Se succede qualcosa, vi voglio bene e Canvas: due corti sul lutto e la perdita
Se succede qualcosa, vi voglio bene e Canvas sono due corti d’animazione visibili su Netflix.
Usano tecniche di animazione diverse, trattano storie diverse, ma scelgono entrambi come modo di narrazione solo l’immagine e la musica e totale assenza di parole.
Se succede qualcosa, vi voglio bene e Canvas trattano entrambi il tema del dolore, del lutto, della perdita e di come risalire e andare avanti.
SE SUCCEDE QUALCOSA, VI VOGLIO BENE
Un uomo e una donna seduti di fronte ad un tavolo, che mangiano a stento. Non parlano. Non si guardano.
Si aggirano per un appartamento vuoto ognuno chiuso in un suo mondo di dolore straziante.
Parlano per loro, le loro ombre, le loro anime?, che urlano, si rinfacciano, si disperano , si scuotono.
Quando ecco improvvisamente un pallone rotola, apre una porta di una cameretta, mette in moto un giradischi e parte una musica, King Princess, ecco che si comprende che la cameretta è quella di una figlia, di una figlia che non c’è più.
E qui avviene un primo avvicinarsi dei due, un marito e una moglie, ma soprattutto un padre e una madre.
I ricordi della vita di prima, di quando erano in tre, di un passato fatto di momenti di felicità e condivisione scorrono fino al momento tragico che cambierà per sempre la loro vita.
I disegni sono molto semplici in bianco e nero, in alcuni casi appena abbozzati.
Solo alcune minime macchie di colore che sono legate ad oggetti e momenti che riguardano i ricordi della figlia.
Autori e registi sono Michael Glovier e Will McCormack che hanno affermato a riguardo:
“Se succede qualcosa, vi voglio bene è stato creato non solo per celebrare chi abbiamo perso, ma anche per coloro che sono rimasti”.
CANVAS – UNA TELA DI RICORDI
Il racconto inizia con un uomo, anziano, che dipinge una donna, si intuisce la sua compagna.
Subito dopo ritroviamo l’uomo, un po’ più vecchio ed in carrozzella, si aggira solo per stanza buie e disadorne.
Passa le sue giornate alle soglie di un bosco davanti ad un cavalletto, non c’è neanche più una tela su questo cavalletto, ogni ispirazione e desiderio è perso
C’è una donna, con una bimba che vengono a trovarlo.
La bimba resta con lui, ama disegnare, gli porta amorevoli disegni infantili.
Il nonno li apprezza, ma sempre con una sorta di distacco e assolutamente si rifiuta di disegnare insieme alla nipotina.
Finché un giorno, la piccola nipote, non scopre una porta nascosta sempre rimasta chiusa.
Dietro quella porta lo studio di un pittore, un quadro incompiuto, quello che abbiamo intravisto all’inizio.
Arriva il nonno e di fronte al ricordo tangibile del suo passato e con il conforto, sostegno della nipote e della figlia, con timore e con ansia, ritrova il coraggio e il desiderio di riprendere la sua arte.
Canvas è prodotto da Paige Johnstone, mentre la sceneggiatura e la regia sono state a cura di Frank Abney III che ha lavorato sia per DreamWorks che per Disney e Pixar.
“Questa storia è qualcosa in cui tutti ci possiamo identificare. A volte nella vita accadono cose che rendono difficile continuare a lottare per ciò che si ama. Non si tratta tanto di abilità, quanto piuttosto di una testimonianza della volontà dello spirito umano. Possiamo tutti trovare la forza e la creatività nei posti più sorprendenti e questa storia ne è un esempio.” (Frank Abney III)
CONCLUSIONI
Sia Se succede qualche cosa, vi voglio bene che Canvas – Una tela di ricordi ci parlano del dolore di una perdita, di un lutto che appare insuperabile.
Entrambi sottolineano come il dolore può isolare da tutti.
Può congelare gli animi. Può renderci sordi ed insensibili a chi ci sta accanto.
Così impietriti nel dolore da non vedere e sentire il dolore dell’altro che ci è vicino.
Il dolore, la perdita di una persona cara può scavare dei fossati tra noi e gli altri.
Può generare separazione, insofferenza. Tutto diventa grigio, cupo, come nel primo corto.
Sia in Se succede qualche cosa, vi voglio bene che Canvas – Una tela di ricordi è attraverso il ricordo della persona scomparsa, il ricordo dei momenti belli, delle gioie vissute, dell’amore condiviso, che si opera un passaggio.
Ricordi che devono essere condivisi con chi è rimasto, con chi ci è accanto, con chi ha condiviso quei momenti.
Ecco che allora il dolore può riunire, creare ponti, regalare nuove prospettive.
Due piccoli racconti veramente emozionanti, una sorta di preghiera, d’ispirazione, di medicina guaritrice.
Due piccoli racconti che al di là del buio e del dolore, aprono un raggio di speranza.