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Jaboni canta l’amore che salva. “Love comes back to me” il primo singolo e il video. Intervista esclusiva.
Scuro Chiaro

Jaboni canta l’amore che salva. “Love comes back to me” il primo singolo e il video. Intervista esclusiva.

Jaboni

Love comes back to me” è il primo singolo in inglese dell’intenso cantautore JABONI.

Il brano, prodotto da GIL produzioni di Giorgio Lorito, racconta un amore fatto di attese e distanze ma anche capace di fiorire nella lontananza e fortificarsi a ogni nuovo incontro.
Racconta un amore che libera dalle costrizioni, trae in salvo e fuori dal buio.

Un amore che dona e nel suo donarsi senza riserve pretende di essere ricambiato. Pretende che l’amore donato torni indietro, dove sarà accolto, ogni volta come sempre. É un amore che sa aspettare perché è un amore che conosce. Sa che anche se costretto in case e città diverse verrà sempre riconosciuto e sempre gli verrà aperta la porta.

L’intervista a Jaboni

Come mai la scelta di un primo singolo in inglese?
In realtà è stato un processo naturale, ho sempre ascolto musica internazionale fin da bambino e quanto ho iniziato a scrivere è venuto spontaneo farlo in inglese anche perché si lega di più alle sonorità che mi hanno influenzato anche per questo brano.

Il testo parla di un amore che fiorisce in lontananza, questo discorso è legato al momento storico che stiamo vivendo o prescinde?
Il brano in realtà nasce in un momento precedente, avevo voglia e necessità di raccontare questo amore a distanza dal quale poi ricavare un messaggio per me importante ovvero che amare ci libera dalle costrizioni e che amore rende amore. Questo periodo ha ovviamente rafforzato maggiormente il concetto

Tu parli anche di “amore rende amore”, pensi che sia scontata questa cosa?
No, non penso lo sia ma penso che quando si ama dobbiamo metterci con l’anima e con la testa nell’idea di offrirci. Questo lo penso non solo in una relazione ma sopratutto nella vita di tutti i giorni.

Jaboni, cantautore italiano.

Quindi il concetto dell'”amore che salva”, oggi più che mai, per te è fondamentale?
Assolutamente si perché oggi io stesso mi ci aggrappo con le unghie e con i denti per il fatto che dobbiamo essere tutti molto pazienti: l’amore, in senso generale rivolto alle amicizie, alle cose che si fanno, è l’unica via d’uscita.

Nella stesura di questo brano è arrivato prima il testo, prima la musica, insieme? Nel tuo modo di scrivere com’è il processo compositivo?
Il mio personale nasce prima da un idea di musica, di melodia, quindi di suoni che mi vengono abbastanza spontanei anche in momenti imprecisati della giornata. Il testo poi, a seconda delle sensazioni che scaturiscono dalle melodie, arriva successivamente.

Il tuo processo creativo resterà in inglese o arriverà all’italiano?
Non voglio legarmi né a una lingua né a uno stile musicale, perché in realtà ho già scritto cose in italiano. Ora con il mio produttore Giorgio Lorito sto creando un progetto che ha un filo conduttore in inglese e con queste sonorità.

Il video è molto essenziale, lavorato su una forte comunicazione visiva tua, e giochi molto sul bianco e nero. E’ una contrapposizione o un percorso?
Si lega al fatto che l’intero video nasce da un’idea di contrasto dalle prime scene alle finali. La storia che ho voluto raccontare con Stefano Teofili, che ha diretto il video, è quella di come l’amore stesso ci libera dal buio verso panorami aperti e infiniti e il contrasto bianco e nero aiuta molto questo percorso.

Quando hai scoperto che la musica sarebbe stata la tua vita?
La musica ha sempre fatto parte della mia vita sin da bambino, a casa si ascoltava musica in ogni momento della giornata. Poi verso i 20 anni quando da Frosinone, dove sono nato e cresciuto, mi sono trasferito a Roma ho iniziato ad avere più occasioni per passare dall’ascoltare a fare musica e ho avuto una sorta di folgorazione!

Se potessi domani scegliere con chi duettare che artista sceglieresti o chi vorresti cantasse qualcosa di tuo?
Potrei fare mille nomi perché le ispirazioni sono tantissime però mi piacerebbe lavorare con James Black, un artista che ammiro e ascolto molto, e avere una collaborazione più divertente con i Rois top, una band elettronica che usa sonorità che mi influenzano tanto.

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Smaloxs, cantautore italiano

Chi sono stati nel tuo percorso creativo e di crescita musicale gli artisti di riferimento?
Ascolto ancora quegli artisti che mi hanno fatto innamorare della musica e parlo della mia adolescenza, degli anni 90 e direi, tra vari i nomi i Cranberries, un rock con molta ricerca di suoni. Negli ultimi anni è partita una sorta di ricerca musicale più nuova e quindi le influenze maggiori le ho avute dalla musica pop nord europea di artisti che sperimentano qualcosa di innovativo.

Qualche nome italiano che ti piace del momento?
Mi viene da pensare a Sanremo dove ci sono state delle proposte molto interessanti come i Comacose, La Rappresentate di Lista o Madame: realtà nuove, freschissime e per me molto stimolanti.

Progetti per il futuro dopo “Love comes back to me”?
Stiamo producendo un album che mi auguro di farvi ascoltare entro la fine dell’anno con brani in inglese e sonorità elettronico-pop.

Il video di “Love comes back to me”

Il videoclip, diretto da Stefano Teofili, vede la scelta stilistica del bianco e nero.
Ambientato in parte nella Riserva Naturale della Marcigliana (Roma), Jaboni emerge dall’oscurità che lo avvolge, racconta il suo amore che lo illumina e che in un crescendo lo porta a viaggiare con l’anima verso terre aperte, un viaggio di ritorno verso quell’amore che lo salverà dal buio.




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