I versi di Alda Merini sono gioielli preziosi, e poter dare vita alle sue parole attraverso la musica è stato un compito che ho abbracciato con tutto il mio cuore e la mia anima.
Giovanni Nuti
GIOVANNI NUTI, torna dal suo amatissimo pubblico con “LIRICA ANTICA”, brano interpretato e composto dall’ artista stesso, inserito nella colonna sonora del film “Folle d’amore – Alda Merini” di Roberto Faenza andato in onda in prima serata su Rai 1.
Sempre unito alla grande poetessa da un filo, un legame indissolubile, che non si potrà mai rompere perchè va oltre il mondo terreno, Giovanni lo avevamo già incontrato per parlarci di un altro suo splendido lavoro ovvero “E io tra di loro“.
Il brano
Per la canzone “LIRICA ANTICA” (Nar International/Sagapò), Giovanni Nuti ha musicato una delle poesie più famose e apprezzate della poetessa milanese.
Il brano è stato arrangiato e orchestrata dal maestro Adriano Pennino, che suona il pianoforte, con un quartetto d’archi composto da: Simone Rossetti Bazzaro (violino primo), Davide Santi (violino secondo), Marco Varisco (viola), Francesco Gliozzi (violoncello). Registrazione, mix e master, sono a cura di Carlo Giardina presso il Bach Studio di Milano.
Il Film
Coprodotto da Rai Fiction e Jean Vigo Italia, il nuovo film per la TV di Roberto Faenza, “Folle d’amore – Alda Merini” racconta la storia di una delle poetesse più amate di sempre e vede la sceneggiatura dello stesso Faenza e di Lea Tafuri, con la produzione affidata a Elda Ferri. Le attrici protagoniste sono Laura Morante, Rosa Diletta Rossi e Sofia D’Elia, che interpretano il ruolo della poetessa. Nel cast, anche Federico Cesari, Mariano Rigillo, Luca Cesa, Alessandro Fella, Giorgio Marchesi, Francesco Beggio e Ludovico Succio.
Conosciamo meglio Giovanni Nuti
Per scoprire la splendida carriera e le opere di Giovanni Nuti, clicca qui.
Quattro chiacchiere con Giovanni Nuti.
Proseguono i tuoi splendidi lavori sempre con Alda “vicino e nel tuo cuore”. Il tuo nuovo brano è “Lirica Antica” che è anche nella colonna sonora del film a lei dedicato. Ogni volta che lavori su un capolavoro di questa immensa artista da dove parti per tradurlo in musica?
Alda scrisse questa poesia nel’ 61 prima di essere internata al Paolo Pini. Era una ragazzina e leggendola ci fa capire quanto la poesia fosse già entrata in lei. Io l’avevo musicata già all’epoca e gliela avevo fatta sentire al pianoforte e le era piaciuta tantissimo. Poi come tantissimi brani era rimasta nel cassetto.
In occasione del film di Faenza mi è tornata alla mente pensando potesse essere adattissima avendo anche la registrazione del recitato di Alda allo Streheler.
Ho fatto arrangiare il brano da Adriano Pennino e abbiamo aggiunto la sua voce e il video. Ho cosi composto il brano comprensivo della sua presenza. L’ho fatto vedere al regista e ai produttori che sono rimasti entusiasti.
Che Alda ritrovi in questa lirica?
Direi che riassume un po’ tutta la sua personalità. Il fatto di sentirsi l’anima imprigionata, queste mani legate che ci riportano poi alle fascette usate in manicomio…
Però alla fine c’è sempre il lato positivo, l’illuminazione dell’amore.
Alda ha superato tutto, anche accettando l’inferno, e questo le ha fatto sempre vedere una via d’uscita per tutto e in questo caso vedeva nell’immaginario la persona amata come la salvezza e la rinascita.
Il vento e la bellezza sono sempre stati per lei elementi essenziali. Il primo perché rappresenta lo spirito e la libertà e le rose si ricollegano al fatto che lei si è sempre nutrita di bellezza sopratutto quando era in manicomio perché i fiori erano l’unica cosa bella in quell’orrore e desolazione.Alda Merini
“Amore mio ho sognato di te come si sogna della rosa e del vento”
Tu hai musicato moltissimi lavori di Alda Merini. C’è qualcosa che predispone particolarmente la poesia, la scrittura di Alda alla musica?
