L’obiettivo di “Fuori Tendenza” è di voler stimolare in ognuno di noi quel desiderio di mostrarci così come siamo: così “Fuori Tendenza”, “Fuori Provincia” e “Fuori di Testa”
Gaia Gentile
FUORI TENDENZA è il singolo della cantautrice pugliese Gaia Gentile, che ha anticipato “SONO FUORI”, il nuovo album di inediti uscito il 14 maggio.
E’ un pezzo che descrive la personalità dell’artista a tutto tondo. Attraverso una musica senza veli e senza compromessi, il brano esce fuori dal tunnel delle scelte facili per dare spazio a qualcosa di vero, profondo e unico.
Il nuovo album SONO FUORI
E’ un disco che nasce con l’intento di trasmettere un messaggio sincero e schietto: senza l’utilizzo di troppe parole, racconta di una personalità genuina che non ha paura di esporsi, dove la musica parla pop d’autore con contaminazioni elettroniche che supportano l’intimità dei pezzi.
Un disco che coniuga il pop, la dance, le armonie jazz fino ad arrivare alla canzone d’autore.
Chi è Gaia Gentile
Gaia Gentile, nata a Cassano delle Murge in provincia di Bari, coltiva già da bambina la passione del canto, unendola sin da subito allo studio del pianoforte.
A soli 17 anni comincia la sua carriera professionale, sia da solista che all’interno del gruppo vocale a cappella “Mezzotono”, con il quale partecipa a diversi concerti e festival in tutto il mondo (Algeria, Thailandia, Inghilterra, Argentina, ecc.).
È stata vocalist nel programma Ballando con le stelle di Milly Carlucci nell’edizione 2017. Ha conseguito il diploma presso “L’Accademia Artisti” di Roma per poter abbinare alla musica lo studio e la passione per il teatro.
Nel 2020 debutta con lo spettacolo “Gaia Gentile… ma non troppo!” con il quale mette in mostra la sua personalità stravagante, omaggiando i cantautori italiani con i quali l’artista ha collaborato durante il suo percorso artistico, da Caparezza a Capossela, Dalla, Silvestri e Noa.
L’intervista a Gaia Gentile
Ho ascoltato il brano e mi è piaciuto tantissimo, bello il testo, bella la musica. “Fuori tendenza” in realtà potrebbe essere il tuo pseudonimo, che dici?
Assolutamente si, lo considero come la mia cartella clinica. Ci ho scritto tutto quello che pensavo con estrema sincerità, anche catartizzando le cose che a volte non mi piacciono molto. A volte uso delle parole forti nei confronti di altri artisti ma semplicemente perché credo sarebbe bello realizzare di essere, noi cantanti, veicolo di messaggi, di qualcosa di positivo, di emozioni. Questo molte volte sfugge, quindi non è una protesta contro gli altri ma un tentativo di mettere l’attenzione su quello che siamo e diciamo.
Infatti ascoltando il brano tu citi proprio nomi e cognomi.
Quella parte è stata edulcorata più e più volte per poi tornare alla versione originale così come era uscita, di pancia. Ho pensato che la sincerità ripaga sempre, quindi meglio essere chiari.
Creare una musica cosi senza veli e compromessi, secondo te cosa comporta oggi?
Comporta esattamente la mancanza di vie di mezzo. O ti piace oppure no. La critica poi nasce comunque, non si può piacere a tutti ed è il motivo per cui io non ho avuto più remore a scrivere “Contro tendenza” ma anche l’intero disco.
Mi piacerebbe tu mi definissi queste tue tre frasi “fuori di testa”, “fuori di provincia” e fuori di tendenza”.
“Fuori di tendenza” semplicemente perché penso di essere un po’ fuori dai canoni del mainstream. Sarà anche per i miei ascolti e il mio studio musicale che abbraccia il jazz, il soul e poco la trap e il rap. In questo so di essere fuori tendenza e non al passo coi tempi.
“Fuori di testa” perché chi mi conosce sa che forse sembro una persona tutta d’un pezzo, ma nella realtà sono goffa e bizzarra.
“Fuori di provincia” perché nonostante io abbia girato veramente il mondo grazie alla musica io rimango sempre la provinciale che vuole rimanere nel suo habitat, nella natura e nell’aria buona.
