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HERA: Colori , suoni e un viaggio interiore nel suo Ep “Mandala”. Intervista esclusiva. 
Scuro Chiaro

HERA: Colori , suoni e un viaggio interiore nel suo Ep “Mandala”. Intervista esclusiva. 

Hera

Mandala è un lavoro curato con amore che mi rappresenta in ogni singola sfumatura.

Hera

“Mandala” è Il primo EP di Hera.
Un viaggio iniziatico, qualcosa dal sapore fortemente spirituale. La storia vuole che questo disegno nasconda un potere immenso e abbia la capacità di condurre l’uomo verso l’accettazione dei cambiamenti, anche quelli più dolorosi.
L’EP è un mandala sonoro, il risultato di una ricerca intima e profonda, nonché la fusione musicale tra un ambiente estremamente moderno e il mondo strumentale classico; un binomio poliedrico e originale dal carattere deciso, in cui ogni traccia rappresenta un nuovo e accattivante tassello da scoprire. 

“Kandinskij” il singolo estratto dall’ EP “Mandala” di Hera.

“Kandinskij” porta la firma della stessa Hera e dell’autore e produttore Marco Canigiula. Il brano racconta di un viaggio nel proprio inconscio, probabilmente un sogno e la sua conseguente analisi. È un po’ come quando apri gli occhi al mattino e non comprendi bene se ciò che hai appena vissuto è reale o solamente il frutto acerbo della tua immaginazione.

La cover di Mandala di Hera
La Cover di “Mandala” di Hera.

La Tracklist di Mandala

Conosciamo meglio Hera

Nell’anno 2016 nasce il progetto HERA, caratterizzato da una decisa comunicazione testuale e visiva. La sua produzione musicale strizza l’occhio a sonorità internazionali, permettendo all’artista di farsi conoscere e apprezzare sia in Italia che all’estero. Tra le valide collaborazioni musicali citiamo diversi nomi noti italiani come Pierpaolo Principato, Emiliano Begni, Donato Cedrone, Jacopo Carlini e altri.

Il 2017 è l’anno dell’EP “Inside Me” a cui segue nel 2018 “My Christmas Gift”, lavoro che vanta la complicità di L. Mattacchione, armonica solista per il Maestro Ennio Morricone; i singoli “Christmas Eve” ed “Elettromagnetica”, produzioni del 2019, sono entrambi brani originali che catturano l’interesse del settore musicale Indie e l’attenzione di note radio italiane. 

L’8 Dicembre 2020 è una data molto importante per il progetto, difatti l’uscita di “Escape Room” simboleggia l’inizio di una nuova autoproduzione firmata Hera Project e composta a quattro mani con lo Staff di Canzoni Inedite. A distanza di pochi mesi seguiranno i singoli “Il Duca Bianco” e “Dorian Gray”.

Quattro chiacchiere con Hera

Parliamo di questo tuo nuovo lavoro che è stato molto pensato e molto vissuto. Come mai hai sentito la necessità di portare un viaggio così personale in musica?
“Mandala” rappresenta per me qualcosa di molto prezioso. E’ un EP in cui ho curato ogni singola traccia con amore e nei minimi dettagli ed è proprio per questo che mi rappresenta in ogni sua sfumatura. E’ un viaggio introspettivo fatto di carne, ossa e spiritualità. E’ la ricerca di un equilibrio che in questi due anni ho avuto difficoltà a raggiungere na che infine ho ritrovato mettendo in ordine il caso che avevo dentro.

Tu fai tutto questo percorso usando a tratti sonorità inaspettate, un modo musicale molto moderno…
Sì, amo molto i contrasti e le cose inaspettate. Sono abbastanza camaleontica e mi piace l’originalità perché sono una che si annoia facilmente. Avere dei riferimenti sonori differenti tra l’elettronica e le preziose collaborazioni di grandi musicisti è per me molto importante.
Quest’ animo “vintage” me lo porto con me nonostante ami molto la musica elettronica e infatti abbiamo fatto anche un grande lavoro di Sound Design in “Mandala”.

Hera
Hera tra passione e spiritualità.

Veniamo al singolo “Kandinsky” che già dal titolo ci porta subito nel mondo delle immagini e del colore. Tu però sottolinei in questo brano il potere della follia e dell’immaginazione.
Sì, racconta di quello che è un po’ un viaggio nel proprio inconscio. La fusione tra immaginazione, realtà e fantasia è qualcosa che tiene viva la creatività e invito le persone a farlo anche per uscire dalle “gabbie” in cui siamo stati messi per molto tempo.

Tu parli molto dell’andare oltre i limiti. Secondo te un artista oggi per superarli, visto che è stato fatto un po’ di tutto, cosa deve fare?
Sicuramente andare contro corrente e io in questo mi sento di essere fuori dagli schemi. Io amo il Pop e non me ne vergogno, ma questo non vuol dire che la mia musica debba essere scontata e sottostare a delle regole che non gestisco io.

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Tu sei un artista a 360°. Anche il video l’hai voluto curare personalmente.
Un po’ maniacale direi anche… e devo dire che aver provato a immergersi in una vasca piena di latte è stato meraviglioso e lo consiglio a tutti!

ll tuo nome d’arte “Hera” in che modo ti rappresenta?
E’ una scelta forte. Ho scelto il nome di una divinità e questo comporta oneri e doveri. L’ho scelto di istinto passeggiando per le strade di Londra e nel 2016 ho avuto questa illuminazione e ho pensato che era la scelta giusta perchè racchiudeva passionalità e spiritualità elementi che mi rappresentano fortemente.

Ci spoileri qualche altra novità...
Non mi sto fermando, sto scrivendo e non mi accontento!! Tanti concerti in estate sia in Italia che all’estero e quindi seguitemi sui social per rimanere aggiornati.

Il video di “Kandinskij” di Hera.

Il videoclip ufficiale di “Kandinskj” esalta il tema della follia e del potere dell’immaginazione. La protagonista intraprende un viaggio nel proprio inconscio, una sorta di psicoanalisi in cui interroga Freud e si diverte a rompere gli schemi cantando e danzando in un “non luogo”, al confine tra sogno e realtà. Le luci soffuse, i colori tenui e l’ambientazione perlopiù essenziale sono il frutto di una scelta ragionata e condivisa dall’artista Hera con il Director Giulio Tedesco, il quale ha ben sottolineato i passaggi musicali attraverso scelte visive semplici, ma di grande impatto.

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