In lettura
Max Elli: natura e riflessioni nel nuovo singolo “Le Montagne”. Intervista esclusiva.
Scuro Chiaro

Max Elli: natura e riflessioni nel nuovo singolo “Le Montagne”. Intervista esclusiva.

Max Elli

««Quello che più mi spaventa in un qualsiasi rapporto è il fatto che tutto possa finire per la mancata attenzione e cura nei confronti dell’altro, per noia o per le futili frustrazioni che ognuno di noi prova verso se stesso quotidianamente. Le montagne sono simbolo di maestosità e di durevolezza nel tempo e difficilmente si riesce ad arrivare in vetta da soli».

Max Elli


“LE MONTAGNE” (Greylight Records) è il nuovo singolo di MAX ELLI.
Quando in un rapporto vengono a mancare la comunicazione e la condivisione, le strade cominciano a dividersi.
Solo un sentimento mai spento e la voglia di rimettere le cose a posto fanno cambiare le carte sul tavolo: una giornata di sole, che lascia vedere le montagne in lontananza, diventa metafora di cambiamento.
MAX ELLI scrive, suona e produce, insieme alla batteria di Luciano Galloni, “LE MONTAGNE”, un brano che lascia trasparire le influenze americane del suo sound.

Chi è Max Elli?

Max Elli
Max Elli, chitarrista e cantautore italiano

Max Elli è chitarrista, cantante, produttore e songwriter per molti dei più grandi nomi del panorama musicale italiano tra cui: Nek, Cremonini, Jovanotti, Gue Pequeno, Chiara Galiazzo, Mahmood, Tommaso Paradiso, jack Jaselli e tanti altri. Da anni in tour come sideman, calca i palchi più importanti in Italia e nel mondo, tra i quali anche il Circo Massimo per il Live 8 e le olimpiadi di Torino nel 2006, oltre ai tradizionali stadi e palazzetti. È reduce dal tour europeo di Nek conclusosi a gennaio 2020. Oltre alle produzioni discografiche, produce e suona la Title track del film “L’Estate Addosso” di Muccino scritta e interpretata da Jovanotti e Jack Jaselli, ma anche la colonna sonora di Braccialetti Rossi 1 e 2 per la Rai. Come cantautore pubblica nel 2018 l’album “Get The Love You Want” e a dicembre 2020 il singolo “Vivere o Morire”. Insegna presso il CPM di Milano ed è endorser D’Addario e Duesenberg.

L’intervista a Max Elli

Nel tuo brano “Le Montagne” parli della mancanza di comunicazione e condivisione. La necessità di scrivere questo brano nasce da una tua esperienza o da una valutazione generale della situazione?
Chi può dire di non averle mai vissute? Delle storie di questo tipo le hanno vissute tutti e si possono estendere a tutti i rapporti. Io in questo brano parlo di un rapporto di coppia, ma il fatto di essere concentrati su se stessi e di buttare le proprie frustrazioni sugli altri, di dimenticarsi di avere attenzioni, queste sono cose che possono succedere anche con un familiare, con un amico è quindi è una cosa presente nella vita corrente di tutti.

Tu fai un’autoanalisi più della persona che delle colpe dell’altro nella canzone ed è molto bello. Parli delle mancanza che spesso noi abbiamo e che poi attribuiamo agli altri.
Si molto spesso è la proiezione dell’idea che abbiamo degli altri che, a volte, ci fa perdere la bussola anche nei rapporti. Molte volte, non ci accorgiamo nemmeno che arriviamo a quei punti di distanza da un altro perché siamo troppo concentrati sulle nostre cose e pensiamo che il problema arrivi dall’esterno.

Tu nella tua canzone metti anche la volontà di salvare questo rapporto.
Il testo parte dal presupposto che ci sia di base un forte legame che poi, col tempo, va ad appannarsi e le immagini della luce che arriverà, le montagne, il bel tempo, una bella giornata sono tutte metafore per dire che c’è sempre un modo di trovare il sistema per guardarsi dentro e capire che le cose sono lì e vanno solo riscoperte e rispolverate.

Max Elli
La cover di “Le Montagne”

La scelta delle montagne come simbolo è solo per questo senso di solidità o hai una particolare passione per la montagna?
A parte avere una passione per la montagna… l’immagine di questo ritornello mi è venuta un giorno che ero in tangenziale esterna a Milano e da sopra vedevo questa giornata limpidissima, c’era il sole e si vedevano le montagne. Mi è venuto proprio un senso di benessere e l’immagine del ritornello è la foto di questa mia visione.

