Il mio primo omonimo EP è un viaggio emotivo tra le due facce della luna: quella luminosa e limpida contrapposta al mio lato oscuro e malinconico confluiscono in un indissolubile tao. Nella ricerca di una direzione ho provato a liberarmi di ogni tragedia interiore, spogliandomi delle abitudini, dei pensieri e delle convinzioni giuste o malsane che ho fissato in suoni e parole nate dalla mia costante fragilità.
Clairedemilune
“Dietro le spalle“, il nuovo singolo di Clairedemilune.
Il brano è il fotogramma di un momento di leggerezza, uno di quelli che ti destabilizza e ti lascia senza fiato per la sua preziosa semplicità. È un brano intimo, come una stanza dalle luci colorate ma soffuse, e ingenuo, come una bambina che fa le sue prime scoperte.
Dipinge le linee di una storia che non ha bisogno di nulla, se non di sé stessa, in cui non c’è neanche più la necessità di parlarsi per capirsi o per amarsi perché nel silenzio ci si trova bene. È tutto lì, senza categorie, senza generi: un amore libero da qualsiasi stereotipo.
Chi è Clairedemilune?
Clairedemilune ha 25 anni, viene dalla Luna ma suona per Terra. Ha mosso i primi passi inciampando sugli ottantotto tasti di un piano, per poi passare gran parte della sua vita in Conservatorio dove ha studiato e amato i grandi compositori classici.
Scrivere canzoni è un bisogno, una terapia e un’esigenza dalla quale viene travolta dopo aver comprato il suo primo ukulele e, soprattutto, dopo aver incontrato il suo produttore Matteo Gabbianelli dei kuTso, con il quale dà vita a tanti brani che raccontano di lei e dei suoi difetti, dei suoi sogni e delle sue paure.
I primi singoli ad essere pubblicati sono “Sparirò” e “Finché non finirà” . Nel 2019 fa le valigie e parte insieme ai kuTso in apertura al loro tour acustico, nel quale ha l’occasione di esibirsi su e giù per lo Stivale, partecipando anche a diversi festival.
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L’intervista a Clairedemilune
Domanda che ti avranno fatto in molti ma che non posso non fare: come è nato il tuo nome d’arte?
E’ una domanda che mi piace molto perché mi diverto molto a raccontare la storia. Il nome nasce dal mio legame con la musica classica: c’è un brano molto famoso di Debussy che si chiama “Claire de lune” e sono molto legata a questo pezzo. Ho fatto un gioco di nomi tra Chiara (il mio vero nome),”demi” che vuol dire mezza e la luna a cui sono molto legata.
Sono stata molto colpita dal tuo curriculum dove scrivi che tu arrivi dalla luna: come è stato il viaggio per arrivare qui sulla terra e perché hai deciso poi di rimanerci?
E’ stato un viaggio che tutt’ora rivivo in un certo senso perché quando vieni dalla luna l’atmosfera è differente. I colori sono più tenui, più scuri, più legati comunque alla notte e quindi arrivare qui e trovare un’altra serie di colori ti crea un forte contrasto da cui impari e da questo scrivo.
Pensi di rimanere sulla terra o tornerai sulla luna?
Io spero di poter viaggiare continuamente tra il satellite e il pianeta.
Tu arrivi dal mondo del Conservatorio e poi approcci al mondo Pop. Due mondi che, lo dico con molto dispiacere, spesso sono molto lontani anche se ora, per fortuna, le cose stanno un po’ cambiando. Come arrivi da un mondo all’altro e quanto ti influenza la parte classica su quella pop?
Io ho avuto una forte influenza per quanto riguarda la musica classica fin da bambina perché sono cresciuta in un ambiente dove si ascoltava tantissimo Bach, Chopin… mio padre da piccola mi “buttava” nei Teatri d’Opera e mi faceva ascoltare la musica lirica. Poi però la musica pop, essendo appunto popolare, entra nella mia vita tra radio, amici e vari altri modi e così il mio orecchio sente anche quest’altro aspetto della musica.
Il percorso rigido del Conservatorio, per un periodo, ha inibito la mia sfera creativa ma poi ho deciso di fare la ribelle capendo che scrivere era una parte di me.
Tu dici che per te scrivere è una terapia. Funziona? La consigli?
Assolutamente si. Non va fatta da sola ma unita anche a un percorso di psicoanalisi, per esplorarsi e capire le proprie dinamiche interne. L’arte in generale è uno strumento espressivo molto potente che permette di entrare in contatto con le proprie radici. Avviene un processo di catarsi durante la scrittura e quando ti vai a rileggere ti aiuta a rielaborare quello che hai vissuto, una vera presa di coscienza.
Nel tuo brano “Dietro le spalle” si parla di un “amore libero da stereotipi”. Come mai sottolinei questo?
Alla fine ci troviamo sempre tutti a parlare d’amore. Ho fatto un viaggio nella mia mente e ho voluto sottolineare l’importanza del silenzio; credo che la condivisione del silenzio sia una grande forma d’amore. Nel brano si parla di una forma d’amore allargata non solo quello di coppia ma l’amore in tutte le sue forme compreso il rispetto.
Tu sei una persona che nel silenzio ti trovi bene?
Assolutamente si, anche perché con gli studi che ho fatto mi sono ritrovata spesso nel silenzio. Ma anche quando sto con le altre persone non avverto il disagio del silenzio quando si sta insieme, anzi mi piace.
Il titolo del brano è come abbiamo detto “Dietro le spalle”. Tu lo hai fatto?
Non ci avevo pensato ma ti ringrazio per avermi dato questo spunto analitico. Effettivamente si, quando decidi di amare in un modo più profondo, anche te stesso, devi cercare di togliere tutto ciò che si oppone.
Progetti per il futuro?
Sicuramente scrivere altra musica, suonare in giro sperando tutto riparta e poi il mio primo Ep che dovrebbe uscire a breve sempre con Costello che mi segue come ufficio stampa. I brani sono stati registrati da Matteo Gabbianelli che si è anche occupato del mixing e del mastering.
Visto che sei così giovane hai mai pensato a un talent?
Al momento non lo so… in futuro mai dire mai!
Un Sanremo Giovani invece?
Assolutamente si, anche subito!