Abbiamo intervistato in diretta sulla nostra pagina Instagram Nicolò Carnesi, cantautore che ha da poco pubblicato l’ultimo singolo Virtuale.
Chi è Nicolò Carnesi?
Nicolò è un cantautore classe ’87 di origine palermitana. Pubblica il suo primo album “Gli eroi non escono il sabato” nel 2012: all’interno possiamo ascoltare una grande varietà di generi e riferimenti musicali, ed anche una collaborazione con Brunori SAS nel brano “Mi sono perso a Zanzibar”.
Risale al 2014 il suo secondo album dal titolo “Ho una galassia nell’armadio”, che vanta la collaborazione di Tommaso Colliva alla produzione, synth e vibrafono, di Roberto Angelini alla slide, Rodrigo D’Erasmo agli archi, i Selton alle ritmiche e Dimartino (uno dei due cantanti di Musica Leggerissima, insieme a Colapesce) al basso.
Tante sono le collaborazioni con artisti celebri della scena musicale italiana: ricordiamo anche quelle con Appino (The Zen Circus) e Lo Stato Sociale.
Dopo il terzo album “Bellissima noia” (2016) e il quarto “Ho bisogno di dirti domani” (2019), arriverà presto un quinto album che conterrà l’ultimo singolo “Virtuale” ed altri in uscita.
L’intervista con Nicolò Carnesi
Virtuale: il tuo ultimo singolo. Com’è nato?
È nato dopo mesi di silenzio creativo, proprio in questa stanza. Il lockdown mi ha steso, a differenza di molti altri non sono uscito né sono andato in giro quest’estate, ma mi sono ulteriormente isolato. Forse é stata una crisi emotiva: e non ho ricercato di esprimermi attraverso la musica, ma sono andato verso altri lidi. In particolare libri di filosofia. Stavo pensando di cambiare qualcosa nella mia vita.
Tornato a Bologna però è arrivata l’ispirazione: semplicemente avevo bisogno di dire delle cose con il mio linguaggio primordiale, la musica.
Questo brano è una sorta di ritratto del tempo che stiamo vivendo, filtrato dal mio punto di vista, ed è uno sfogo.
La lettura di libri di filosofia ha influito sulla scrittura di Virtuale?
Sicuramente leggere, scoprire e studiare aiuta sempre nella scrittura. Non so quantificare quanto entri nelle mie canzoni ma lo sto notando, mi aiuta l’influsso della filosofia ed in alcuni casi è molto evidente: soprattutto in qualcuno dei brani che sto scrivendo
Com’è arrivata la musica nel tuo percorso?
Ho sempre avuto un senso del ritmo innato, da bambino (avevo 3 anni) mi hanno regalato una batteria finta e una fisarmonica di Topolino! Crescendo ho imparato da autodidatta, non ho mai avuto difficoltà ad imparare a suonare gli strumenti.
Mi piace molto anche il racconto e il fumetto, e poi ad un certo punto ho unito le mie cose e ho capito che potevo raccontare anche con la musica.
Per ascoltare l’intervista intera guarda qui il video IGTV della diretta.