E’ versatile, espressivo, sa essere sensuale, ma anche ironico ed istrionico, sa coinvolgere il pubblico ed emozionare.
Matthew Totaro è un danzatore, nasce a Napoli l’8 maggio 1990 e si appassiona all’hiphop ed al breaking dall’ età di 11 anni. Da quel momento in poi fa della sua passione una professione, calca i più prestigiosi palchi teatrali, le scene televisive e partecipa ad eventi e battle internazionali. Porta la sua napolinità in ogni attività, cresce come ballerino e come performer studiando e lavorando con i migliori coreografi italiani e condivide il palco con artisti di successo prendendo da ognuno di loro il meglio per arricchirsi e portare, dentro il suo percorso, ogni esperienza.
E’ versatile, espressivo, sa essere sensuale, ma anche ironico ed istrionico, sa coinvolgere il pubblico ed emozionare.
Da qualche anno vive a Parigi ed ha allargato i suoi orizzonti avvicinando alla carriera da ballerino, un percorso come modello, fotografo e videomaker… Andiamo a conoscerlo meglio, saprà ancora una volta stupirci!
L’intervista a Matthew Totaro
Dopo tanti anni in Italia come ballerino e performer ti sei trasferito a Parigi, per chi non ti conosce, chi è Matthew? Chi è stato in passato e chi è ora?
Matthew è un bboy nato dalla passione che ha scoperto a 11 anni per la breakdance e successivamente per l’hiphop. Mi piace ricordare che Matthew è un autodidatta che si è formato per strada con gli amici napoletani…
Dopo tanti anni di allenamenti e training per apprendere le figure della brekdance, i miei amici ed io abbiamo iniziato una carriera artistica nel mondo dello spettacolo.
La prima esperienza è stata a 16 anni con Alessandro Siani, mio padre ci accompagnava a teatro dove ci esibivamo tra uno sketch e l’altro, ho avuto modo così di conoscere tante persone e di farmi conoscere nel mondo dello spettacolo.
Con il passar del tempo, il legame e le esperienze condivise con i ragazzi della “Knef Crew”, si sono consolidati e ci hanno portati fino ad Amici di Maria De Filippi dove siamo entrati come prima Crew in Italia a partecipare ad un programma televisivo del genere portando il nostro stile e la nostra voglia di mostrare al grande pubblico cosa fossero dei bboys.
In tutto questo periodo ho partecipato sempre con il mio gruppo a moltissime competizioni sia in Italia che in Europa, siamo cresciuti molto con questi battle alzando il nostro livello agonistico e coreografico sempre di più. Ci siamo uniti con la Crew dei De Klan e abbiamo rappresentato l’Italia all’estero in diverse competizioni che ci hanno formato moltissimo implementando anche le nostre capacità artistiche.
La mia carrera in Italia è stata bellissima, sempre in crescita e mi ha permesso di collaborare con grandi artisti finchè un giorno ad Amici ho incontrato la mia attuale ragazza, Tamara Fernando, a Roma e mi sono trasferito a Parigi per amore.
Con il passare del tempo le mie opportunità lavorative sono diminuite in Italia, e questo è giusto perchè i coreografi hanno dato spazio a giovani talenti ed io allora ho deciso di trasferirmi definitivamente in Francia e ricominciare da zero.
Questa scelta mi ha messo veramente in gioco perchè dovevo farmi conoscere da capo in un paese dove non conoscevo neanche la lingua, avevo dei timori, ma nello stesso tempo è stata una sfida per me… l’inizio di una fine e la fine di un nuovo inizio!
Non è stato facile integrarmi, soprattutto non conoscendo la lingua francese, mi ha molto aiutato entrare nella “Crew Pokemon” con cui ho condiviso degli spettacoli di brekdance. Dopo due anni e mezzo posso dire di aver appreso la lingua ed essere in grado di “vendermi”, di confrontarmi, di gestire tutte le situazioni, a volte mi sembra persino incredibile!
Matthew in passato era un ragazzo che sognava di raggiungere dei grandi livelli di danza, dei grandi traguardi soprattutto nella brekdance, desiderava essere una persona stimata e apprezzata in questo mondo. Questo sogno si è avverato sia a livello individuale che con i Knef e con i De Klan per esempio raggiungendo il 5° posto al mondo nel Battle of the year. La competizione oggi non rappresenta più un traguardo per me, oggi sento di aver trasformato quell’energia in qualcosa di più armonioso e creativo.
