Laureato in Popular Music Vocals Teaching alla West London University, direttore artistico della “Chi è di scena”, performer dalle numerose esperienze, Gioacchino Inzirillo per tanti anni è stato l’amatissimo Doody di Grease, nonché responsabile vocale della compagnia.
Ha da poco girato una miniserie web realizzata per la Camera di Commercio di Torino, dal titolo “Ci vediamo in mensa” per sensibilizzare i bambini alla tematica della sana alimentazione, insegna alla TMA di Torino e tiene corsi e stage di canto e di musical nelle principali realtà piemontesi. È incapace di fermarsi, sempre alla ricerca di nuovi stimoli e di percorsi in cui mettersi in gioco e crescere personalmente e professionalmente, è stato uno dei protagonisti della nuova versione di Sister Act il musical al Teatro Nazionale di Milano.
Lo incontriamo a pochi giorni dalla conclusione di questa esperienza e già è proiettato verso il nuovo orizzonte: Papà Gambalunga di cui sarà il protagonista!
In scena al Teatro Superga di Nichelino il 25 febbraio 2023.
Hai da poco concluso l’esperienza di Sister Act con la produzione Stage e la regia di Chiara Noschese, cosa puoi raccontarci? Cosa ha dato Sister act ad un artista con la tua esperienza pluriennale?
Beh, è un musical tutto al femminile, parla di suore all’interno di un convento, tutto quello che accade, per quanto riguarda la componente maschile, potrebbe sembrare un contorno invece è paradossalmente il motore dello spettacolo perché senza Curtis, il cattivo della situazione, non ci sarebbe storia.
All’interno di questo spettacolo la cosa che amo di più è il fatto di poter dire di aver fatto parte della versione ufficiale di Sister Act perché è veramente un titolo che amo tantissimo!
Quello che posso raccontarvi è che lavorare per la Stage è sicuramente un’esperienza professionale che ti arricchisce sotto tantissimi aspetti. In primis il lavoro quotidiano che, è inutile dirlo, ma con una regista e un’artista come Chiara Noschese, che ha la capacità veramente di sistemare anche l’ultimo capello, è stato bellissimo.
Lei è estremamente perfezionista quindi vederla lavorare ed essere guidato da lei, è un motivo di orgoglio, oltre che un grande arricchimento per me che amo un po’ “rubare” il mestiere per poi portarlo in quello che posso rimettere in produzione con la mia scuola “Chi è di scena”. Da Chiara c’è davvero tanto tanto da imparare!
Che personaggio è Joey? Come l’hai creato? Cosa c’è di Gioacchino in Joey?
Partiamo dal fatto che Joey è un personaggio che mi ha divertito tanto e tormentato un po’ all’inizio… per capirci, è un personaggio che vive all’interno di una triade, è un po’ come una parte dei tre moschettieri, lui, e i suoi due amici, Deniro e TJ, sono un po’ dei “compagni di merenda” con cui Joey cerca di soddisfare le richieste del cattivo Curtis, che comanda loro di andare a cercare Deloris.
Parte così una serie di vicissitudini deliranti e divertenti di questi tre che cercano di combinare qualcosa di buono, ma con scarsi risultati! Nel caso del mio Joey, io ho cercato veramente di giocare un po’ sulla goffaggine, un po’ sull’essere impacciato tenendo conto però che lui è anche quello che dei tre cerca di tenere un po’ le redini della situazione dei tre fulminati… perché è quello che sembra il più sano e ho detto tutto!!!!
Ho cercato di lavorare tanto sulla fisicità arrivando comunque da un ruolo come Doody di Grease che è un ragazzo di un altro tipo, proveniente da un’altra situazione. Joey invece è un ragazzo abituato a vivere per strada, a frequentare locali di un certo tipo quindi l’atteggiamento, la camminata, il modo di parlare, tutto era da creare. Ho lavorato tanto sui colori della voce, sul rapporto con i miei compagni perché nessuno doveva prevaricare sull’altro e quindi abbiamo cercato di approfondire al meglio le dinamiche, rendendo evidente anche il contrasto tra la relazione fra di noi e il rapporto con Curtis, guidato invece dalla paura.
Cosa c’è di Gioacchino in Joey… direi l’autoironia, il non prendersi troppo sul serio.
Quali sono le caratteristiche di questa versione di Sister Act, che taglio è stato dato? Ti piacerebbe se andasse in tour l’anno prossimo?
Questa versione di Sister Act ha avuto un taglio visivamente totalmente differente da quello che è stato fatto ormai dieci anni fa sempre al Teatro Nazionale, sempre da Stage. Hanno voluto dare un look totalmente nuovo, diverso, per esempio, nei costumi che infatti sono una grandissima cosa, un bel colpo per gli occhi perché sono estremamente colorati e pieni di paillette. Chi conosce Sister Act può dire che è un musical divino in cui le paillette non possono mancare!
Le musiche sono di Alan Menken inutile dire altro, è un nome che dice tutto, le scene sono di Gabriele Moreschi, mi sento di dire che è uno spettacolo di forte impatto sia visivo sia soprattutto emotivo perché ha un messaggio molto positivo. Ha la capacità di far capire quali siano le cose importanti nella vita, di far riflettere sul fatto che a volte inseguiamo il successo pensando che porti la felicità, ma poi non siamo contenti di quello che abbiamo e sentiamo il bisogno di qualcos’altro perché, in realtà, la bellezza e la felicità sono già intorno a noi, ci circondano tutti i giorni nelle cose più semplici e vere.
