Con la regia di Marco Sciaccaluga, Il gabbiano di Cechov è in scena al Teatro Carcano fino al 10 febbraio.
Per prima arriva la musica (Andrea Nicolini) e solo dopo si apre il sipario, lo spettatore viene così accompagnato dolcemente in un luogo lontano e in un tempo altrettanto lontano.
Un teatro all’aperto e un lago sullo sfondo, questi gli elementi cardine del primo atto che si svolge nel cortile della tenuta di un funzionario di Stato, tale Sorin. I personaggi principali sono Nina, Konstantin, sua madre Irina Arkadina e il suo compagno, Trigorin.
Questi incarnano al meglio i temi fondamentali dell’opera: l’amore, l’amore per l’arte e l’irraggiungibile felicità. Konstantin e Nina inizialmente sono due giovani innamorati pieni di sogni e con tanta paura del futuro, di non realizzarsi appieno e di non riuscire a diventare ciò che vogliono essere: un’attrice e uno scrittore.
La madre di Konstantin è un’affermatissima attrice che non sa accettare il passare del tempo e che, senza malizia, vive per sé stessa e la sua arte senza considerare troppo il disagio del figlio. Konstantin infatti si sente tagliato fuori dal circolo di persone famose che si riuniscono attorno alla madre ed è alla continua ricerca di nuove forme da proporre in aperto contrasto con le vecchie forme teatrali e di scrittura.
Nina si innamora del compagno di Arkadina, Trigorin (famoso scrittore), che ricambia provando per lei una passione irrefrenabile. La sua giovinezza lo affascina a tal punto da lasciare la madre di Konstantin per stare con Nina; come un gabbiano volava spensierato nel cielo e venne ucciso da Konstantin, così Nina perde con Trigorin la sua spensieratezza e la sua vita inizia ad andare a rotoli.
I sogni dei due giovani, che loro vedevano proiettati rispettivamente in Trigorin e in Irina, si realizzano infine ma non portano alla tanto agognata felicità che infine scoprono essere nella vita di tutti i giorni e nelle piccole cose.
Tutti i personaggi provano forti disagi che non hanno termine con la conclusione della storia, ma anzi crescono con il passare del tempo e l’avanzamento della vicenda.
Nonostante la difficoltà dello spettacolo data dalle numerose trame e dalla confusione, voluta, che si crea nella mente dello spettatore, l’attenzione è viva fino alla fine. Gli attori sanno rendere con credibilità e realismo la situazione e menzione particolare meritano in questo coloro che interpretano Trigorin, Konstantin e Sorin, fratello di Irina.
Costumi e scenografie (Catherine Rankl) portano ci immediatamente nell’atmosfera voluta che risulta così tra la malinconia e il lusso. Bellissime le proiezioni sullo sfondo, i giochi di luci e ombre e i riflettori a vista nel secondo atto.
Il cast è composto da (in ordine alfabetico) Roberto Alinghieri, Alice Arcuri, Elsa Bossi, Eva Cambiale, Andrea Nicolini, Elisabetta Pozzi, Stefano Santospago, Roberto Serpi, Francesco Sferrazza Papa, Kabir Tavani, Federico Vanni
Ecco il promo dello spettacolo: