“Verità”(Tulipani nel Bronx), il nuovo brano di Ghendo, rappresenta un viaggio nei dubbi interiori dell’artista.
Dal sound che unisce rap e cantautorato, “Verità” rappresenta il dualismo interiore tra sete di conoscenza e paura dell’ignoto.
Le strofe, riflessive e poetiche, fanno da contraltare a ritornelli dal retrogusto pop, mentre la canzone evolve su un sound onirico.
Ghendo prosegue così la sua ricerca artistica di un sound personale, aggiungendo un altro tassello al mosaico introspettivo che riunisce la sua discografia.
Conosciamo meglio Ghendo
Emanuele Filizola, in arte Ghendo è un rapper e autore toscano, classe 1994, che esordisce mediaticamente con l’album “Forma Mentis”, di ispirazione ibrida, in distribuzione digitale tra la fine del 2020 e inizi del 2021.
Il progetto nasce grazie all’incontro tra Ghendo e Marco Sgaramella (musicista e compositore). La collaborazione nasce a fine del 2019 e prosegue tutt’oggi.
Quattro chiacchiere con Ghendo
Parliamo del tuo nuovo singolo “Verità”. Mi viene subito da chiederti, questa verità è così pericolosa come la fai trasparire dal tuo brano e dal tuo video?
Secondo me la verità per certi versi è una chimera irraggiungibile e chi cerca di raggiungerla spesso viene ostacolato da chi non vuole lasciarla trasparire. E’ pericolosa, dipende quale verità stai cercando.
E tu come mai decidi di fare un brano che parli della verità?
Ho preso questa decisione perchè secondo me ognuno oggi ha la sua verità, viviamo immersi nell’internet, nei social… ma sono sempre verità innocue, comode. Nessuno vuole veramente scavare a fondo nelle cose e si lascia prendere dalla risposta che più gli piace senza cercare quella vera che magari può ferirlo. Ho così deciso di parlare di questo nel mio piccolo cercando di smuovere un po’ le coscienze.
Tu accosti anche il pensiero di libertà, nel tuo brano, a quello del dolore dicendo “…passa ,il dolore, passa”.
Il dolore secondo me è un sintomo di liberazione. Quando stai nella tua confort-zone non provi dolore però è una prigione mentale in realtà. Quando vai allo scontro invece devi superare un trauma mentale dove poi però la ricompensa è alta ovvero la felicità.
Il dolore passa quando tu lo accetti, non devi farti fermare da lui.
Quindi superando il dolore si acquisterebbe la libertà, giusto?
Si, è sicuramente una risposta un po’ filosofica ma è quello che penso.
Parliamo della tua etichetta “Tulipani nel bronx”.
Loro sono per me più di un’etichetta sono la mia famiglia musicalmente parlando. Hanno scelto di credere in me e io cerco sempre di parlare di loro e rendergli omaggio perchè come loro credono in me io credo in loro e vogliamo crescere insieme.
Tu unisci come stili musicali il rap e il cantautorato. Le tue radici da dove arrivano?
Io arrivo dal rap poi le mie influenze musicali, essendo cresciuto in un ambiente musicale, mia mamma è un’insegnante di canto e una cantante, sono molteplici. La cosa che mi era sempre mancata era proprio la musica suonata e il groove che si crea. Ho così deciso (inconsciamente) di inseguire questo filone trovando il mio spazio a metà tra il rap e il pop.
Il tuo nome d’arte da dove arriva?
E’ un’italianizzazione di Gendo Ikari che è un personaggio anime degli anni ’90 che ha fatto la storia della cinematografia giapponese. Parlando di lui si potrebbe andare avanti giorni con riferimenti esoterici, biblici, filosofici e tra i temi che tratta c’è anche l’incomunicabilità umana. Tutto questo mi ha ispirato tantissimo per fare di tutto per inseguire i miei ideali.
Parlando di collaborazioni, il tuo progetto nasce dall’incontro con Marco Sgaramella. Quanto è importante secondo te una giusta complicità tra musicisti?
Io potrei dire 2 milioni! Marco fa parte di Ghendo tanto quanto me e il nostro progetto nasce dalla nostra sintonia. Io credo che nella musica , come in poche altre cose, si possa fingere poco. La musica non è un lavoro dove ti fai andar bene chiunque basta che sia bravo, c’è bisogno di intesa tra anime che collaborano con gli stessi occhi.
Marco è un mio carissimo amico, gli voglio bene come ad un fratello e abbiamo la stessa visione musicale e credo si senta dai pezzi.
Dopo “Verità” cosa ci aspettiamo?
Ci saranno tante sorprese e ci saranno delle collaborazioni di cui sono felicissimo ma che non posso ancora svelare nulla.
Potrebbe esserci un Sanremo Giovani nel tuo futuro?
Assolutamente si perché è una realtà che io apprezzo moltissimo. Il Festival ha una storia secolare come non potrei non ammirare il lavoro e i professionisti che rendono grande questo evento? E’ uno dei miei sogni nel cassetto salire su quel palco.