Come mai la scelta di fare un video in slow-motion?
L’idea è stata di Gianluca Riva che ha diretto il video e voleva proprio essere una metafora di quando si vivono quei periodi che è come viverli da fuori, si è molto riflessivi, ci sono cose che non riesci ad inquadrare e tutto sembra scorrere lento. Questa idea stava bene col significato del brano oltre ad essere una bella idea dal punto di vista cinematografico.

Nel video è molto bella anche la dualità fra te in casa che riguardi i video del passato e il futuro che è dato da questi panorami.
Si, l’apertura dei ritornelli e l’apertura della possibilità di sistemare le cose.

Da dove arriva questa tua influenza americana nella tua musica?
Dai miei ascolti, mi piace molto contaminare. Io ho ascoltato sempre molta musica anglosassone dal punto di vista del sound, poi sono molto affascinato dalla parte letteraria dei cantautori italiani, credo che nessuno scriva come noi. Cercare un connubio tra queste due cose è difficilissimo, ma si può fare. Io sono un chitarrista, fondamentalmente, e quindi dal punto di vista strumentale la musica anglosassone mi ha sempre molto attratto, blues, soul, country, folk e quando posso cerco di metterla nelle mie produzioni.

Tu hai scritto per grandi nomi del panorama musicale: Cremonini, Nek, Jovanotti, Mahmood…
In realtà più che scrivere per loro ho suonato. Per Nek ho scritto ma per Cremonini, Jovanotti e Mahmood ho suonato.

Forse ti potrebbe piacere anche…
La cover del nuovo libro di Enrico Casartelli dal titolo "Berlino Est, 1989. ricordi di una giovane libraia".

Quando scrivi per gli altri e scrivi per te c’è una differenza? Come ti trovi?
No, non c’è una differenza. Mi accorgo solo dopo se una cosa mi sta addosso, se è una cosa che mi rappresenta o se è una cosa che mi piace molto ma che non riuscirei a rappresentare come vorrei. Per questo io non sono un autore “seriale” (ride). Non parto mai con l’idea di scrivere per…

Nella tua vita c’è anche l’insegnamento. Quanto di dà il rapporto con i ragazzi?
Tantissimo! Mi piace moltissimo passare del tempo a fare questo, è una scoperta continua su se stessi sia dal punto di vista strumentale, sia vocale, stare a contatto con loro, inoltre, significa stare a contatto con ciò che succede adesso e per un artista è fondamentale.

Tu hai lavorato sulla colonna sonora di braccialetti rossi. Quello è un altro mondo tuo?
Quello mi è capitato, non sono concentrato sul voler entrare nel mondo delle colonne sonore anche se è un mondo bellissimo. Magari in futuro proseguirò ma questa cosa mi è successa perché collaboravo con Nicola Agliardi che è colui che ha messo insieme tutta la squadra con cui abbiamo scritto tutta la colonna sonora. E’ stato un successo senza sapere cosa fosse, il format era una cosa nuova portato dalla Spagna.

Progetti futuri dopo “Le Montagne”?
Ci sarà tanta altra musica, sto scrivendo tantissimo. Non so ancora sotto che forma se saranno singoli, un album… in questo periodo parlare di album è molto strano, ma è una cosa che vorrei fare perché per me l’album racchiude sempre un percorso. Ma sicuramente ci sarà tanta musica.

Il video di “Le Montagne”

ll videoclip ufficiale di “Le Montagne”, diretto da Gianluca Riva, vede raffigurate due ambientazioni principali: una casalinga, dove Max riguarda dei vecchi filmati, l’altra è uno spazio aperto con le montagne sullo sfondo a simboleggiare la possibilità di un nuovo inizio, di un cambiamento. Eccezion fatta per le immagini dei ricordi, tutto il video è girato in slow motion, scelta che vuole trasporre in immagini il pensiero e la condizione del rapporto descritto nella canzone.

Qual è la tua reazione?
Excited
0
Happy
0
In Love
0
Not Sure
0
Silly
0
0 Commenti

Rispondi

La tua mail non sarà resa pubblica.

© 2020 Dejavu. All Rights Reserved.

Torna a inizio pagina