Ho messo in musica più di cento suoi componimenti.
Quando mi metto a musicare una sua poesia sento già la musica, i suoi versi hanno già una musicalità. Questo l’ho sempre detto anche a lei, è come se ogni sua parola fosse già una nota.
Ascoltando ogni tua parola si percepisce e si convalida ancor più il fatto che il legame tra voi non si è mai interrotto…
No, è qualcosa di incredibile. Io continuo a musicare i versi che lei mi ha lasciato con lo stesso entusiasmo di quando lei era in vita.
Cosa hai ritrovato di più di Alda nel film di Roberto Faenza?
Per fare un film sulla vita di Alda Merini bisognerebbe farne almeno dieci!
È molto difficile racchiuderla in un film, lui ha seguito un percorso biografico.
C’e stato un momento che ti ha toccato di più?
Sì, quando ha partorito la sua ultima figlia mentre era già in manicomio. Mi ha toccato molto perché lei stessa me lo ha raccontato più volte ed è come se dalla sue parole avessi vissuto moltissimi eventi della sua vita accanto a lei.
Io credo che l’aver condiviso tanto con Alda, dolore compreso, ti abbia affidato un “compito” da portare avanti che ti fa essere un uomo speciale…
Sì, è proprio così, è un compito. Io non ho mai avuto un dubbio su quello che avevo scelto di fare.
Io avevo una carriera da cantautore e quando ho conosciuto lei ho mollato tutto, anche perché l’importante casa discografica che avevo mi ha segnalato che “la poesia non vende” ma me ne sono ampiamente fregato!
Oggi stiamo vivendo un momento molto difficile a livello musicale, far passare la musica di questo tipo implica una costanza e una volontà di ferro.
Stiamo toccando il fondo, i testi non esistono più e io invece mi propongo con testi incredibili, meravigliosi…
Sei un controcorrente, forse il vero sovversivo sei tu che tieni duro prosando avanti questi capolavori e credo che il tempo ti ripagherà…
Io spero di essere premiato nel tempo! Oggi si segue un “codice” da percorrere obbligatoriamente a livello commerciale e purtroppo lo fanno anche importanti nomi della cultura.
La gente purtroppo è travolta da ciò che viene fatto passare senza dargli la possibilità di avere più proposte diverse tra loro per poter discerne tra ciò che è di qualità e quello che non lo è.
Credo anche che in questo periodo storico portare attraverso la canzone qualcosa di culturale sia necessario e basilare.
Giovanni Nuti
Io devo fare quello che è nella mia natura, qualcosa che è scesa tempo ma che resti nel tempo.
Musicare i lavori di Alda Merini può essere anche un modo di far arrivare ancor più i suoi capolavori alle nuove generazioni?
Io credo molto nell’ importanza della “parola” in un momento in cui non viene più considerata e questo mi da ancor più la prova che sto portando avanti un discorso davvero straordinario.
Vorrei che le nuove generazioni prendessero coscienza che leggere una bella poesia fa bene al cuore, ti regala bellezza e quest’ultima ti aiuta a vivere.
Hai mai pensato di scrivere un libro su Alda Merini?
Ti confido che sono l’unico che non lo ha ancora fatto, mentre molti hanno scritto di lei senza nemmeno averla conosciuta, mai salutata una volta.
Non l’ho fatto perché mi sembrava una cosa fatta per speculare e io non sono così.
Ho sempre pensato che a parlare di lei, di noi e della nostra storia siano le nostre canzoni.
Mai ho pensato di strumentalizzare il nostro rapporto e mai lo farei.
Prossimi impegni?
Per prima cosa promuovo “Lirica Antica” che sta andando molto bene sia su Spotify che su YouTube.
Sto continuando a musicare le poesie di Alda per un nuovo Album.
Inizierò il Tour con Grazia di Michele sul disco dedicato a Tenco e Dalida e porto avanti ancora lo spettacolo “Ed io tra di loro” dedicato a Milva e Alda Merini.
Il 3 Maggio ci sarà un documentario su Rai 3 dedicato a Milva e ci sarò anche io e poi ho iniziato a realizzare i brani con i testi meravigliosi di Giorgio Manganelli, che è stato il primo fidanzato di Alda Merini.