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L angelo del focolare – Storia di violenze familiari – La nostra recensione
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L angelo del focolare – Storia di violenze familiari – La nostra recensione

L'angelo del focolare

L angelo del focolare” di Emma Dante al Teatro Grassi
Torna Emma Dante al Piccolo con questa sua nuova produzione.
Lavoro in cui oltre che regista è anche autrice del testo.
La scelta di questo tema è nata, per sua stessa dichiaraizone in conferenza stampa, dalla profonda necessità di esplorare quella che lei chiamo la manutenzione della violenza domestica.

In questo testo non è tanto importante mettere in scena la violenza di un femminicidio, come fatto di cronaca, ma piuttosto cercare di illustrare, comprendere le ragioni profonde che stanno alla base di questi comportamenti.

Mettere sotto la lente questi fattori non perché sempre conducono al femminicidio, ma perché costituiscono un terreno fertile su cui il comportamento violento può prendere corpo.

La trama di “L angelo del focolare

Il quadro di esordio è il corpo di una donna steso esanime sul pavimento.
Entra una donna anziana, la suocera, con la sua poltrona, si accomoda e quindi inizia a sollecitare la donna a terra, che si alzi, che c’è tanto da fare: preparare la colazione, pulire…

Dall’altro lato del palco entra un giovane, il figlio, con un letto pieghevole e da lì inizia a chiamare la madre, che si alzi, che gli prepari la colazione.
Entra anche un altro uomo, il marito, che posiziona un cesso: lo usa, si aggira per la casa, cercando il caffe, la camicia…

E così la donna a terra, la moglie, è costretta ad alzarsi e riprendere la solita routine, con il volto sporco di sangue, con la ferita mortale che le è stata inferta riprende a pulire la casa, a occuparsi del lavoro domestico, a preparare da mangiare al figlio e al marito, ad accudire l’anziana suocera.

Ogni mattina, i familiari la trovano morta e non le credono. Ogni mattina lei si rialza e ricomincia a subire la violenza del marito, la depressione del figlio, l’impotenza della suocera che anziché condannare il figlio brutale e dispotico, lo compatisce.

Ed infine il marito la colpisce, la colpisce, la colpisce, la colpisce ancora.
Termina con una danza della donna, che sembra aver ripreso l’energia di quando era ragazza, la gioia di vivere, la prospettiva di una vita davanti a sé.
Danzando libera la scena da tutti gli oggeti, dalle persone e rimane solo lei.

Il cast di “L angelo del focolare

Leonarda Saffi
Leonarda Saffi Moglie-madre-l’angelo del focolare

Leonarda Saffi (la moglie): è attrice ed anche musicista, con una grande esperienza alle spalle. E’ veramente eccezionale nel dare voce e corpo a questa donna , moglie e madre, che nonostante abbia forza di carattere e coraggio, non riesce comunque ad allontanarsi, a fuggire da questa situazione violenta ed opprimente. Imprime al suo personaggio una ribellione incalzante, dove a tratti compare la tenerezza dell’amore materno per il figlio, sua unica gioia e momenti di nostalgia per la fanciulla piena di curiosità e voglia di vivere che era prima del matrimonio.

L'angelo del focolare
Ivano Picciallo, il marito e David Leone, il figlio, I due “maschi”

Ivano Picciallo (il marito) e David Leone (il figlio): anche per il padre e il figlio due grandi attori di esperienza, con una parte estremamente dura da affrontare.
Soprattutto per Ivano Picciallo che porta in scena un condensato del “peggio” della figura di maschio. La violenza, il gusto del dominio, il bisogno di usare gli altri.

Anche per David Leone il compito non è facile dovendo giocarsi sempre in equilibrio tra due posizioni. Da un lato il desiderio di aderire al modello che gli proppone, meglio dire che gli impone, il padre. Quella di un uomo cacciatore (di femmine, naturalmente). E’ tragicamente spassosa e comica la, chiamiamola, “danza di seduzione” che il padre insegna al figlio.

Dall’altro lato è attratto dalla figura maschile che gli suggerisce la madre.
Nel dubbio della scelta si rifugia nella depressione e nel sonno.

Giuditta Perriera
Giuditta Perriera, la suocera

Giuditta Perriera (la suocera): grandiosa questa figura di suocera. Prima di tutto per l’uso di questa sorta di grammelot siculo-pugliese (più siculo in effetti), dove rare parole sono intelleggibili, ma il discorso è chiarissimo!

Mescola, nel suo personaggio, questo aspetto un po’ comico del linguaggio ed anche, apparentemente, dei suoi comportamenti verso i maschi di casa, con una tragica realtà.

E cioé che anche lei è una donna oppressa, che teme le violenze del figlio da cui viene sfruttata. Il suo modo di sopravvivere è essere accondiscendete, scusare e giustificare i comportamenti del maschio.

Trailer di “L angelo del focolare”


Il cast tecnico e artistico

In scena: Leonarda Saffi, Ivano Picciallo, David Leone, Giuditta Perriera

testo, regia, scene e costumi Emma Dante
luci Cristian Zucaro

Sud Costa Occidentale
coordinamento e distribuzione
Aldo Miguel Grompone, Roma
organizzazione Daniela Gusmano
Piccolo Teatro di MilanoTeatro d’Europa
direttore di scena Amleto Diliberto


La nostra recensione


“L’Angelo del folcolare”! Un espressione molto usata, retorica, che in qualche modo voleva adulare e lusingare la figura femminile.
Un modo di rendere merito ad una attività considerata di serie B e comunque misconosciuta.

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Un ultimo giro

L’opera di Emma Dante mostra una cruda realtà che stride con questa immagine di Angelo.
E qualcuno forse potrà pensare che in fondo è una storia comune, che ne abbiamo sentite tante così.
Ed è vero! E proprio perché è una storia nota, proprio perché ne abbiamo sentite tante e continuiamo a sentirne, purtroppo, è necessario ripeterla.

E poi c’è il tocco di genio di questo morire e continuare a rialzarsi ogni mattina per ricominciare tutto da capo.
Quasi a dire che una donna non è libera neanche di morire, non può sottrarsi in nessun modo.

L’uso di questo dialetto misto tra il pugliese e il siciliano ad indicare gente del popolo, si, ma non nel senso di povertà e ignoranza materiale.
Piuttosto una povertà e un ignoranza di spirito, che viene compensata con la violenza ed il possesso.

Anche la scelta delle musiche contribuisce a completare il quadro. In particolare la maestosità dell’Adagio di Albinoni mentre sulla scene si ripete quasi all’infinito il femminicidio.

Ed infine la danza finale, liberatoria, dove i lembi della vestaglia della “moglie” sono finalmente le ali di questo Angelo del focolare che la riportano a quel bivio dove la strada di una vita ancora da giocarsi, da scoprirsi, ha preso una svolta che l’ha portata in una gabbia.

La danza libera progressivamente la scena dagli oggetti, mobilio della casa, segno del luogo fisico della prigionia. Poi si libera delle persone, marito, figlio, suocera, tutto ciò che erano catene.

Info e biglietti

Teatro Grassi

“L’angelo del focolare

dal 11/11/2025 al 30/11/2024

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Grassi
V. Rovello 2 (M1 Cordusio)
Informazioni e prenotazioni 02.21126116 – www.piccoloteatro.org

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