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GERMANO LANZONI: il palco è la mia Bottega. Vorrei essere “Traghettatore di contenuti” tra passato e presente. Intervista esclusiva.
Scuro Chiaro

GERMANO LANZONI: il palco è la mia Bottega. Vorrei essere “Traghettatore di contenuti” tra passato e presente. Intervista esclusiva.

Germano Lanzoni

Noi non siamo quello che facciamo, ma come lo facciamo.

Germano Lanzoni

Germano Lanzoni si racconta in una splendida intervista con Cristina Rampini, che già aveva chiacchierato con lui tempo fa nella splendida cornice del Memo Restaurant di Milano, dopo il successo all’Arena Milano Est con il suo one man show “Di persona è un altro”.

Germano Lanzoni è un artista davvero poliedrico. Maestro d’improvvisazione, al pubblico nel suo spettacolo, parla di sé ma anche dell’uomo contemporaneo, tra vizi e virtù, potenzialità e debolezze, poesia e concretezza.  

Conosciamo meglio Germano Lanzoni

Germano Lanzoni
Germano Lanzoni, “traghettatore di contenuti” con la sua unica ironia.

Germano Lanzoni è un giullare contemporaneo: attore, comico, docente, formatore e webstar irriverente di grande successo. 
Ambassador della comicità quale strumento di conoscenza e di gestione efficace delle relazioni interpersonali, è cresciuto tra gli spazi off, teatri, locali di cabaret e centri sociali.
È protagonista di numerosi progetti artistici e di comunicazione. è attore nel cast de “Il milanese imbruttito” e de “Il Terzo Segreto di Satira”; comedian con (T)Recital e Milano5.0.
Oggi lo chiamano “il comunicatore contemporaneo“: mettendo al centro l’essere umano e lavorando sul costrutto di “ironia relazionale” e di “potenziale comico” insito in ogni persona, è professore aggiunto presso l’Università Bicocca e founder di HBE – Human Business Entertainment, hub creativo che sperimenta l’utilizzo dell’umorismo quale forma di comunicazione funzionale all’intrattenimento, al business e al benessere. 
Amato da una parte di Milano, quella Rossonera, è speaker ufficiale del Milan dal 2000.

L’intervista a Germano Lanzoni

La prima domanda nasce spontanea, dalla tua ultima serata all’Arena Milano Est ovvero “Germano Lanzoni di persona è un altro”. Ma è vero ?
Si grazie a Dio o chi per lui… è un altro rispetto ai miei ruoli. C’è una bellissima metafora che dice che quando cammini lasci tre impronte: la persona, il mestiere e il personaggio. Tu non sei il ruolo che hai in azienda o il personaggio che fai su palco, sei parte di quello ma dietro ci sono le competenze e la persona che poi fa la differenza.

Abbiamo un Germano sul palco e uno nei video. Dove ti trovi più a casa?
Sul palco perché ho una sorta di contratto con lui. Sono molto più vero sul palco che giù dal palco spesso. C’è una forma di rispetto per chi paga il biglietto, per chi mi ascolta. Il palco è per me un momento di condivisione.
Il social è una piattaforma che ha un po’ di “paletti per l’ingaggio” mentre il palco è qualcosa di immediato.

In questo spettacolo condividi la quotidianità dell’essere umano…
Si perché penso che molto spesso grandi progetti vengono rallentati dal quotidiano.

Una parte importante del tuo spettacolo è dedicata alla musica e a un mondo musicale indimenticabile ovvero quello di Gaber, Jannacci… che in realtà è il tuo mondo.
Io ho visto i Maestri all’opera ovvero in opera e non puoi non esserne travolto e ti rimangono dentro a prescindere poi dai tuoi ascolti successivi. Noi abbiamo avuto la fortuna che anche i media in quel periodo avevano la possibilità far fruire a noi anche i progetti di nicchia e non solo i grandi successi come accade ora.
Poi c’erano luoghi come il Derby a Milano, terra di grande creatività e grandi Maestri come Gaber, Jannacci e Fo, che hanno segnato un periodo storico d’eccellenza.
Oggi si parla tantissimo d’amore nella musica ma ci sono anche tanti altri tipi di relazioni con gli altri, con noi stessi con il pensiero, la società e questi argomenti sono sempre molto difficili.

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Germano Lanzoni
Germano Lanzoni e la sua Milano sempre nel cuore.

Tu hai anche un pubblico molto giovane. Portare questa musica che risposta ti da?
Innanzitutto ogni volta che canto mi sorprendo io… per il coraggio che ho di farlo! I ragazzi si confrontano con quello che tu dici e credo che la cosa bella sia il fatto che la canzone all’interno di uno spettacolo teatrale faccia parte della narrazione. E’ più importante far sedimentare un concetto che la canzone può ispirare che il pensare di scaricarsela nella playlist.
Mi piacerebbe essere considerato un “traghettatore” perché la differenza tra me e i Maestri che canto è umanamente cosmica.
La cosa importante è che ci siano artisti, uomini e donne che decidano di scendere un po’ in profondità.

Una cosa che mi incuriosisce molto è il tuo lavoro in Università.
Devo dire che incuriosisce molto anche me! Ho avuto la fortuna di incontrare Angelo Di Gregorio che è responsabile del Master che tengo. In Università mi confronto con l’utilizzo responsabile dell’umorismo in comunicazione.
Il lavoro sull’ humor è avviato da tempo e porta a spostare il punto di vista sull’osservazione della realtà.
In un team aziendale funziona molto perché l’umorismo da la possibilità di porre l’atro a proprio agio.
Io in Università insegno dividendo il ridere “con te stesso” dal “di te stesso”.

Parliamo anche del tuo progetto HBE in cui si trova fusione tra business e benessere.
In una società moderna, il luogo di lavoro è dove tu passi il maggiore tempo. La relazione umana quindi diventa fondamentale.
Ci sono circa 24 persone tra autori, film maker, scenografi, costumisti…, che lavorano con me con un obiettivo che vede in primis la persona e poi il business. Sviluppiamo attraverso l’ironia racconti che parlano delle “criticità” in modo tale che chi è coinvolto non si senta escluso ma incluso in quello che è il procedere dell’essere umano… ovvero per tentativi.

Germano Lanzoni
Germano Lanzoni ti motiva con l’ironia!

Qualche ultima novità, qualcosa in arrivo che mi puoi svelare?
Il Film che dovrebbe uscire a breve (Covid permettendo) e poi quello che mi auguro è la continuità di palco e tornare a fare quello che amo di più.
A Milano tutti i martedì’ allo “Spiriti de Milan”e i giovedì alla “Antica Trattoria Arlati” perché per me il Club rimane la mia Casa , la mia Bottega.
Ogni volta che non sali sul palco perdi qualcosa.

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