Una frase ulteriore era stata cancellata con un pennarello nero, passato sopra quanto bastava a renderla illeggibile. Non c’era scritto nient’altro ed era stata rimossa la foto segnaletica.
Nembutale- Antonio Giugliano
Antonio Giugliano torna con un nuovo libro dal titolo “Nembutal” edito Cento Autori.
Nembutal è un viaggio onirico nella vita dei un uomo astuto e intelligente, che si troverà tra oscuri personaggi e situazioni che accarezzano lo strano.
Tra un passato che si manifesta in forme diverse e un mistero che alla fine si svelerà, ma non del tutto.
Di cosa parla “Nembutal”
Il romanzo è ambientato tra la città di Gogh e dei suoi dintorni.
Il protagonista è un uomo, Antonio Galero che viene incaricato da Nico Trezza di contattare un Hacker che sia capace di violare i sistemi di sicurezza di un importante multinazionale: la SuperES.
Durante questo viaggio il protagonista incontra un conoscente che pensava morto, un tale Lucantonio Del Prete soprannominato Tonino che gli proporrà di entrare nell’Entità, il servizio segreto del Vaticano. Ed ecco che arrivata a questo punto della narrazione, la storia andrà verso l’imprevedibile.
Conosciamo meglio Antonio Giugliano
Antonio Giugliano dopo la pubblicazione dei seguenti romanzi: Love Kaputt (2017), La valigia del venerdì (2020) e Topi (2022), si è dedicato alla pubblicazione di racconti per antologie per diverse riviste letterarie online tra cui: Crapula Club, L’irrequieto, Quaerere, Split, Pastrengo, Rivista ed Enne2.
Quattro chiacchiere con l’Autore: Antonio Giugliano
Partirei subito dalla scelta di andare a toccare, in questo suo nuovo romanzo “Nembutal”, un ambiente alquanto delicato e “pericoloso” come quello dei servizi segreti del Vaticano.
Sono un mondo praticamente sconosciuto. Io ho ovviamente inventato molto dato che non sono un esperto della materia. Sapevo che esistevano e quindi ne ho dato una mia rilettura molto superficiale di quello che è in realtà questo nomino dei servizi segreti che non conosco.
Il protagonista di questo romanzo parte per questo viaggio onirico e non a caso il titolo fa tornare alla mente un farmaco…
È un titolo che ho cambiato all’ultimo momento. Mi interessava fare un viaggio nella testa di qualcuno e in questo caso del protagonista e così dovevo dare un input, un fattore esterno per innescare il meccanismo che rimane però nascosto fino alle ultime pagine del libro.
Come mai la voglia di “entrare nella profondità della mente umana” che credo sia qualcosa di alquanto difficile se non impossibile già, per ognuno di noi, entrare nella propria?
Sì, è vero che è quasi impossibile ma, dal mio punto di vista, si scrive dei propri fantasmi e per cercare mondi sconosciuti.
Il viaggio nella mente di un’altra persona che fa lo scrittore in realtà è quello che fa nella sua mente incontrando così quello che non sapeva di se stesso.
La scrittura entra nella vita di molti scrittori come qualcosa di liberatorio, vale anche per lei questa affermazione?
Per me più che effetto liberatorio è quasi una condanna. Io non ho programmato nulla, ad esempio, di questo romanzo. Ho iniziato dalla prima parola e sono arrivato alla fine andando di conseguenza in conseguenza.
Ho proseguito nella scrittura senza sapere cosa sarebbe accaduto nelle pagine successive.
Mettermi a programmare prima la trama mi toglie il piacere della scrittura e della scoperta.
Il genere affrontato in “Nembutal” sarà uno stile di scrittura che la caratterizzerà o pensa che in futuro potrà spaziare anche in modi letterari completamente diversi?
Come le ho detto, con questo romanzo, volevo abbandonare il realismo e ampliare i miei oriento e mi è servito moto anche per ciò che ho scritto dopo e che è in attesa di pubblicazione.
Ho forzato la mano su me stesso passando da un realismo tipico contemporaneo a qualcosa che avesse in se del distopico, del thriller e anche un po’ di noir.