Matthew desidera creare emozioni ed armonia con il proprio corpo e portarle nel mondo dello spettacolo… Ieri mi trovavo a lavorare con la breakdance e l’acrobatica, oggi invece mi ritrovo a essere un artista più completo che, anche grazie alle esperienze, trasforma in movimento le sensazioni dei coreografi.
La determinazione che mi ha sempre accompagnato nelle competizioni, mi ha aiutato a vincere le sfide anche nel mondo dello spettacolo per esprimere sensazioni, emozioni, passioni, per migliorarmi e crescere. Ieri ero una persona che sognava di affermarsi nel mondo del breaking, oggi mi sveglio come un artista freelance che vuole sfondare cogliendo le diverse opportunità o creandosele.
Tu nasci come bboy, hai partecipato a numerosi eventi di hiphop tra i più prestigiosi collezionando premi con le crew di cui fai parte (Knef ,De Klan, Pokemon). Ci spieghi cosa vuol dire per te far parte di una crew e ci racconti un aneddoto, un ricordo speciale legato a quel periodo?
Il fatto di essere un bboy nasce praticando questa disciplina. Divido il mio periodo come bboy in tre fasi.
I Knef sono stati la mia prima crew, ho condiviso per 10 anni con queste persone il mio percorso e sono stati come dei fratelli, siamo nati insieme da zero e abbiamo raggiunto un’infinità di traguardi, grazie a loro i miei sogni si sono avverati.
Questa fase della mia vita viene raccontata in una serie Tv intitolata “Combatto per vivere” disponibile su Prime Video, in cui si assiste alla nostra scalata partendo dai sobborghi di Napoli fino a far parte di prestigiosi spettacoli, di musical in cui sono stato il ballerino principale, di programmi televisivi.
La seconda fase è quella in cui ho fatto parte dei De Klan, una crew di ragazzi provenienti da varie parti d’Italia che si sono uniti per portare alto il nome dell’Italia in tante competizioni come “HipHop Connection” e “Battle of the year”. Con i De Klan ho fatto moltissimi lavori in Italia, abbiamo creato degli Street Show che poi sono diventati spettacoli all’interno delle competizioni. All’interno dei De Klan c’erano comunque sempre i miei compagni dei Knef.
La terza fase è quella in cui ho lavorato con i Pokemon, una crew francese di successo. E’ stato difficile all’inizio lavorare, per problemi di comunicazione, ma nonostante questo sono stato accolto e integrato in modo molto spontaneo e familiare… è come se avessi trovato una Knef francese. Ricordo con piacere che per entrare nei Pokemon ho fatto un casting e tra le persone presenti c’era un personaggio che conoscevo da quando ero piccolo, un ballerino a cui mi ero ispirato guardando i suoi video a Napoli. Mi hanno scelto come breaker e ho iniziato questo viaggio in modo inaspettato! Mi hanno aiutato a comunicare un po’ in inglese e un po’ in francese, mi hanno fatto sentire subito parte del gruppo e mi sono sentito come in una famiglia esattamente come succedeva nelle mie crew in Italia. Il clima è sempre stato familiare ed è stato molto formativo lavorare con loro e certe situazioni sono state come un dejavù.
Teatro e televisione: in Italia hai lavorato in entrambi, hai fatto entrambe le esperienze. Da Amici come concorrente e poi come professionista, a Sanremo, a “Facciamo che io ero” con Virginia Raffaele, a “Nemicamatissima” con la Cuccarini e la Parisi, a teatro con “Romeo e Giulietta Ama e Cambia il Mondo” a “Il principe abusivo” a “Lo Schiaccianoci” con l’Opera di Roma… Quali differenze trovi? Cosa ti ha lasciato di unico il teatro? E la TV?
Questa domanda è molto interessante perchè realmente c’è una differenza enorme tra il teatro e la televisione.
