Lo spettacolo Macbeth
La Fabulos Company, giovane compagnia teatrale, si cimenta nel raccontare l’opera maledetta di William Shakespeare.
Dopo aver portato in scena Cechov, un altro gradino da salire è sicuramente quello del famoso drammaturgo inglese. Infatti la scelta dell’opera non è per niente casuale. Il regista, Giovanni Mario Gibbin, pone come punto centrale della rappresentazione il potere ed il rapporto che tutti i personaggi hanno quando lo perdono e quando lo ottengono.
Giovanni Mario Gibbin, che già aveva diretto “Dessert Agrodolce” vincitore anche della rassegna “infestanti”, passa dalla commedia alla tragedia, ispirato dalle parole del fu Piero Nuti, Maestro sul palco e fuori.
Lo spettacolo in grado di coinvolgere, stupire e far riflettere andrà in scena il 16 maggio al Teatro Juvarra di Torino. In via di definizione le prossime date.
La trama di Macbeth
La storia narra le ambizioni di Macbeth, un nobile scozzese, il quale, incoraggiato dalle profezie di tre streghe, assassina il re per usurpare il trono. Questo atto di regicidio lo conduce in una spirale di violenza e paranoia che lo porterà alla sua rovina.
La tragedia si apre con il rituale della Lady Macbeth, sulla bara del figlio. In preda all’ira invocherà antichi spiriti per riottenere ciò che il destino le ha tolto. La perdita del potere diventerà il motore che la spingerà a desiderarne altro coinvolgendo il marito e manipolandolo fino a non riuscire più a controllarlo. Infatti la
brama di potere prenderà il sopravvento sul re usurpatore fino alla pazzia e al distacco totale.
Ed è proprio qui che la regia entra in gioco, andando a costruire uno spettacolo dal
carattere visceralmente minimalista, ma ricco di effetti speciali supportati da trovate
sceniche e rapidi giochi di luci e suono.
Cast artistico
A coronare lo spettacolo, la scelta minuziosa del cast tra cui spiccano Jacopo Siccardi, già noto attore di prosa e musical, famoso anche per “Caravaggio”; Giacomo Pace, insegnante e attore formatosi allo “Stella Adler Studio”; e Chiara Biancardi attrice di punta nel panorama Torinese.
Regia di Giovanni Mario Gibbin
Con
Jacopo Siccardi
Chiara Biancardi
Simone Sarzano
Giacomo Pace
Guido Bonioli
Michele Fazzari
Pierluigi Vancheri
Matteo Chiarini Nespolesi
Giovanni Avalle
Note di regia
Dice il regista Giovanni Mario Gibbin:
Tutto nasce da un’intuizione che il grande maestro Piero Nuti mi diede una sera, mentre parlavamo del Macbeth. La frase suonava più o meno così: “È la Lady che richiama le streghe”.
Questa idea mi colpì così tanto che mi spinsi a rileggere l’intera opera, concentrandomi sulle parti che riguardano il personaggio femminile. Una frase, in particolare, fa pensare che Lady Macbeth non sia estranea a spiriti e demoni, da cui trae forza e determinazione:
Questo, insieme al fatto che manchino alcune scene rispetto alle altre tragedie – Macbeth è più breve – e all’aura di mistero che circonda Lady Macbeth, ha rafforzato l’idea di voler dare maggiore risalto a questo personaggio.
Ora se si considera il ruolo che le donne avevano all’epoca rispetto al marito e alla famiglia, non è difficile pensare che per Lady Macbeth la perdita di un figlio sia stata una tragedia enorme. Non solo per la casa e le terre, ma anche per il potere che una donna di quel tempo esercitava: quello sulla crescita e l’educazione dei figli.
Si può quindi supporre che la Lady, vedendosi privata del suo unico potere “legittimo” dal “Destino”, cerchi di acquisirne un altro. Questo l’avrebbe spinta a cercare altre vie per raggiungere un maggiore prestigio. Magari ricorrendo a strani rituali, per evocare spiriti antichi, o a cerimonie occulte per
ottenere poteri soprannaturali.
E così arrivano le streghe, messaggere del destino che promettono potere e prestigio, ma si sa che tutto ciò ha un prezzo. La manipolazione del “Destino” porterà inevitabilmente alla perdita di controllo e all’avverarsi della profezia.
Scenografie, costumi e suoni
La scenografia essenziale avrà il compito di portare in situazioni, atmosfere e luoghi
diversi solo attraverso il loro dispiegamento in scena e le luci che le incorniciano
Nello specifico torreggiano in questo spazio di tragedia e di solenne catarsi dell’animo umano tre enormi piattaforme, uniche protagoniste delle scene con qualche oggetto di scena a completare.
I costumi degli uomini rievocano quelli che possono essere delle tuniche scozzesi con la rispettiva “Gonna-Kilt”
I vestiti delle streghe hanno colori grigi, neri, marroni e verdi che danno l’idea di sporco e marciume. Punto di forza sono le maschere di fattezze animalesche come teste di capra, di cervo, lupo, corvo… indossate per coprire il loro volto.
La Lady indossa una lunga tunica bianca che nasconde un vestito verde, ha un trucco verde smeraldo e delle rune sulle mani a simboleggiare la sua vicinanza con l’occulto.
Importante il trucco di scena che evidenzia negli uomini la ferocia di guerrieri scozzesi coperti di segni tribali e nella Lady un’affascinante donna coperta da tatuaggi magici.
Il suono rievoca un’atmosfera macabra e di un lontano passato pervaso di misticismo e superstizione.
Unici strumenti sono campane (fato) e tamburi (guerra), suoni di fattura umana, archetipi dei messaggi profondi.
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