Il brano è contaminato da diversi stili musicali e si sentono molto. Sai che a tratti mi hai ricordato il mondo di Simona Molinari?
In realtà noi proveniamo dalla stessa produzione. Abbiamo avuto lo stesso produttore per un po’ di tempo. Ho studiato tanto Jazz, Io ascolto ed è un po’ il mio pane quotidiano. Nel mio sangue, però, scorre la musica popolare, sono italiana, è ovvio che poi, ascoltando tante cose nel tempo, questa natura si contamini e lo trovo molto bello.
Tu vuoi lasciare un segno in un mondo che va veloce, pensi riuscirai a farcela? E’ una scelta retrò la tua, di voler fare qualcosa che torna indietro per essere avanti?
“Se penso di farcela” in realtà non saprei darti una risposta. Se non riuscissi a realizzare tutti gli obiettivi che ho in mente almeno sarei contenta di avercela messa tutta e di essere stata sincera e coerente con quello che volevo e per me sarebbe già un grande risultato.
Retrò è bello ma non troppo, c’è sicuramente tanta musica retrò perché il disco è completate suonato dall’inizio alla fine. Sempre partendo dal presupposto che nei miei ascolti c’è anche tanta musica elettronica, ho cercato di attualizzare questa musica unendo la musica suonata dallo strumento fisico all’elettronica. Io davvero penso che entrambe le cose possano convivere creando un valore aggiunto. Quindi retrò ma con un occhio all’attuale.
Mi parli del tuo grande amore… i pastori maremmani?
In uno dei pezzi del disco che ho portato a Musicultura “Menomale” io concludo il pezzo dicendo “la vita va avanti uguale mi è rimasto il cane menomale”. E’ la verità perché ci sono tanti tipi di amori nella vita di ognuno di noi e i miei due cagnoni da 60 kili sono due amori grandi che riempiono la mia vita.
Tu hai iniziato a studiare canto e pianoforte fin da piccola. E’ stata un’esigenza personale o sono stati i tuoi genitori?
Quando ero piccola ricordo mio padre che girava con la sua band. Ho avuto questo tipo di input ma da bambina o fatto qualsiasi tipo di sport. Poi, quasi per caso, sono arrivata al musical perché ho iniziato a fare dei musical amatoriali ed è li che è scattata la scintilla. Prima di allora non avrei mai pensato di dedicarmi corpo e anima alla musica. Quindi poi ho voluto anche studiare per avere delle conferme.
Tu hai studiato anche recitazione.
Si ho studiato all’Accademia Artisti. Per me l’arte è a 360 gradi e quindi ho volto coronare quest’amore fatale con la danza e la musica anche unendola allo studio della recitazione.
Hai anche realizzato uno spettacolo tuo…
Esatto, ho approfittato di questa pandemia anche per mettere nero su bianco il mio live che si chiama “Gaia Gentile, ma non troppo” insieme al mio produttore e al mio compagno, il mio trio di garanzia. Spazio tra inediti e omaggi ad artisti che ho avuto modo di conoscere durante il mio percorso.
Hai collaborato con grandi artisti come Caparezza, Caposella , Dalla… cosa ti resta dell’ incontro con Caparezza?
E’ stata una delle esperienze artistiche più belle perché, collaborando con lui per il suo penultimo album, ho avuto modo di conoscerlo proprio all’interno delle sue mura domestiche, conoscere le sue stranezze più assolute dell’artista e dell’umano e il genio si è proprio palesato. Se prima avevo un’idea, una stima smisurata, l’averlo conosciuto musicalmente e umanamente è stata una conferma e l’adorazione ora è totale.
Con chi sogneresti di duettare?
La prima cosa che mi viene in mente è Silvestri. Ormai mi sono puntata! Mi trovo molto vicino a lui come mondo musicale.
Il tuo album è uscito il 14 maggio. Come lo descriveresti?
Dieci pezzi ricchi di sorprese e di pathos. Brani a volte diversi tra loro ma tutti con una bella vibrazione che ha voglia di stupire. Io ho messo tutta me stessa in tutti i pezzi proprio per cercare di lasciare il segno, si passa dalla dance a delle ballad. C’è tanta roba, ho le mie aspettative e spero che piacerà, io ce l’ho messa tutta!