L’odio appartiene solamente a chi lo vuole esprimere ma non ha una base fondata.
Brazeit
Finalmente il primissimo e attesissimo singolo di Brazeit
Il brano d’esordio è “Cliché”, uno degli ultimi brani scritti dall’artista, nato e cresciuto alle porte di Milano, brano che gli permette di esprimere ciò che vive abitualmente nella sua provincia.
Le sue origini meridionali, provincia di Napoli, lo hanno portato spesso a pregiudizi, all’odio nei suoi confronti a causa della sua provenienza e attraverso questa canzone spiega però come sia cambiata radicalmente la visione degli altri nei suoi confronti e delle minoranze in generale grazie anche alla musica.
Racconta come lui sia riuscito a trovare spazio in un mondo ormai omologato, grazie a chi è gli è vicino e alla sua caparbietà.
Giacomo, vero nome di Brazeit, in questo momento è in studio per completare il suo primo album che vedrà la luce nel 2023, ma intanto si prepara alla pubblicazione di altri singoli nei prossimi mesi.
Quattro chiacchiere con Brazeit
Come ci si sente, emotivamente parlando, ad avere un primo singolo pubblicato?
Sono molto entusiasta e emozionato perché mai mi sarei aspettato di fare musica mentre adesso mi cerco e mi trovo su Spotyfy.
Con “Cliché” tocchi un argomento che oggi non dovrebbe essere più un problema ma purtroppo lo è. Tu sei di origine meridionale, arrivi a Milano e ci sono i diversi disagi che questa cosa porta nella tua vita.
Io questa problematica l’ho sempre vissuta in modo positivo non volendo trovare l’accanimento, ma nel tempo mi sono accorto che l’effettivo odio c’è e di conseguenza, non provando rabbia verso nessuno, ho cominciato a pensare che quello sbagliato fossi io.
La musica in questo mi ha aiutato tanto anche facendomi conoscere tantissime persone di origini diversissime.
Quindi anche se il tuo brano ha un sound abbastanza aggressivo, il sottotesto è un’incomprensione dell’odio. Cosa molto strana per chi fa rap… dato che siete sempre molto arrabbiati!
Si è vero. Anche io ho iniziato a fare Rap un po’ per esprimermi a arrivare con le mie opinioni al più largo numero di persone mettendo in conto che il riscontro può essere positivo o negativo.
Questo però per me non è importante, la cosa a cui tengo è far capire cosa provo realmente.
Quando hai quindi capito che la musica poteva essere la miglior forma di espressione di quello che tu avevi dentro?
L’ho capito con l’ascoltare la musica in generale di molti artisti italiani che esprimevano quello che vivono ogni giorno, ciò che hanno passato e vorrebbero cambiare. Così mi sono accorto che tramite le canzoni capivo gli artisti.
A questo punto non posso non chiederti quali sono stati i tuoi artisti di riferimento.
Sicuramente l’artista che mi ha spinto a intraprendere la carriera musicale è stato Geolier, un ragazzo classe 2000 di Napoli. Io tramite la sua musica è come se lo conoscessi di persona anche se non ci siamo mai incontrati.
Come mai la scelta del nome d’arte Brazeit?
In effetti è difficilmente comprensibile e non ha un senso logico ma è nato perché io ho un fratello maggiore che lo chiamavano con questo nome, senza ragione, che mi affascinava molto.
Stai già lavorando al tuo primo Album?
Ora come ora stò scrivendo molto e ho già in mente cosa far uscire dopo “Cliché” per rispettare anche il mio itinerario logico a livello musicale e dopo si penserà più in grande con un Album.
Nei tuoi progetti un Sanremo Giovani o un Talent?
Attualmente preferisco esprimermi a livello individuale senza entrare in “certi giochi” dato che non mi ritengo ancora pronto a livello artistico. Devo farmi le ossa!!!
Il video di “Cliché” di Brazeit
Il brano, dal sound duro e con una voce cupa e graffiante è accompagnato da un video che porta la firma di Federico Reina, giovane regista che ha curato molti videoclip della scena rap milanese e non solo.