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Pier Cortese: intervista ad un artista davvero poliedrico. Il nuovo singolo e il video.
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Pier Cortese: intervista ad un artista davvero poliedrico. Il nuovo singolo e il video.

È PER TE” è il nuovo singolo e videoclip di PIER CORTESE.
Il brano ci accompagna verso l’uscita del nuovo album di inediti del musicista, cantautore e produttore romano, atteso per il prossimo autunno.
A gennaio il ritorno di Pier Cortese è stato con il brano “Tu non mi manchi”.

Chi è Pier Cortese

Quella di Pier Cortese è da sempre una personalità sfaccettata e creativa, costantemente proiettata nel futuro.

Artista poliedrico e versatile, in venti anni ha attraversato la scena musicale contemporanea in molti modi: dalla partecipazione al Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte nel 2007 con il brano “Non ho tempo”, alla composizione di colonne sonore, fino alla prolifica attività di autore e produttore artistico che lo ha portato a collaborare con personaggi del calibro di Niccolò Fabi, Fabrizio Moro, Marco Mengoni, Simone Cristicchi, Mondo Marcio e molti altri.

L’intervista a Pier Cortese

Parto dal finale del tuo brano “E’ PER TE”. Perché decidi di affidarlo ad una bambina?
Una storia incredibile questa! Io vivo lo scrivere canzoni con un’idea di regia dove si aprono delle stanze, delle situazioni e a seconda delle inquadrature si vive un’esperienza diversa. L’anno scorso mentre scrivevo questa canzone sentivo il bisogno di un’altra inquadratura, con un aspetto narrativo, non volevo una ripetizione di ciò che già c’era ma cercavo un valore aggiunto. Stavo guardando, mentre scrivevo il brano, il ringraziamento alla notte degli Oscar di Joaquin Phoenix, non ti dico l’impatto emotivo e ho pensato: questo è il finale!
Prendo tutto il discorso lo metto alla fine della canzone e volo altissimo, faccio una specie di remix live, ovvero mi ci metto a suonare sopra, per me questa era la versione definitiva.
Chiaramente poi il mio ufficio stampa mi fece notare che ci volevano i permessi e sapevo non sarebbe stato facile realizzare il tutto. Ci ho provato ma… nulla!

Quindi poi come hai risolto il problema?
Io fregandomene di questo dettaglio, che tanto dettaglio non era, ho fatto vivere così la canzone per un anno e, un mese prima dell’uscita, si pone il problema che rimane scoperto il finale.
Penso che l’unica persona che potesse aiutarmi in Italia fosse Elio Germano. Lo chiamo gli racconto la storia, lo prego di aiutarmi e gli dico che il tutto mi serviva in tempi brevissimi: lui era impegnato in un film e quindi non possibile.
Mi rimetto a pensare alla canzone al motivo per cui l’ho scritta, la speranza che le generazioni successive avessero il tatto che non non abbiamo avuto rispetto ad una serie di cose nel guardare il mondo, soprattuto la parte più fragile che è quella a cui dedico la canzone.

Una storia ricca di suspense. a questo punto ci devi svelare il finale!
Ho pochissimi giorni. Scrivo un testo di notte perché non faccio altro che pensare a questa cosa che era un’ossessione totale e quando la rileggo il giorno dopo mi sembrava molto vicino al racconto di un bambino: una storia da raccontare alla nuova generazione.
Penso a mia figlia e ho dovuto “contrattare con lei” perché desse voce al mio testo e… anche li stavo per ricevere un altro no.
La convinco e mi fa il pezzettino finale e poi come sempre:

“le strade in salita sono il modo migliore per guardare il panorama”.

Scrivere la storia di un sorriso in un momento come questo che non è facile, perché?
In realtà è la storia di un sorriso che incontra un mezzo sorriso che è il punto focale della storia nel senso che il mezzo sorriso si chiede come possa riscoprirsi un sorriso intero. Il senso è nel fatto di dedicare una sensibilità e un’empatia alle cose universali che a volte ci sembrano retoriche.

pier cortese
Pier Cortese, artista dalle mille sfaccettature.

