Il primo racconto musicale con il quale si apre il disco, parte dall’esigenza di approfondire il mondo del nuovo cantautorato femminile italiano, ricercando il giusto connubio tra originalità e intensa musicalità. Emma Nolde ci ha davvero stupiti con questo brano che abbiamo rielaborato in modo fortemente elettronico, unendo la sperimentazione sonora alla nostra vocalità.
Rebel Bit
I Rebel Bit, gruppo vocale con base nella provincia di Cuneo con già all’attivo un disco, una partecipazione a Italia’s Got Talent, 5 nomination ai Contemporary A Cappella Recording Awards di Boston e 5 A Cappella Video Awards (Los Angeles), tornano con un nuovo lavoro.
“Come”, da leggere a discrezione in lingua Italiana o in Inglese, è disponibile su tutte le piattaforme digitali trainato dal singolo “Toccaterra”, brano di Emma Nolde rivisitato in una versione emozionale che unisce il mondo della musica vocale alla sperimentazione elettronica.
I Rebel Bit sono: Giulia Cavallera, Guido Giordana, Paolo Tarolli, Lorenzo Subrizi e Andrea Trona (Sound designer e quinto elemento del gruppo).
Il nuovo Album.
“Come”, il nuovo ep che arriva dopo “Paper Flights” (2018), parla di cambiamento, inteso nei suoi aspetti più intimi e profondi. Come rinnovarsi, imparare, sbagliare, perdere, mollare, e quindi crescere, attraverso la destrutturazione della percezione che abbiamo di noi stessi, degli altri e del mondo che ci circonda.
6 canzoni, 4 cover (“Toccaterra”, “Trusty and True”, “Vince chi molla”, “Walk on water”) e 2 inediti (“Not a fairytale” e “Scatto lento”), come 6 storie musicali che si sviluppano grazie alla coesistenza di voce ed elettronica, arrangiamenti originali ed elaborazioni sonore fulcro di anni di viaggi ed esperienze artistiche ed umane che i membri del gruppo hanno vissuto.
COME, in italiano, oppure COME (kʌm) in inglese. Due parole accomunate, in questo caso, dallo stesso fine: viaggiare insieme verso una nuova meta, in un quadro sonoro in cui l’ascoltatore può immergersi fin dal primo suono.
L’intervista ai Rebel Bit (Lorenzo Subrizi)
La scelta del vostro nome come gruppo da dove deriva? Come vi siete conosciuti?
Noi ci conosciamo da tanti anni, alcuni di noi hanno studiato nello stesso liceo a Cuneo. Abbiamo fatto tantissime esperienze insieme di diverso tipo, musicali, vocali, studiando nelle stesse Accademie e Conservatori. Dopo tanti anni nel 2017 abbiamo sentito l’esigenza di mettere insieme tutte queste nostre esperienze e la nostra maturazione artistica per creare un progetto nuovo ovvero i Rebel Bit.
Il nostro è un progetto che vuole porsi in modo un pochino diverso all’interno del mondo della musica vocale. Abbiamo cercato di andare un po’ oltre, essendo un po’ ribelli (da qui il nome Rebel) unendo la musica vocale con la sperimentazione elettronica e quindi il Bit.
Siete usciti con un nuovo Ep dal nome ambivalente “Come” e il tema centrale è quello del cambiamento…
Esatto. L’idea della doppia chiave di lettura del nome viene anche dalla necessità di essere un pochettino più internazionali in quanto abbiamo una grande fetta di pubblico anche all’estero.
Il cambiamento è visto e analizzato sotto tanti punti di vista sia personale che della società, partendo da quelle che sono le nostre esperienze umane. Abbiamo sentito l’esigenza di raccontare il cambiamento sopratutto dopo questo periodo terribile per tutti.
Il singolo “toccaterra” nasce da una rivisitazione di un brano di una cantautrice Emma Nolde, non conosciutissima dal grande pubblico. Come mai questa scelta?
In generale noi come gruppo vocale scriviamo musica originale, rielaboriamo e andiamo sempre a ricercare autori non famosissimi per dare nuova vita ai loro brani. Quello che ci colpisce nelle scelte sono i testi e la musica che deve avere una sostanza.
Emma Nolde è una cantautrice giovanissima, che ci ha colpiti molto con questo suo nuovo brano e ci piaceva anche dare spazio a quello che è il nuovo cantautorato femminile italiano.
La cosa è partita da Giulia, membro del nostro gruppo, che ha volto scovare queste nuove figure di artiste femminili.
Voi avete ricevuto importanti nomination a premi prestigiosi esteri a Boston, a Los Angles…
Si e anche da questo nasce l’esigenza di mantenere l’internazionalità e infatti metà del nostro repertorio è in italiano e l’altra metà in inglese.
Siamo stati nel 2019 a Boston per la cerimonia di premiazione dei Contemporary A Cappella Recording Awards dve abbiamo ricevuto 5 nomination per il primo Album e poi per il nostro lavoro video che avviene in collaborazione con il nostro videomaker Giacomo Siciliani abbiamo ricevuto diversi premi ai Cappella Video Awards.
In Italia atterrate invece in un programma famosissimo, ovvero Italia’s Got Talent. Come mai la scelta di andare in questo “grande contenitore” con una musica un po’ più di nicchia?
E’ stato un nostro dubbio fino a quando non è andata in onda la puntata. Avevamo questa paura. Però poi ci siamo resi conto che c’è anche nel pubblico un grande desiderio di qualcosa di diverso dal solito e la risposta è stata pazzesca e questo ci ha motivato moltissimo.
Qualcosa che bolle in pentola per il futuro da svelarmi?
Il prossimo anno c’è l’idea, incrociando le dita, di tornare all’estero e poi stiamo lavorando a un progetto molto particolare che ci vedrà sul palco verso meta 2022 con un coro di 50 bambini.