La vita senza teatro
TEATRO MI MANCHI
I teatri sono chiusi da quasi tre mesi e la mancanza del palco e della platea si sente, eccome se si sente.
L’odore della platea prima che si riempia del chiacchiericcio della gente. Il colore del sipario – maestoso e autoritario – che segna il confine al di là e al di qua del quale vivono realtà e illusione.
Il rumore sordo delle tavole del palco che si piegano sotto il peso dei passi carichi di adrenalina che precedono l’inizio dello spettacolo.
L’emozione del primo applauso e i saluti finali a debutto di uno spettacolo o degli attori che tanto abbiamo amato.
Il brusìo della platea che si affievolisce quando si spengono le luci. Il silenzio assordante del pubblico rapito dalla storia. Tutto ciò non è che un briciolo di ciò di cui chi ama il teatro sente la mancanza.
Il teatro è un luogo magico, dove per un breve lasso di tempo un numero più o meno grande di persone (nella maggioranza slegato da relazioni interpersonali) si sente unito dagli stessi sentimenti e li riversa nell’applauso: il suono più gratificante di tutti.
L’APPLAUSO
Ecco ciò che forse manca di più: gli applausi.
Non per un ego esorbitante che richieda continua dimostrazione di apprezzamento, ma per il desiderio di vedere quell’unione che per un attimo muove attori e pubblico nella stessa direzione.
Se online si è cercato di ricreare e riproporre spettacoli teatrali, di certo l’applauso ha perso ragione di esistere davanti ad uno schermo.
Gli unici applausi che abbiamo sentito in questo lungo periodo sono stati quelli delle persone che hanno applaudito medici ed infermieri dal balcone.. e ora, siate sinceri, due lacrimucce vi sono scese!
IL TEATRO ONLINE
E’ vero, stanno trasmettendo il teatro online, ma siamo sinceri.. non sarà mai la stessa cosa. Trovo giusto che in questo momento l’arte si faccia sentire tramite i canali che ha disposizione che, per ovvi motivi, sono solo digitali o al massimo televisivi; e credo anche che sia inevitabile che la creatività e l’arte si espandano dove trovano spazio, perché semplicemente non sono categorie che è possibile mettere in pausa.
Non si può chiedere ala creatività di fermarsi per un periodo, e, se non ha gli spazi fisici per potersi esprimere, lo fa naturalmente attraverso quelli virtuali.
E’ altrettanto vero che la vita virtuale, compresa quella artistica, debba essere nuovamente ridimensionata una volta che quest’emergenza sarà finita: i social network e il mondo digitale sono stati un ineguagliabile supporto e motivo di coesione, non va negato, ma il contatto umano non può mancare.
Il teatro in particolare necessita senza dubbio della componente emotiva che il digitale elimina quasi senza esclusione di colpi.
Altro aspetto da non sottovalutare è l’elemento di socializzazione, imprescindibile dalla vita umana, che il teatro (così come ogni altro spazio pubblico e forma di intrattenimento) porta con sé.
TORNERA’ IL TEATRO
Chissà quando sarà possibile godere nuovamente di queste sensazioni, quando torneremo liberi e spensierati in mezzo alla folla e quando avremo di nuovo intere platee che, attente, ripercorreranno con gli attori storie ed emozioni.
Il teatro manca sia agli attori, agli artisti, ai cantanti e chi più ne ha più ne metta, sia al pubblico. Ed è proprio perché questa mancanza si sente così tanto che io sono certa torneremo a calcare i palchi e ad assistere agli spettacoli con ancora più entusiasmo di prima.
Che cosa è il teatro? Una delle testimonianze più certe del bisogno dell’uomo di provare in una sola volta più emozioni possibili.
Eugène Delacroix
Mi manchi teatro, non vedo l’ora di passare una serata in tua compagnia. Chissà che emozione rivederti..!