Io ho iniziato la mia carriera a teatro, mi ha sempre emozionato, quando ti esibisci a teatro c’è un’atmosfera magica,ci sono le persone innanzitutto, c’è il pubblico, ma poi ci sono gli odori, i colori, c’è quello che vivi sul palco, ma anche quello che puoi vedere da dietro le quinte da un piccolo spiraglio, c’è il fatto che in ogni spettacolo vivi delle sfumature diverse!
Osservi ogni sera le persone e te stesso e percepisci le diversità, sei immerso in un mondo così bello, così vero, così coinvolgente che ti forma come persona.
Grazie al teatro ho imparato a esprimere le emozioni dei personaggi, a vivere le emozioni più varie, a provare qualcosa di unico.
Il mondo della televisione è anche una bellissima esperienza perchè ti dà la possibilità di lavorare con grandissimi artisti e anch’essa ti forma. La televisione però è tutta un’altra emozione: c’è la consapevolezza di essere visto da milioni di persone da casa, è un ambiente molto commerciale e molto diverso.
Io sarò per sempre grato a chi mi ha dato la possibilità di partecipare a programmi importanti come Nemicamatissima, come il palco dell’Ariston di Sanremo, come il concerto dell’Amoroso all’ Arena di Verona.
Se dovessi dire quale preferisco, direi il teatro perchè è più dinamico, la costanza nel fare uno spettacolo ti porta sempre a migliorare, a cambiare, a creare nuove sfumature dei personaggi. Anche per la tv ci sono delle creazioni ovviamente però sono più fisse. Sono fatte e fissate in un video e restano statiche.
Le esperienze tra teatro e televisione mi hanno lasciato tantissimi bei ricordi che ho condiviso con altri danzatori ed artisti speciali. Il teatro mi ha lasciato dei ricordi che riafforano ancora oggi quando mi trovo in un teatro… è come se tutti gli spettacoli vissuti tornassero alla memoria attarverso i suoni, le luci, gli odori, lo scricchiolio del palco.
Tutto questo resterà per sempre dentro di me insieme alle emozioni, alle tensioni, alle connessioni con le persone e con le atmosfere uniche che ho vissuto in questi momenti. La televisione mi ha dato visibilità, mi ha permesso di dimostare al grande pubblico chi fossi e che contributo potessi dare con la mia arte.
Anche in questo ambito ho conosciuto moltissimi artisti importanti come Christian De Sica, Giorgia, Heather Parisi con cui sono rimasto in contatto ancora oggi.
Hai fatto esperienza anche di cinema con Tullio Imperatore nella serie “Combatto per vivere”. Come vive un ballerino come te il rapporto con la recitazione e il cinema?
Combatto per vivere è un grande traguardo che ho raggiunto con i Knef, è la storia della nostra crew, rappresenta quello che abbiamo vissuto in una città come Napoli nel nostro percorso di giovani ballerini, la serie è disponibile su Amazon Prime.
La capacità di recitare è innata, sicuramente con lo studio si può migliorare però per me la recitazione è nata insieme alla danza. Un ballerino recita con il corpo e le esperienze nel mondo dello spettacolo ti fortificano, ti insegnano, ti abituano a esprimere le emozioni, le sensazioni con lo sguardo, con la pelle, con le movenze, con le espressioni con tutto te stesso anche senza parole. Ogni danzatore ha una personalità anche come attore, naturalmente chi più e chi meno.
Da qualche anno vivi a Parigi e ti stai dedicando anche alla pubblicità, al video, alla fotografia. Com’è cambiata la tua vita in Francia?
La mia vita in Francia è cambiata relativamente perchè faccio comunque quello che mi piace e combatto per fare quello che mi piace.
In Francia il mestiere del danzatore è rispettato, protetto e valorizzato.
Nel periodo del lockdown in cui tutti ci siamo fermati, tutti ci siamo sentiti vuoti e bloccati, io mi sono detto che era necessario reinventarsi, trovare del tempo per se stessi e per le persone che amo. Allo stesso tempo ho capito che poteva essere un periodo creativo in cui trovare qualcosa che potesse darmi la possibilità di preparare un progetto da fare non appena tutto fosse tornato alla normalità. Si è concretizzata la mia passione per la fotografia e per il videomaker, in particolare mi è venuto il desiderio di fotografare e riprendere gli artisti ed ho iniziato a sperimentare su me stesso e sulla mia fidanzata che era con me per poi, pian piano lavorare con vari ballerini e modelli francesi.