Se Sister Act andasse in tour sarei molto contento perché mi piacerebbe molto che anche questa versione potesse arrivare nella mia Torino e che quindi tutte le persone che non sono riuscite a venire a Milano, potessero vederlo e potessero scoprirmi in questa veste da scagnozzo che è un ruolo nuovo per me.
Tra poco ripartirà Papà Gambalunga dopo le anteprime dell’anno scorso, con la collaborazione della Compagnia della Rancia e la regia di Mauro Simone. Chi è Papà Gambalunga? Cosa ti piace di più di questo ruolo?
Sì, ci stiamo preparando per questo debutto 2.0 con la regia originale di Mariasole Fornarelli e la regia di Mauro Simone e la collaborazione della Compagnia della Rancia e siamo molto molto contenti di questo ritorno perché appunto ci saranno dei cambiamenti dall’anteprima che è stata fatta lo scorso anno.
Papà Gambalunga non è altro che un ragazzone di 30-35 anni, un milionario americano che in realtà si chiama Jervis Pendleton. Tutto parte dal fatto che lui si intenerisce per le sorti di un’orfanella diciottenne durante un viaggio in Francia e desidera proprio migliorare la qualità di vita di questa ragazza pagandole gli studi in segreto, quindi lei avrà la possibilità di lasciare l’orfanotrofio e di andare a studiare al college grazie alla donazione che fa questo ragazzo, che lei però non ha mai visto, se non come un’ombra e che perciò chiama Papà Gambalunga.
Lui è un ragazzo che nella prima parte della storia può risultare anche un po’ antipatico, dà proprio l’idea della classica persona concentrata sul lavoro, sui soldi, sul far rispettare le regole in generale… Ma poi c’è la tenera evoluzione del personaggio che da molto duro e rigido cambierà, abbandonandosi, lettera dopo lettera, a quello che prova. Le lettere che riceve da parte di Jerusha Abbott dal college lo coinvolgono sempre più e dovrà lasciarsi andare a dei sentimenti, ad un interesse che non pensava di poter provare per qualcuno e non possiamo aggiungere altro perché non possiamo spoilerare troppo della trama…
La cosa che mi piace appunto di più di questo personaggio è proprio l’evoluzione che ha dentro questa storia che poi è una storia d’amore e di base io sono un romantico e quindi non può non piacermi portare in scena questo tipo di personaggio.
Come è stata scelta la protagonista femminile?
La nostra protagonista femminile è stata scelta a seguito di audizioni che abbiamo fatto a Milano lo scorso anno, non è stato semplice perché per interpretare questo personaggio era necessario trovare una ragazza che avesse un po’ quelle caratteristiche della ragazza di altri tempi, un po’ quella bellezza acqua e sapone, semplice, genuina e fresca con uno sguardo aperto e sognante nel vero senso del termine, in totale onestà.
Dovevamo poi trovare una ragazza che avesse la vocalità giusta per interpretare questi brani che sono meravigliosi, ma nello stesso tempo tremendamente difficili! Marianna Bonansone è stata la scelta giusta!
Perché venire a vedere Papà Gambalunga? Quale messaggio trasmette? Quali emozioni suscita?
Io credo che il motivo per cui abbiamo voluto buttarci su questo titolo sia il desiderio di fare un tuffo verso quelli che sono i valori di altri tempi, valori che in parte magari oggi si trascurano.
Nella frenesia di una società che viaggia veramente velocissima, o magari non ha più tempo di fermarsi a pensare alle piccole cose che poi rendono veramente felici, questo spettacolo credo che abbia la capacità di far capire, come dice tra l’altro il titolo di un brano che eseguiamo all’interno dello spettacolo, quale sia il vero segreto della felicità. Questa felicità che rincorriamo pensando di non raggiungerla mai, quando in realtà ce l’abbiamo dentro le mura di casa nostra.
Riscoprire i valori antichi, compreso quello della scrittura, il potere che ha scrivere delle lettere… una volta, a distanza si parlava soltanto così, accettando e rispettando anche il tempo che intercorreva tra l’invio e la ricezione e godendosi, dopo l’attesa, la gioia della sorpresa… era tutto molto più amplificato.
Venire a teatro a vedere Papà Gambalunga significa avere possibilità di spegnere il telefono per un’ora e mezza e farsi trascinare da una storia d’amore che porterà veramente a riconnettersi con quelli che sono i valori e le emozioni più profonde.
Stai già lavorando a qualcosa di nuovo?
Sì, con la “Chi è di scena”, stiamo già pensando a dei progetti per il futuro, l’unica cosa che posso spoilerare è che, con Gabriele De Mattheis, stiamo lavorando ad un progetto natalizio, un inedito di cui stiamo mettendo a punto gli ultimi dettagli per poi capire se sarà un progetto concreto che si potrà fare già in questo Natale nel 2023!
Per il momento cerchiamo di lavorare molto su “Papà Gambalunga” e su “Fantasmi sotto Sfratto”, un altro spettacolo realizzato con la mia associazione ed accademia del musical Chi è di scena.
Un grandissimo grazie e uno speciale in bocca al lupo per tutti i tuoi progetti, Gioacchino Inzirillo.
Ci vediamo il 25 febbraio 2023 al Teatro Superga di Nichelino (To).
Per l’acquisto dei biglietti ecco il link.