“Pinocchio di Guillermo del Toro” dal 9 dicembre su Netflix è proprio il titolo completo di questo film, film in cui Guillermo del Toro insieme a Mark Gustafson è il regista, mentre Patrick McHaleè lo sceneggiatore.
Molti sono i cambiamenti a cominciare dall’ambientazione che viene portata nel periodo fascista, anche i personaggi sono quelli originari, ma non proprio.
insomma è il Pinocchio di Collodi, ma è anche un’altra storia.
Anche la scelta di realizzare un film con la tecnica dello stop motion è particolare.
Guillermo del Toro, utilizzando questa tecnica, realizza infatti una storia dove il protagonista non è l’unico burattino, in realtà lo sono tutti.
Altra finezza è la scelta di Alexandre Desplat, autore della colonna sonora, di realizzare una partitura eseguita solo con strumenti di legno perché così ha dichiarato:
“Mi piace sempre trovare un insieme di strumenti che riflettano il film o l’anima del film: Geppetto è un falegname e Pinocchio è di legno”.
Per questo motivo non ci sono timpani o piatti. Desplat ha creato la partitura con strumenti a fiato e percussioni, pianoforte, mandolino, chitarra e anche la fisarmonica è in legno.
La trama di “Pinocchio di Guillermo del Toro”
La prima parte del film ci narra di un Geppetto, padre single(?), che vive con il suo figliolo Carlo. Geppetto falegname, ma anche artista, crea con il legno mille oggetti.
Siamo negli anni della prima guerra mondiale e durante un attacco aereo una bomba colpisce la chiesa dove Geppetto stava lavorando in compagnia del figlio Carlo, che rimane ucciso nel bombardamento.
Geppetto è disperato, distrutto dal dolore e dalla rabbia per la perdita del figliolo, non è più in grado di lavorare e si abbandona all’alcol, finché una notte più disperato del solito, decide di costruirsi un figlio di legno, utilizzando il legno di un pino nato da una pigna che aveva scelto e sepolta proprio il figlio Carlo.
Una creatura fatata, un’alternativa alla fata Turchina con un aspetto che ricorda una sfinge alata, simile alle Sfingi della Porta della “Storia Infinita”, gli infonde la vita e affida ad un grillo, con aspirazioni da scrittore, di fargli da spirito guida per aiutarlo ad essere buono.
Se all’inizio del film eravamo nel pieno della I Guerra mondiale, ora siamo nel periodo del regime fascista.
Pinocchio compare all’improvviso nella quiete della vita di Geppetto, ma soprattutto dei paesani di Geppetto e crea scompiglio, sospetto, timori per la sua diversità, curiosità ingenuità.
Tra questi vi è un gerarca fascista, padre di Lucignolo, che inizialmente lo vede con sospetto in quanto diverso, non conforme, ma poi vorrebbe arruolarlo in quanto soldato perfetto, immortale, non ha paura, non mette in discussione gli ordini.
Compare anche l’impresario, un Mangiafuoco che in realtà si chiama conte Volpe e riunisce in se anche le figure del Gatto e soprattutto la Volpe, che vede le potenzialità di una star nascente che può fargli guadagnare fama e denari e quindi cerca di legarlo a se con un contratto capestro.
Pinocchio abbandona Geppetto e si avventura nel mondo per dimostrare di essere degno di stima, di poter fare cose grandi e assicurare la ricchezza al padre Geppetto.
Geppetto invece continua a rimpiangere il figlio morto e cerca in Pinocchio un sosia sostituto del piccolo Carlo morto.
Procedono così le avventure di Pinocchio nel mondo.
Si ritroveranno infine Geppetto e Pinocchio?
Se conoscete il libro e le innumerevoli versioni che ne sono state date, sapete che sì, si ritrovano, ma l’evoluzione finale sarà una sorpresa!
Il trailer di “Pinocchio di Guillermo del Toro”
Le impressioni di zia Elena
Una fiaba un po’ dark ed intrisa di tristezza e amore e fantasia.
Estremamente interessante questa rilettura che fa Guillermo del Toro della storia di Pinocchio.
Molto incentrata sul rapporto padre e figlio.
Qui di madri non ce ne sono proprio, se nella storia originale c’era la fata Turchina che in qualche modo era una madre sostitutiva, qui vi è una creatura fatata e asessuata.
Il racconto sembra essere rivolto quasi esclusivamente ai padri, sottolineando l’errore a cui si può essere portati di proiettare nei figli i propri desideri, i propri sogni.
Il rischio è di confondere il figlio reale con il figlio ideale che ogni genitore ha nella sua mente.
Il rischio è di creare un grave senso di inadeguatezza nei figli che non si sentono mai all’altezza delle aspettative ed inseguono invano un modello che forse non gli appartiene.
Guai pensare o far intuire ai figli che potrebbero, dovrebbero assomigliare a qualcun altro.
Ognuno è unico e desidera essere amato nella sua unicità.
Dove vedere “Pinocchio di Guillermo del Toro”
Ecco il link per vedere “Pinocchio di Guillermo del Toro“ su Netflix.
La nostra recensione
Ambientazione moderna, attuale e nello stesso tempo magica e fiabesca.
Molti spunti di riflessione, soprattutto per gli adulti genitori, soprattutto per i padri.
Una bella colonna sonora, con canzoni forse non immediatamente orecchiabili, ma con bei testi e bella musicalità. Poi c'è l'occasione di sentire la voce di Vittorio Matteucci (le canzoni di papà Geppetto) che è sempre un bel sentire.