«”PIOGGIA D’APRILE” descrive il mio ultimo anno e gli eventi privati che l’hanno caratterizzato, fra cui la morte di mio nonno, tra una stasi inevitabile e l’impulso di alzarsi dal divano per riappropriarsi della vita e del quotidiano.
“PIOGGIA D’APRILE”, il nuovo singolo dell’ eclettico cantautore FRANCESCO SACCO.
Tra un assolo di chitarra elettrica e un tocco di theremin, il brano è un flusso di coscienza cantato che, come un fiume che si risveglia, scorre libero attraverso le mille vite dell’eclettico e tagliente artista milanese, bagnando e rendendo di nuovo fertili i suoi ricordi e portandolo a desiderare ancora una volta l’estasi più pura della vita.
Senza curarsi dei tabù FRANCESCO SACCO scrive un inno alla sensualità della vita e della natura, paragonandola giocosamente e sapientemente alla sensualità femminile, rappresentata dall’arancia della cover che è stata realizzata dal grafico Niccolò Pagni.
Il brano è stato interamente scritto, arrangiato e prodotto dallo stesso Francesco, mentre è stato registrato e mixato da Giacomo Zambelloni e Davide Andreoni presso Everybody On The Shore. Per la registrazione della batteria l’artista si è servito della maestria musicale di ALESSANDRO DEIDDA, storico batterista de Le Vibrazioni.
Chi è Francesco Sacco
Francesco Sacco si appassiona alla musica fin da bambino, studia musica classica, poi si innamora del blues, del rock anni ’70 e del cantautorato. Negli anni dell’università a Milano inizia a collaborare, come redattore, con varie riviste di critica musicale, incontra il mondo del teatro e della danza contemporanea e firma colonne sonore e direzioni musicali per decine di spettacoli, tra cui le performance del collettivo Cult Of Magic che ha fondato insieme a sua moglie Giada Vailati e Samira Cogliandro, coreografe e performer. Allo stesso tempo Francesco studia i software musicali e il sound design, collabora con vari brand di moda e design tra cui Marni e produce dischi per altri artisti. Dal 2020 è endorser per la famosa marca di chitarre Gibson. Attualmente Francesco collabora con la conduttrice e speaker radiofonica Margherita Devalle al podcast “Fatty Furba”; le prime puntate sono disponibili su tutte le piattaforme digitali.
L’intervista a Francesco Sacco
Pioggia d’aprile descrive il tuo ultimo anno anche toccando argomenti privati. Quanto per te la musica è fondamentale per dare spazio alle tue emozioni?
Tantissimo, è il mio canale. Ho un tipo di scrittura molto autobiografica, metto tanto vissuto anche in modo non troppo volontario. Mi capita molto spesso di trovarmi anche senza deciderlo ad analizzare vissuti, emozioni, racconti e tutto quello che c’è nel mio panorama emotivo del momento.
Nel tuo mondo creativo arriva prima il testo, la musica o arrivano insieme?
In questo brano è arrivato prima il testo e in genere è così anche se c’è stata qualche eccezione ad esempio nel mio disco precedente. La mia visione di canzone è molto legata all’espressività della parola e la musica è un abito che aggiunge potere comunicativo.
Quanto ti ha cambiato come artista questa “stasi obbligatoria” che abbiamo vissuto causa pandemia?
Sicuramente ha inciso inevitabilmente con risvolti emotivi molto forti non credo solo su di me ma in generale. In “Pioggia d’Aprile” parlo molto di questo e sopratutto della situazione interiore che evolve poi nel voler andare avanti svegliandosi da un torpore esistenziale dopo una passività data dagli eventi.
Parlando di “risveglio dal torpore” tu con il tuo brano ti butti senza tabù nel mondo della sensualità femminile. Come mai questo viaggio?
Io scrivo in modo molto veloce, scrivo tanto e posso permettermi il lusso di mettermi in difficoltà e buttare via quello che non funziona senza troppi rimpianti. Il ritornello è nato così non è particolarmente ragionato, va molto a flusso di coscienza con metafore che trovavo adeguate per esprimere anche situazioni apparentemente contrastanti ma che non lo sono.
La copertina è molto eloquente…
Si, è stata fatta da Nicolò Paglietti che è un grafico molto bravo con cui ho già lavorato in passato soprattuto per il Collettivo Cult of Magic.
Ci siamo seduti attorno a un tavolo virtuale e abbiamo interpretato insieme quella che era la mia idea. C’è anche una forma di citazioni da Toiletpaper di Maurizio Cattelan che stimo molto.
L’elemento naturale, con la parte fortemente allusiva dell’immagine, si fonde molto bene con l’intento del testo soprattuto del ritornello.
Tu sei molto eclettico e poliedrico. Nella tua vita non c’è solo la musica infatti c’è anche la scrittura, ti piace il sound design, collabori con brand di moda… tutto questo insieme come ti ritorna nella tua creatività musicale?
Questo approccio per me è fondamentale e spesso non analizzo il modo della mia comunicazione. Per me è molto stimolante mettere in gioco tante forze e vedere qual’è l’esito. Facendo tante cose diverse credo di aver portato, nel mio piccolo, approcci un po’ anomali come ho fatto anche nel mondo del teatro con le musiche di scena.
Mi sento di uscire sempre arricchito da questo scambio tra discipline e trovo sia un banco di prova per le produzioni perché ti confronti anche con un pubblico che non è il tuo.
Mi parli del tuo Podcast “Fatty Furba”?
E’ figlio della noia data dal primo Lock down e di telefonate tra me e Margherita Devalle che è una delle mie migliori amiche da tempo immemore. Da un po’ di telefonate tra noi, abbiamo pensato di registrare queste nostre chiacchieratone e renderle un podcast. Ogni puntata tocchiamo un tema diverso, alcuni non facili, con un piglio che non fosse troppo pesante. Una forma di intrattenimento con anche spunti su cui riflettere.
Cosa ci aspetta nel prossimo futuro?
Direi che dopo il blocco di scrittura durante il Lock down, con “Pioggia d’aprile” ho ripreso a scrivere molto perché ho da raccontare. Sto arrangiando nuovi brani in questi mesi e quindi sicuramente usciranno altri singoli e direi un secondo Album.
Un’ultima domanda che non poteva mancare, dato il tema del tuo brano. Qual’è il tuo rapporto con il mondo femminile?
E’ sempre stato un incontro molto sereno e facile. Ho sempre avuto una larghissima maggioranza di amiche donne e mi sono sempre sentito vicino all’universo femminile.
Io sono eterosessuale, mi piace stare con le donne e condividere con loro… da piccolo andavo a parlare con le maestre e non a giocare a calcio!
Credo di poter dire che ho sempre vissuto in modo sano e non conflittuale il fatto di essere molto femminile sotto certi versi anche a livello di sensibilità.