CHE STORIA E’ LA MUSICA
RAI 3 9 giugno 2019 h 20,30
E’ andato in onda domenica 9 giugno su RAI 3 un programma nuovo, in qualche modo rivoluzionario.
Uno spettacolo fortemente immaginato e voluto da Ezio Bosso con il sostegno e la collaborazione di Angelo Bozzolini.
Il desiderio di Ezio Bosso è di creare un programma che potesse coniugare la televisione alla cosiddetta musica alta.
Vuole, Bosso, raccontare la musica attraverso le metafore della vita e raccontare la vita attraverso la musica.
Vuole fare questo racconto attraverso un dialogo continuo ed orizzontale dove tutti sono protagonisti: il Direttore, la sua Orchestra, il pubblico in sala e a casa, gli ospiti famosi e provenienti da diverse realtà, creando legami.
Si dipana così un programma che durerà tre ore e mezza, senza interruzioni pubblicitarie e con un breve intervallo tra due tempi.
Tre ore e mezza dove non c’è mai un calo di attenzione o di tensione.
“Lo spettacolo è incentrato sull’ esecuzione della Quinta e Settima sinfonia di Beethoven, che sono composte da quattro tempi: allegro, allegro con brio, andante con moto e allegro presto.Al termine di ognuno, un ospite si siede accanto a me e discuteremo del suo rapporto con la musica, delle sensazioni che ha provato e del significato del movimento della sinfonia”. (E. Bosso)
Gli ospiti della serata sono i più vari e taluni apparentemente lontani dal discorso musica, eppure ognuno di loro metterà in evidenza invece un forte legame con ciò che fa, con ciò che è e con la musica.
Gli ospiti sono: Luca BIZZARRI, Alessandra FACCHINETTI, Roby FACCHINETTI, Andrea LO CICERO, Nicoletta MANTOVANI, Enrico MENTANA, Alfonso SIGNORINI, Gino STRADA, Anna TIFU, Andrea ZANOTTI e il Coro della Sosat.
Il luogo dove si svolge questo evento è il Teatro Verdi di Busseto che è stato rivoluzionato per porre l’orchestra e il suo direttore al centro della platea, così da avere il cuore dello spettacolo avvolto da un’atmosfera intima e famigliare.
Fin qui la descrizione di un programma, i particolari tecnici, ma poi c’è lo svolgersi di questo piccolo gioiello, di questo dono di bellezza che Ezio Bosso riesce a realizzare.
Il Maestro Bosso introduce, spiega i diversi tempi delle due sinfonie di Beethoven, la V e la VII.
Ci fa scoprire i temi portanti, i richiami continui dei vari strumenti di questi temi. Il chiamarsi e il rispondersi dei vari gruppi strumentali, dandoci quel minimo di conoscenza, di consapevolezza che aggiunge un tocco in più alla bellezza intrinseca di queste musiche.
Perché come dice Ezio:
“La musica è una storia che entra dalla pancia, passa per il cuore e fa muovere la testa”
Dirà tante cose della musica Bosso durante il programma e tante ne farà dire ai suoi ospiti ponendo ad ognuno di loro la domanda: Che storia è la musica, per te?
Potrei riempire una pagina con tutte gli aspetti, le qualità che vengono date della musica.
Alcune le voglie riportare, perché mi hanno profondamente commossa e le ho sentite vere e intense anche per me.
“La musica fa trascendere il dolore e lo fa diventare conforto”
Bosso lo dice riferendosi a Beethoven, ma riferendosi anche a se stesso ed ho sentito li in quel momento che era profondamente vero per me e credo che ognuno possa scoprire come è vero anche per se.
“La musica libera”
“La musica è storia di scambi”
“La musica è stupore”
“La musica è fatta di sguardi”
Riguardo a quest’ultima definizione, un aspetto che ho particolarmente apprezzato e ho trovato arricchente è stato sentire suonare questi brani vedendoli anche suonare.
Mi spiego meglio.
Non c’è dubbio che sentire la musica dal vivo è un’esperienza assolutamente unica che è diverso dal sentirla registrata o comunque ripresa.
E’ anche vero che se vado ad un concerto, non vedrò mai il direttore d’orchestra se non di spalle; così come degli orchestrali si ha sempre una visione d’insieme, non dei singoli.
Qui, in un concerto che non è un vero e proprio concerto, con le riprese dei cameramen si è potuto godere anche del vedere come vivevano, assorbivano, suonavano la musica.
Si è potuto vedere ed essere toccati dalle emozioni che vivevano nel esecuzione delle sinfonie.
E questa componente visiva riguardava tutti, non solo il Direttore, non solo gli Orchestrali, ma anche il pubblico, perché, citando ancora una volta Ezio Bosso
“Chi ascolta sta suonando senza uno strumento”
Ezio Bosso, sia quando compone, sia quando suona che quando dirige un orchestra riesce a trasmettere nella musica questo suo sentire l’energia della vita che vibra.
La musica di Bosso, sia che sia la “sua “ musica (anche se come dice lui non esiste una proprietà della musica, perché è di tutti), sia che la suoni, sia che la diriga è un tremore, una fiammella che vibra che si espande in bellezza ed energia, una spinta che nasce, davvero, nella pancia e cresce, sale ti fa vibrare lo stomaco, il cuore, ti toglie il fiato, ti punge gli occhi con fiumi di lacrime che pretendono di tracimare.
Questo è stato evidente, percepibile, travolgente, durante l’esecuzione dell’ultimo tempo della VII Sinfonia dove ad un certo punto è stato necessario sollevarsi, alzarsi in piedi: gli orchestrali, il pubblico, Ezio stesso (nonostante la sua disabilità) ed anch’io da casa mi sono ritrovata sollevata, alzata, innalzata.
E’ stata un esperienza totalizzante che ancora adesso che ne scrivo mi stringe un nodo alla gola.
Davvero, per concludere ancora una volta con le parole di Ezio Bosso:
“La musica è una storia che lascia senza fiato”
“La musica non basta mai, puoi sempre fare meglio, fare di più, non sei mai contento, ma sei felice.”