La scelta quindi di andare su musica tribale e ancestrale è legata al ricordare una parte di mondo spesso dimenticato?
Si esatto. L’ ho fatto metaforicamente con il suono, questa maniera ancestrale, per ricordare la lontananza con cui si guardano certe cose, le cose che in realtà sono i cerotti più grandi che dovremmo mettere e su cui dovremmo poggiare la nostra attenzione. Noi siamo abituati a guardare una facciata delle cose ma in generale c’è l’altra facciata in tutte le cose anche quelle quotidiane.

In “E’ PER TE” hai lavorato prima sul testo o prima sulla musica?
Ho lavorato prima il testo, ma non ho sempre la stessa maniera quando scrivo.
A volte sono stimolato da uno strumento nuovo che ho comprato e che emette dei suoni per cui mi fanno venire in mente cose nuove. Altre dal ritmo di alcune parole che messe insieme sento che possono dar vita ad una melodia interessante.
Con “E’ PER TE” volevo essere molto dritto sul tema che volevo trattare.
Avevo scritto qualche frase che sapevo poteva essere l’inizio di qualcosa e poi mi sono messo a creare un luogo sonoro che non c’entra necessariamente con la canzone, come se fosse una colonna sonora.

Nel video sembra che tu sia live e passano immagini molto intense dietro di te, come mai questa scelta?
Io ho anche la passione per la realizzazione dei video e in questo caso sembra una colonna sonora al contrario. Ho messo le immagini sulla musica. Il video è realizzato enfatizzando molto le immagini che si intrecciano e sono tutte ricche di significati.

Secondo te l’artista del domani è un artista poliedrico, come sei tu?
Io penso di si: viviamo un tempo dove la canzone ci deve dare qualcosa di più. Penso sia necessario aprire le porte ad un nuovo modo di vedere la musica avendo però le conoscenze e le competenze per farlo.
Oggi purtroppo molti autori delle nuove generazioni sono figli della società veloce dove c’è bisogno più della frase d’effetto che del contenuto.
Abbiamo però una giustizia temporale che determina il perdurare di qualcosa che ha davvero valore.

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Tu hai sempre presente il mondo dei bambini. Mi parli di Little Pierre? Perché prevedeva un’App per tablet e smartphone?
Si io in questi 12 anni, dove ho smesso di fare il cantautore, non ho smesso di fare musica. Mi sono creato mondi paralleli in linea a quello che sentivo. Little Pierre sono due dischi di canzoni per bambini realizzati con tanti amici cantautori ospiti tra cui Niccolò Fabi, Gnut, Bianco e Simone Cristicchi,ed è stata un esperienza meravigliosa.
Ho realizzato un’applicazione nel 2013 che si interfacciava al significato della canzone “L’ospedale dei pesci” e in questo gioco si ripuliva il mare e lo si ritrovava splendente di colori.

Hai nominato tante collaborazioni importanti, ci racconti qualcosa di quella con Simone Cristicchi?
Con Simone siamo cresciuti insieme, poi ultimamente ci siamo un po’ allontanati ma semplicemente perché le vite a volte sono fatte così.
Dal ’99 per sei, sette anni tutti i giorni abbiamo suonato insieme, una sensibilità musicale simile ci univa tantissimo, abbiamo scritto delle cose insieme ed eravamo davvero anche molto amici.

E’ in uscita il tuo nuovo album.
Si, finalmente! Dopo 12 anni, ci sono stati talmente tanti cambiamenti, che questo è un super parto! Questo disco è proprio una ripartenza molto motivata. Ora aspettiamo il ritorno dei live!

Il video di “È PER TE”

Il videoclip è stato realizzato come fosse una performance live, dove musica e immagine interagiscono, si intrecciano e si scambiano suggestioni, metafore e significati.
L’idea è quella di enfatizzare la pulsazione, la fisicità e la coralità del brano, alternando il gesto fisico del suonare e ballare all’approfondimento poetico ed emotivo dell’immagine.
Si crea così un tutt’uno artistico che riporta in modo più immediato e potente il messaggio della canzone.





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