Sicuramente il mio senso artistico legato alla danza mi ha aiutato. Questa passsione dopo un anno, un anno e mezzo è diventata un lavoro.
Alcune cose sono cambiate, ma comunque faccio sempre parte del mondo dello spettacolo, anzi mi sono fortificato perchè faccio parte di alcune agenzie e perchè ci sono lavori commerciali legati alla pubblicità che mi hanno permesso di fare esperienze anche all’estero: in Spagna, a Beirut, in Egitto per esempio.
Parigi è al centro dell’Europa e ci sono molte possibilità di ricevere proposte diverse anche con richieste di spostarsi all’estero. In Italia sono sempre stato fortunato e ho avuto sempre la possibilità di lavorare grazie a chi ha creduto in me e nella mia bravura anche come interprete in coreografie che uscivano dal mio stile.
Tutti i danzatori hanno il diritto di lavorare, ma non tutti sono stati fortunati come me in Italia.
Cosa apprezzi di più dell’essere un artista all’estero? Quali vantaggi?
All’estero l’artista è più rispettato ed è inquadrato come lavoratore a tutti gli effetti, ci sono più possibilità diversificate di fare esperienze e vivere situazioni artistiche.
Anche il pubblico comune segue con costanza e cultura il mondo dello spettacolo dimostrando, soprattutto verso il teatro, interesse e stima. In Francia ogni artista può realizzarsi se crede in se stesso.
Tu sei un napoletano verace, sanguigno, passionale, generoso e creativo… Riesci a esprimere la tua napolinità vivendo a Parigi? Cosa ti manca di più dell’Italia?
Sicuramente stando a Parigi mi mancano tante abitudini italiane, ormai sono completamente immerso in un’altra cultura più internazionale e multiculturale.
Mi mancano la mia famiglia, gli amici e le persone che ero abituato a frequentare… il positivo è che quando li ritrovo è ancora più bello proprio perchè non li vedo da un po’ ed è un piacere immenso incontrarsi di nuovo.
Riesco ad esprimere anche qui la mia napolinità perchè sono una persona rispettosa della cultura altrui, ma che ha un carattere napoletano verace ed è impossibile non vederlo! Devo ringraziare Napoli e la mia famiglia perchè mi hanno formato così come sono e io mi distinguo per questo rispetto agli altri.
Nelle mie creazioni, negli spettacoli, nelle coreografie ci sono sempre degli elementi legati alla mia creatività tipica napoletana che influenza anche chi mi criconda e lavora con me. E’ un “dare/avere” tra culture differenti!
Cosa vorresti ancora realizzare? Che obiettivi vorresti ancora raggiungere?
Le cose da realizzare sono varie e spaziano in ambiti anche diversi tra loro…
Mi piacerebbe entrare sempre di più nel mondo della pubblicità per avere anche un cambiamento artistico, concentrandomi sullo sport model.
Desidererei entrare di nuovo in grandi produzioni teatrali perchè è un mondo che mi ha sempre attratto.
Inoltre vorrei realizzare foto e video professionali per grandi artisti, per concretizzare anche questa passione.
Spero di realizzarmi sempre di più anche a livello personale, nella mia vita privata.
Vorrei potermi far sempre sorprendere ancora dal mondo dello spettacolo di cui faccio parte e che dà un senso alla mia vita da quando sono un ragazzo.
Salutiamo Matthew, certi che la sua carriera sarà ancora lunga e costellata di successo e che la vita saprà regalargli tante soddisfazioni ed esperienze nuove e gratificanti perché Matthew è un ragazzo che ha sempre combattuto per realizzare i suoi desideri, che si è sempre impegnato per superare le difficoltà e che ha saputo usare il suo talento, abbinato a una creatività ed un’intelligenza fuori dal comune, per realizzare e per regalare emozioni al suo pubblico.
E, se si può aggiungere, Matthew sa essere un amico speciale una di quelle persone che ogni volta che incontri, ti pare di non vedere da pochi giorni, anche se sono passati anni, perché nonostante il suo successo come artista non ha mai perso la sua semplicità, la sua umanità e la sua capacità di vicinanza. In bocca al lupo Matthew!