Aborto, libertà di scelta o assassinio?
Il 22 maggio 1978 nasce la norma sull’interruzione volontaria della gravidanza, l’aborto, confermata con un referendum nel 1981 e, da poco, festeggiata per i suoi 40 anni appena compiuti.
Questa legge, da sempre, è stata oggetto di critiche aspre e di discussioni continue, che hanno portato a scontri sempre più frequenti e due fazioni ben distinte: chi vuole che la legge viva per sempre e chi, invece, vorrebbe che venisse abrogata.
Il motivo principale che divide le persone è che, per alcuni, la legge rappresenta una possibilità di scegliere come agire sul proprio corpo, nel caso in cui si presenti una gravidanza inaspettata o, purtroppo, dovuta a cause esterne non troppo piacevoli (uno stupro, ad esempio!)… per altri, invece, è sinonimo di mostruosità e assassini, perché si va ad uccidere una “creatura innocente” che merita di vivere e di venire al mondo.
Mi sono sentita quasi in dovere di scrivere questo articolo, per due motivi: il primo è che è una cosa che, in quanto donna, sento molto mia ed il secondo perché ho assolutamente necessità di scrivere i miei pensieri, che si sono accumulati come una nube sopra la mia testa, con l’assoluto bisogno di esplodere in pioggia sottoforma di parole e parole che non possono rimanere bloccate nel mio cervello.
Come prima cosa, ci tengo a precisare che ognuno è libero di pensarla come meglio crede, quindi questo non è un articolo fatto per attaccare o altro ma, bensì, per confrontare opinioni ed idee.
Quello che sono convinta sia necessario portare per bene alla luce, è che ora, nel 2018, non dovrebbe esistere una società che impone limiti, che impone barriere.
Dovremmo essere un popolo LIBERO di agire come preferisce, sempre laddove non si tocchi o ferisca la libertà altrui.
L’utero di una donna appartiene A LEI e non agli altri.
Le scelte che una donna fa sul SUO corpo, dovrebbe farle LEI e soltanto LEI. Non gli altri.
E’ giustissimo chiedere consiglio, anche ascoltare opinioni differenti sulla questione, per carità: ma da qui a impedire di fare quel che si preferisce fare, anche ragionando sul bene del/della bambino/a che dovrà nascere, c’è un abisso.
Consideriamo, per esempio, la nascita di un figlio da parte di uno stupratore: avete idea di quanto psicologicamente traumatico possa essere dover portare una gravidanza del genere?
O magari una donna che non può permettere alla propria prole una vita serena, per mancanza di soldi, di tempo, di qualsiasi altra cosa?
Certo è che, comunque, quando si hanno rapporti, bisogna sempre stare attenti ed usare le precauzioni, perché non bisogna scherzare su queste cose.
Alla fine, sappiamo tutti come si fa ad avere un figlio, perciò penso che una dovuta attenzione sia sempre ben gradita.
Mi auguro che questa legge esista per sempre e che le donne vengano SEMPRE tutelate da questo punto di vista e non solo.
In realtà, io mi auguro che tutti vengano tutelati e che, un giorno, si possa vivere in un mondo sereno, dove nessuno ti dice cosa devi fare e, soprattutto, non giudica il prossimo.