detestare l’amore ma in realtà è solo un momento di passaggio, giustificato dalla sofferenza poiché dentro di noi nutriamo ancora la speranza di un ritorno e non accettiamo che la storia sia finita.
Nonostante la trama sembri triste, il brano é colorato da un sound fresco dal carattere pop.
Conosciamo meglio Ryah
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Quattro chiacchiere con Ryah
Parliamo subito del tuo nuovo singolo “Non dire Love” che ci porta in un modo che tutti noi conosciamo (purtroppo).
Sì esatto, questo mio nuovo brano parla dello stato in cui ci si trova dopo la fine di una relazione, quel momento in cui pensiamo di morire d’amore e di aver sprecato sentimento e che non ameremo mai più così.
È uno stato caotico, un duello tra mente e cuore in cui entrambe suggeriscono azioni complicate. Questa fase in realtà è solamente un momento di passaggio giustificato dalla sofferenza, dentro di noi nutriamo ancora la speranza di un ritorno e non accettiamo che la storia sia finita.
Nonostante la trama sembri triste il brano è pop ed è stato scritto appositamente in contraddizione con la trama perché incoraggia un sentimento triste in grinta e energia per rinascere.
Quanto c’è di te in “Non dire Love”?
In realtà tutti i miei pezzi sono tutti autobiografici nel senso che prendo ispirazione dalla realtà, da esperienze che mi sono accadute sul serio. Quando scrivi cambi leggermente la realtà ma in maniera minima.
Tu nasci nel mondo pop ma ti piace sperimentare, sei un’artista che non inquadra la musica in un unico percorso. In questo momento dove ti ritrovi di più?
In questo momento il mio genere principale è il pop, mi piace però variare perché mi sento abbastanza versatile e mi dà un po’ noia rimanere ingabbiata in un unico genere. Se l’ispirazione richiede un sound un po’ più r&b o rap oppure EDM, come un pezzo che ho scritto anni fa, o addirittura un po’ raggeton mi piace sperimentare senza pormi limiti.
Veniamo alla tua formazione, Tu sei un’artista che nel mondo dello spettacolo ci sta bene a 360°, non limiti il tuo lavoro solo al canto.
Io mi sono avvicinata alla musica a sei anni circa con la danza. Poi il sabato pomeriggio, con mia mamma, guardavo Videoclip musicali di artisti internazionali (Michael Jackson, Madonna, Britney Spears) e amavo tantissimo il loro modo di fare show in modo completo. Questo mondo mi attraeva moltissimo così ho continuato con la danza ma ho deciso di prendere anche lezioni di canto.
Si parla spesso di artisti italiani che decidono di non cantare nella nostra lingua anche per avere un’ apertura maggiore sia sotto il punto di vista del mercato discografico ma anche per un discorso di performance più completa.
Per quanto mi possa piacere la musica internazionale, ed ho iniziato a scrivere in inglese, penso che, essendo in Italia, l’italiano sia importante anche perché è molto difficile riuscire ad avere una melodia, un sound americano con le parole in italiano.
La nostra lingua è molto più complessa anche a livello di sillabe ed è quindi più complesso inserirle in metrica.
Tre canali al momento per un artista che voglia lanciarsi sul mercato: i social, i talent e il Festival di Sanremo. Dov’è per te la tua chiave giusta di lettura?
Io uso molto Istagram e Spotify e non sono bravissima con Tik Tok ma mi sto impegnando.
Mi piacerebbe moltissimo poter partecipare al Festival e sono molto importanti anche i Talent anche se non mi fanno impazzire.
In ultimo veniamo al tuo nome. Come mai la scelta di chiamarti Ryah?
L’ho scelto perché mi rappresenta molto, deriva dal greco e significa “fiume in piena” ed è un po’ quello che mi succede quando inizio a scrivere.
Inoltre mi piace molto il suono che mi trasmette questa parola, mi sembrava molto forte e caparbio come sono io.