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Royal Garage Tour – Ara Malikian – la nostra recensione
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Royal Garage Tour – Ara Malikian – la nostra recensione

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ARA MALIKIAN – ROYAL GARAGE WORLD TOUR

2 dicembre 2019
Teatro NAZIONALE – Milano

• L’ARTISTA
• IL CONCERTO
• CONCLUSIONI

L’ARTISTA

Ara Malikian è un violinista di fama internazionale.
Nato in Libano da famiglia armena, enfant prodige scoperto giovanissimo in madrepatria e formatosi in ambito classico tra la Germania e l’Inghilterra; violinista tra i più brillanti della scena internazionale contemporanea.

Concertista, compositore (con quaranta dischi circa) autore di colonne sonore per il cinema (tra cui quella con Pedro Almodovar ne “La mala educatiòn”, impegnato nel progetto Ong Acciòn Contra el Hambre che lo porta ad occuparsi di bambini in campi di rifugiati siriani in Libano e nella No Profit Music Foundation che ha lo scopo di diffondere le opere di compositori contemporanei.

Ara Malikian è in grado di fondere suoni e tradizioni, da quelle legate alle sue origini, alla classica, a quella mediterranea, europea, rock, pop, hip hop e al reggaeton; mixa tutti i generi musicali passando dai Led Zeppelin a Bach, dai Radiohead a Paganini

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IL CONCERTO

Royal Garage World Tour porterà in luoghi di fama e fortemente emblematici (come la Royal Albert Hall di Londra, il Tempodrom di Berlino, il Wizink Center di Madrid o L’Olympia di Parigi), oltre 4 date in città italiane, tra cui anche Milano, in cui torna a distanza di due anni, il suo nuovo disco A Royal Garage.

Questo titolo, come spiega lo stesso artista è stato scelto in onore al primo luogo in cui si sia mai esibito: un garage di Beirut

“La mia relazione con i garage è iniziata nel 1976, quando è scoppiata la guerra in Libano. In tutto il mondo, le band più moderne hanno provato nei garage, estratto i loro suoni e creato uno stile che avrebbe cambiato la storia della musica.”

Questo è lo stile di Ara Malikian alternare brani musicali con racconti, brevi storie, ironiche, narrate in un italiano un po’ stentato con molte frasi, parole spagnole, poiché vive ormai da vent’anni in Spagna.

“Era scoppiata la guerra a Beirut e per proteggerci dai bombardamenti dovevamo nasconderci nei garage sotterranei
Io avevo dieci anni e non volevo scendere in quel garage. Per convincermi mio padre, mi disse:
Vieni figliolo, scendiamo in garage, creeremo una rock band come i Rolling Stones. La mia band non aveva il loro sound, non si avvicinava per niente a Keith Richards o Mick Jagger, parliamo di musica rock e d’avanguardia, a me spettava mio zio Nono con una tromba ammaccata, il mio vicino con una bottiglia di anice e mia nonna con un mandolino… È stata la prima volta che ho realizzato quale fosse il potere della musica, attraverso il suo potere potevamo sopportare la situazione in cui stavamo vivendo.”

Questo è l’incipit dell’album, del concerto e del Tour.

Così racconta tratti della sua storia, con una voce delicata, timida, con toni ironici che strappano sorrisi e risate anche se sta raccontando momenti talora drammatici.

Ma quando poi passa a suonare, la persona quasi sommessa, “introvertita” come dice lui, scompare, per lasciar spazio ad un grande virtuoso, pieno di energia, totalmente invaso e trasportato dalla musica.

ARA MALIKIAN

Sono brani che talora iniziano con note sommesse, struggenti, per poi scatenarsi in melodie dai toni rock, punk, ma nelle quali si coglie spesso delle musicalità della sua terra, un po’ arabe ed un po’ balcaniche.

Una musica che non può lasciare indifferenti.

E poi Ara Malikian non si risparmia, salta, corre, duetta con i suoi compagni musicisti sul palco, si inginocchia, balla..

Sul palco Ara è accompagnato da un nutrito gruppo di musicisti irrequieti e versatili come lui: Humberto Armas alla viola e responsabile di numerosi arrangiamenti del suo ultimo album; Cristina Suey al violoncello; Toni Carmona alle chitarre; Anna Milman al violino e tre musicisti cubani: Ivan ‘Melon’ Lewis, pianista; Georvis Pico, alla batteria e Iván Machado, al basso e contrabbasso.

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CONCLUSIONI

La musica di Ara Malikian non può lasciarti tranquillo sulla tua poltroncina ad ascoltare, ti trasporta, ti penetra, ti porta li sul palco.

Non è un caso che in alcuni pezzi il pubblico non ha potuto fare a meno di accompagnare con il battito delle mani!

Personaggio mutevole, così apparentemente timido o intimidito, una voce delicata, un sorriso caldo, tenero ed accattivante e poi quando suona un folletto, irrequieto, burlone, ma anche struggente e melanconico.

“Quando ero un ragazzo per me era molto importante il virtuosismo, la tecnica, il suonare un sacco di note molto velocemente, ma con gli anni capisci che, sì, è importante avere una buona tecnica e dominare il tuo strumento, ma la cosa più importante, dopotutto, è il sentimento che porti al pubblico… per me la cosa più importante è che la mia musica arrivi al cuore delle persone, susciti emozioni e che le persone assaporino la felicità attraverso le mie interpretazioni. Questa, per adesso, è la cosa a cui tengo di più.”

Ed è esattamente questo che ho sentito provato durante questo concerto: una musica che arriva al cuore, tanta emozione e sicuramente felicità.

La musica anche quando era ispirata da momenti della vita di Ara o della storia tragici o tristi, riusciva a sfociare sempre nel finale in momenti di grande coinvolgimento gioioso.

E’ una esperienza da non perdere assistere ad un concerto di Ara Malikian!

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