Conoscete davvero l’Aida di Verdi?
L’Aida di Verdi, nome altisonante della protagonista, interpretata da un soprano. Azzeccatissima la scelta di scrivere questa parte per questa vocalità dirompente!
Curiosità off topic prima di iniziare a parlarvi dell’opera in sé.
Questa opera fu commissionata a Verdi per due volte; la prima per inaugurare l’apertura del canale di Suez (momento in cui Verdi rifiutò clamorosamente), la seconda per inaugurare l’apertura del nuovo Teatro a Il Cairo (e ovviamente Verdi fu qui che decise di articolare la storia della celebre principessa Etiope).
Come saprà chi non mi legge per la prima volta, parliamo delle più famose opere liriche, cercando di far rivivere le trame sempre attuali, in una forma sicuramente più fruibile dei quattro atti e delle tre ore richieste per goderne in teatro.
Che si spengano le luci, si apra il sipario, e iniziamo:
PREAMBOLO
Aida è una principessa etiope, catturata e schiavizzata in Egitto. Gli egizi però nel catturarla non tengono conto del non trascurabile dettaglio che, per buon senso, non si rapisce proprio una principessa se l’obiettivo è quello di non avere ripercussioni da parte dell’intero popolo Etiope.
In tutto questo, Radamés, comandante militare egiziano, s’innamora perdutamente della principessa resa schiava, e non sa se inseguire il suo amore o rimanere fedele al Faraone.
Altro dettaglio non di poco conto, Radamés è promesso sposo con la figlia del Faraone.
ATTO I
Ci troviamo in una sala del palazzo reale a Menfi, in Egitto.
Aida è appunto schiava a palazzo e fin da subito si era innamorata di Radamés.
La povera principessa Etiope ha come rivale la stronzissima figlia del Re di Egitto, Amneris, che intuisce fin da subito che tra il suo amato e la neo-schiava ci possa essere qualcosa, allora finge di esserle vicina e di consolarla solo per scoprire se i suoi dubbi siano fondati.
Nella scena irrompe il Re di Egitto con il capo dei sacerdoti (entrambi sono potenti Bassi che prendono il controllo della musica della scena), che annunciano un messaggero (Tenore “strillante”), il quale dal confine porta la notizia che gli Etiopi stanno insorgendo contro l’Egitto.
Il Faraone assegna a Radamès il compito di bloccare l’arrivo degli etiopi e, la nostra Aida, è ovviamente nella merda, visto che ama il suo popolo e la propria libertà tanto quanto ama la persona che è incaricata di impedire la venuta dei suoi liberatori.
Alla fine del primo atto c’è una lunga, molto lunga, cerimonia, in cui Radamés viene investito del grado di capo delle truppe.
ATTO II
La “stronza principessa” d’Egitto convoca nelle sue stanze Aida e, visto che vuole a tutti i costi scoprire se effettivamente Aida e Radamès hanno una relazione in corso, finge che il caro Radamés sia morto in battaglia.
Il piano subdolo funziona e Aida, in lacrime, svela i suoi sentimenti.
Presa dalla furia, e incapace di controllarsi anche Amneris rivela i propri sentimenti, convinta del fatto che una povera schiava non potrà mai competere con la figlia del Faraone.
A questo punto, colpo di scena, Aida rivela a gran voce di essere la figlia del Re Etiope, ma non frega nulla a nessuno, perché arrivano notizie dal fronte, in cui l’esercito Egizio sta stravincendo.
Allora Amneris, sadica e incazzata, costringe Aida a guardare il proprio popolo sconfitto dal trionfante Egitto.
Adesso la storia si complica:
Radamés torna vittorioso e ha come prigioniero il padre di Aida (Re di Etiopia).
Padre e figlia si ricongiungono, e fin qui tutto bene.
Il Faraone intanto, super grato a Radamés per aver massacrato gli Etiopi, lo nomina successore al trono, gli offre la mano di sua figlia (manco fosse un gioco a premi) e gli garantisce che avrebbe soddisfatto un suo desiderio.
Come desiderio il capo delle truppe chiede che tutti i prigionieri Etiopi siano rilasciati (carino eh? Lo fa ovviamente perché ama tanto Aida); il fatto è che sì, il Faraone esaudisce il desiderio, ma libera tutti tranne Aida e il Padre, sotto consiglio di Ramfis, un sommo sacerdote.
ATTO III
Questo atto è piuttosto rapido.
Il Re di Etiopia vuole sfruttare la relazione tra la figlia e il capo delle truppe egiziano per scoprire qualcosa e aiutare a distanza la propria patria.
Radamès, per quanto sia promesso sposo della figlia del Faraone, si fa ammaliare ancora una volta dalla bellezza di Aida, e le confida tutto quello che lei chiede.
Padre e figlia riescono a scappare, e Radamés si sente un pirla. Giustamente.
E per questo si consegna come traditore della patria al sommo sacerdote che aveva trattenuto i nobili Etiopi in Egitto.
ATTO IV
Qui abbiamo veramente dell’incredibile, credetemi.
Per quanto Amneris preghi Radamés di discolparsi e di non andare a processo, egli si pensa reale traditore della patria, a tal punto che al processo non dice nemmeno una parola in propria difesa.
Viene processato per alto tradimento, e quindi condannato a morte.
Non una morte leggera, viene condannato ad essere sepolto vivo (mica da nulla) e va incontro al suo destino senza dire una parola.
Una volta raggiunta la cripta succede l’inaspettato:
Aida, imbecille, si è nascosta lì dentro per morire con il proprio amato.
Prendetevi un minuto per pensarci, perché non è finita.
I due si abbracciano e vanno incontro alla morte insieme, mentre Amneris piange Radamès, pensando ragionevolmente che sia solo nella tomba sepolto vivo, urlando il suo amore per lui.
Fine, incredibilmente e inaspettatamente, fine.