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CHESSA: “La musica è il mio ossigeno ”. Il suo nuovo singolo “Me Stesso”. Intervista esclusiva. 
Scuro Chiaro

CHESSA: “La musica è il mio ossigeno ”. Il suo nuovo singolo “Me Stesso”. Intervista esclusiva. 

Chessa

Quello che sto cercando di portare è un qualcosa di nuovo che potrebbe trovare spazio anche qui in Italia.

Chessa.

Chessa ci presenta il suo nuovo singolo “Me stesso”.

Di cosa parla il brano


“Me stesso” è un brano autobiografico che racconta un periodo particolare per l’artista e di come lo stia superando grazie alla musica.


Attraverso la determinazione e la forza di volontà nell’andare oltre qualsiasi ostacolo si presenti nel percorso, superando ogni difficoltà visualizzando un obiettivo principale o prefissandosi degli obiettivi momentanei ogni giorno per trovare stimoli e per non rischiare di buttarsi giù per troppo tempo.

Conosciamo meglio Chessa.

Claudio Chessa, in arte Chessa, è nato ad Alghero nel 1996.
Fin da piccolo l’influenza musicale in famiglia è tanta, da Zucchero a Pino Daniele passando per Vasco Rossi. Inizialmente si avvicina molto cantautorato italiano, ma il blues e il soul sono i generi che lo hanno colpito fin da subito.

All’età di 12 anni si iscrive ad una scuola di canto locale e dopo 4 anni con più consapevolezza vince un concorso canoro nazionale che gli permette prendere parte ad un progetto accademico di 5 anni a Milano con la VMS di Loretta Martínez. In 5 anni ha ricevuto gioie ma anche dolori e, dopo essere diventato papà, decide di stoppare con la musica per un po’ finché non arriva al limite in cui non può più farne a meno e torna ad essere il suo obiettivo principale. Trasferito così a Torino decide di contattare un suo vecchio insegnante che aveva conosciuto a Milano (che nel mentre è diventato il miglior vocal coach in circolazione), Pachy, grazie al quale è riuscito a sbloccarsi e a fare lo step successivo, scrivere e arrangiare i propri brani, allontanado la paura e buttando fuori tutte le emozioni in musica.

Una volta sbloccato non smette più di scrivere, tenta e ritenta finché non trova la sua strada, l’R&B, il genere che fin da piccolo l’aveva influenzato. Dopodiché grazie a questa crescita e grazie a dei brani che aveva scritto firma un contratto di co produzione con Up Music a Milano e ha iniziato a capire ancora di più cosa vuol dire lavorare con la musica, quell’obbiettivo che ricerca fin da piccolo.

Quattro chiacchiere con Chessa.

Il titolo di questo singolo mi sembra già di perse molto eloquente. Come mai hai deciso di raccontarti cosi “profondamente” al tuo pubblico?
Ho deciso più che altro di raccontare un esperienza traumatica che mi ha coinvolto circa un anno e mezzo fa.
Il brano parla di come sono riuscito a superare tutto questo anche attraverso la musica

Questa canzone diventa un atto liberatorio per te ma anche un momento di condivisione con il pubblico quindi?
Assolutamente si e lascia lo spazio alle persone di potersi ritrovare in quella stesa situazione.

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Il tuo percorso nel mondo della musica è a tratti combattuto e con “alti e bassi”. Quale è stato l’elemento scatenante che ti ha fatto decidere di ritornare capendo che non ne potevi fare a meno?
Io ho iniziato da piccolo a far musica e poi sono diventato papà molto giovane e proprio in quel periodo ho ricevuto una “batosta” molto forte a livello musicale.
Da quel momento ho detto basta dedicandomi solo alla famiglia. Mi sono accorto dopo due anni che mi mancava l’ossigeno che la musica mi dava, era il mio modo di esprimermi, di comunicare e tornare a farla mi ha fatto ritrovare con me stesso.

La tua scelta musicale a livello stilistico va verso il blues, l’r&b e quindi non nel pop italiano puro. Come mai questa scelta?
Si esatto, ho anche influenze hip hop. Amo molto unire i diversi generi tra loro.
La scelta è molto legata ai miei ascolti fin da piccolo; i primi artisti con cui sono cresciuto sono stati Zucchero e Pino Daniele.
In seguito mi sono avvicinato ad artisti come Michael Jackson, Ray Charles, Steve Wonder. Più avanti ancora Byonce, Justin Biber, Justin Timberlain, Chris Brown.


La Sardegna, spesso considerata un isola molto “chiusa” ci sta regalando grandi artisti, non ultimo Mahmood. Come mai secondo te ha questo grande patrimonio musicale
Non saprei dire nel dettaglio il perchè ma certamente c’è notevole difficolta ha uscire da quest’ isola.

Prossimi progetti?
Non so quando esattamente ma vorrei pubblicare un Ep dato che abbiamo tanti brani pronti e continuò a scrivere, è il mio “pane quotidiano”.


Ascolta il brano .

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