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Intervista a Matteo Macchioni: ”Prendi le mie mani” è il nuovo singolo che anticipa il disco d’inediti
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Intervista a Matteo Macchioni: ”Prendi le mie mani” è il nuovo singolo che anticipa il disco d’inediti

E’ online il video di “Prendi Le Mie Mani” (https://youtu.be/mFoJ_dzKw8o?feature=shared), il nuovo brano del tenore Matteo Macchioni che anticipa il suo secondo album in uscita prossimamente.

Il video, diretto da Swan Bergman e prodotto da Unalira Edizioni Musicali, combina riprese reali, girate a Klagenfurt, in Austria, con sequenze generate dall’intelligenza artificiale. Grazie a questa fusione, le strade della città austriaca vengono fedelmente ricostruite in ogni dettaglio, ma si trasformano gradualmente in ambientazioni sempre più suggestive, dando vita a scenari esotici ispirati a luoghi, reali o immaginari. Questi paesaggi evocano una dimensione onirica, dove la percezione dello spettatore viene volutamente sfidata, rendendo quasi impossibile distinguere il confine tra la realtà e la finzione digitale. All’interno del video Matteo attraversa questi mondi fantastici, guidato simbolicamente da una figura femminile che appare con grazia e mistero. Questa presenza eterea non è solo una compagna di viaggio, ma incarna la sua musa ispiratrice: la Musica. È lei che lo conduce attraverso spazi che sembrano sospesi nel tempo, tra passato e futuro, tra sogno e realtà.

Il brano nasce dalla collaborazione tra Piero Cassano, Matteo Macchioni e un testo di Giancarlo Golzi. Il brano trasmette un messaggio universale attraverso la frase Prendi le mie mani, un’espressione carica di significato che simboleggia connessione, sostegno e fiducia. Le mani, da sempre emblema di accoglienza e vicinanza, diventano un mezzo per comunicare emozioni positive, evocando un’atmosfera di gioia, calore e libertà. Il gesto di tendere le mani si trasforma così in un invito a lasciarsi ispirare, a vivere con intensità, a ritrovarsi e a stare insieme.

Il brano nasce da una collaborazione con Piero Cassano e dal testo del compianto Giancarlo Golzi. Come è nato questo incontro artistico e cosa ti ha colpito del testo originale?

    Piero Cassano, il mio produttore, mi ha proposto questo pezzo dopo un evento dal vivo in teatro, in cui era venuto ad ascoltarmi, dicendomi che il testo letterario era stato scritto da Golzi pochi anni prima della sua scomparsa. Immediatamente sono rimasto colpito dalla frase “Prendi le mie mani” del ritornello. Mi ha dato una sensazione accogliente, calorosa; questa sensazione ha colto subito il mio interesse.

    Hai menzionato di aver apportato alcune idee al testo già esistente. In che modo hai contribuito alla sua evoluzione e quali elementi hai voluto enfatizzare?

      In studio, insieme a Piero e Mario Natale, ci siamo trovati a cercare una impostazione che permettesse alle buone idee iniziali di poter calzare alla perfezione sulla mia voce e soprattutto sull’idea artistica che mi ero fatto. Come degli artigiani abbiamo quindi cercato un sound estremamente popolare e moderno, a beat veloce, quasi dance. Su questo canovaccio abbiamo reso immediate molte cose, asciugando la durata e cambiando alcune parole, ma lasciando intatta la bellissima frase “prendi le mie mani” e molte altre parti.

      Il gesto di “prendere le mani” è ricco di significati simbolici. Come interpreti questo gesto nel contesto della canzone e cosa speri che il pubblico percepisca?

      Accoglienza, calore, estate, viaggio, scoperta, stare insieme, fiducia…penso che alla gente arrivi questo. Per me invece “prendi le mie mani” è ciò che fa la musica quando mi prende e mi porta in giro ad esplorare nuovi mondi. Nel videoclip si capisce bene questo aspetto se lo si guarda fino all’ultimissima scena. Chi prende le mie mani in realtà…è la musica che si fa musa ispiratrice attraverso una giovane donna.

      Hai dichiarato che Piero Cassano viene spesso ad ascoltarti dal vivo. Quanto è importante per te questo tipo di supporto da parte di collaboratori e amici nel tuo percorso musicale?

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      Avere la vicinanza umana del tuo produttore quando fai concerti e anche il suo supporto è bellissimo. Come del resto avere amici che ti seguono. E’ un valore aggiunto. Capita la stessa cosa quando canto in teatro e vengono a sentirmi dal team del mio management lirico.

      Questo brano anticipa il tuo secondo album. Puoi darci qualche anticipazione su cosa aspettarci da questo nuovo progetto discografico?

      Sarà il coronamento di un lavoro iniziato nel 2022 insieme a Piero e ad Unalira Edizioni Musicali. Il disco conterrà 10 tracce e sarà ufficialmente il secondo album in studio della mia carriera discografica POP. Questo percorso legato alla musica popolare è iniziato nel 2010 con la Sugar di Caterina Caselli, con cui ho realizzato il mio primo album; poi la nascente carriera lirica mi ha costretto ad abbandonare, per più di un decennio, il percorso discografico, per far spazio solo agli ingaggi lirici italiani ed internazionali. Nel 2022 ho deciso, con il benestare del mio manager Angelo Gabrielli (lo stesso che seguiva la carriera di Luciano Pavarotti), di riaprire, parallelamente all’attività lirica, anche questo tipo di attività artistica POP con Piero Cassano. L’album che segue il singolo è il coronamento di questa collaborazione.

      La tua formazione lirica si fonde spesso con la musica pop. Come bilanci questi due mondi nel tuo stile musicale e quali sfide incontri in questo processo creativo?

      Sono mondi distinti e tali rimangono. La mia carriera nella musica classica ha un suo binario ben definito con logiche e dinamiche ben precise. E’ un mondo a sé stante ed è certamente il mio core business, oltre che l’approdo della mia formazione musicale accademica, mi sono laureato in pianoforte e canto proprio a questo scopo. Il mio essere artista si manifesta però non solo come interprete solista in Opere Liriche, ma anche creando nuova musica, e in questo ambito pop io mi sento libero di esprimermi mettendo nella tavolozza colori provenienti da mondi diversissimi creando uno stile tutto mio unico ed inimitabile; quindi questa libertà mi permette di utilizzare in parte la voce lirica impostata, al servizio di canzoni POP; in gergo viene chiamato Crossover, ma il mio stile si discosta parecchio da tutti quelli che approcciano questo genere o che ad esso vengano accostati (vedasi Bocelli, Il volo, Il Divo, The Tenors, Grigolo o altri). Io non mi identifico con il crossover / operatic-pop nel senso “canonico” del termine, mi spingo oltre.
      Avendo una solida carriera lirica alle spalle quindi, posso permettermi di coltivare, senza problemi, anche questi altri aspetti e declinarli in nuova musica. E’ un ambito che mi diverte e mi appassiona! L’unica regola è che quando ho ingaggi lirici non posso dedicarmi all’attività live pop. Quindi i calendari vengono gestiti per non accavallare mai le due cose.

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