“All woman” è il nuovo singolo di Papik e Mario Biondi uscito in occasione della Festa della Donna 2023, un omaggio alla figura femminile che l’artista fa scegliendo di reintrepretare il celebre brano di Lisa Stansfield.
Il brano ha la tipica sonorità Jazz Soul di Papik con la particolare e inconfondibile voce di Mario che interpreta la canzone in maniera splendida e sentita.
Di cosa parla ““All Woman”
Il testo parla di una donna che lavora e, per questo, non riesce a essere esteticamente quella che il suo uomo ha conosciuto inizialmente, ma non per questo è meno donna, anzi lo è ancora di più, ed ha ancora più bisogno di amore.
La collaborazione con Mario Biondi
Papik ha chiesto a Mario Biondi di cantare il brano e Mario è stato molto felice di contribuire nel fare questo omaggio alla donna.
Conosciamo meglio Papik
Per conoscere meglio Papik, progetto musicale nato da una idea del produttore e compositore romano Nerio Poggi, che spazia dal Pop al Nu Jazz e dalla Bossa al Nu Soul, clicca qui.
Quattro chiacchiere con Papik
Il mondo femminile ringrazia per questa tua bellissima dedica in occasione della Festa della Donna con un brano così bello, realizzato con il grande Mario Biondi, insomma non hai perso un colpo…
Tutto è partito dal fatto che avevo in testa di fare questo brano da tantissimo tempo e ascoltando bene il testo ed essendo vicini all’8 marzo quando ci stavo lavorando, ho pensato che fosse l’occasione giusta.
Ho chiesto a Mario che ha la voce perfetta per questo brano, ha accettato ed è andato tutto nel migliore dei modi.
ll brano parla di una femminilità che va oltre l’aspetto fisico e diciamo che questo ti porta ad andare “contro corrente” in un momento in cui sia i social che i media centralizzano molto l’importanza della bellezza e dell’estetica.
Io sono sempre stato un “controcorrente” in generale nella vita.
Credo che sia necessario tornare all’essenzialità dell’essere donna. Non si può negare che l’apparenza conta ma dietro ci deve essere una persona con i suoi sentimenti e tutto ciò che fa andare oltre l’aspetto fisico.
Se ci si fermasse solo a questo saremmo rovinati!
Mi ha molto incuriosito il tuo nome d’arte che poi è un nomignolo…
Viene dalla mia infanzia. Mia madre vide un film in cui c’era un ragazzino che secondo lei mi somigliava e così ha iniziato a chiamarmi così.
Poi crescendo si è perso ma quando nel 2009 mi sono trovato a fare il primo progetto musicale, la mia compagna me lo fece tornare alla mente e lo scelsi come nome d’arte.
Tu hai suonato in locali prestigiosissimi in tutto il mondo. Quando capisci che il jazz è il tuo mondo?
Diciamo che all’inizio per me era un gioco.
Poi quando ho conosciuto Mario Biondi ho iniziato a fare sul serio e lui mi ha portato con se quando ha fatto il suo primo disco di successo che gli ha dato una grande notorietà.
Da li ho capito che potevo fare questo genere musicale con soddisfazione e ho preso la mia strada che direi funzioni.
Prossimi lavori?
Ho vari progetti ma il più immediato è un disco dedicato alla musica West Coast americana, che si sente quando vai nelle autostrade americane con il finestrino aperto…