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LA MIA VITA RACCONTATA MALE – Noi siamo il risultato delle nostre scelte
Scuro Chiaro

LA MIA VITA RACCONTATA MALE – Noi siamo il risultato delle nostre scelte

la mia vita< raccontata male al Teatro Strehler

“La mia vita raccontata male” da Francesco PiccoloTeatro Strehler.

Torna Claudio Bisio al Piccolo con questo monologo che è un misto di vita pubblica, vita privata, un po’ reale, un po’ romanzata, una vita che appartiene un po’ ad ognuno di noi.
Di questo spettacolo ne avevamo avuto un breve assaggio nella trasmissione di Rai Tre: Ricomincio da Rai3

la mia vita raccontata male
Momenti di vita raccontati da un Claudio Bisio in gran forma

Ora possiamo apprezzare nella sua interezza questo susseguirsi di frame di una vita che inevitabilmente richiama momenti analoghi della vita dello spettatore.

La trama di “La mia vita raccontata male”

Si tratta di un susseguirsi di frammenti di vita, raccontati con un certo disordine temporale per cui si va un po’ avanti e poi si torna indietro.
Ricordi di bambino di pochi anni, di spettacoli del sabato sera alla TV, del primo innamoramento, la prima fidanzatina e il primo dolore di essere lasciati, le esperienze da adolescente e giovane adulto con le ragazze, l’impegno politico, quello degli anni del ’68 e a seguire, il suo lavoro e il suo impegno lavorativo, la donna importante quella che sarà la compagna, i figli, il rapporto con la figlia e il figlio.

La mia vita raccontata male
Spazi delimitati sulla scena e elementi che salgono e scendono dall’alto a dare movimento di tempo e di luogo al racconto.

Il cast di “La mia vita raccontata male”

Claudio Bisio
Claudio Bisio tra lo scherzoso e il serio racconta una vita come tante.

Claudio Bisio: è un po’ il tratto caratteristico di Bisio questo suo raccontare storie di vite di personaggi che almeno in parte gli assomigliano, gli appartengono come in Monsieur Malaussène di qualche anno fa, o Father and son, che si ispira al libro Gli sdraiati di Serra, entrambi sempre con la regia di Giorgio Gallione.
Questo racconto in particolare lascia nel dubbio che sia totalmente autobiografico, tanto che si sente in dovere al termine di specificare che pur essendoci alcuni dati comuni non si tratta di un’autobiografia.

Bisio è accattivante, disinvolto, con spostamenti da un ambito all’altro del palcoscenico, come se si spostasse in camere diverse della propria vita.

Marco Bianchi e Pietro Guarracino (i musicisti chitarra e chitarra): due musicisti di grande valore ed esperienza, che rimangono un po’ sullo sfondo del racconto e del palcoscenico, ma guai se non ci fossero!

Regia Andrea Chiodi
Scene e costumi: Guido Fiorato
Musiche Paolo Silvestri
Luci Aldo Mantovani
Regia Giorgio Gallione
Produzione Teatro Nazionale di Genova

Trailer di “La mia vita raccontata male”

Teatro Strehler

“La mia vita raccontata male”

dal 28/12/2022 al 8/01/2023

Sito web: https://www.piccoloteatro.org

INFORMAZIONI BIGLIETTERIA
Biglietteria del Teatro Strehler
l.go Greppi 1 (M2 Lanza)
da lunedì a sabato, dalle 12.30 alle 18;
domenica e festivi, chiuso

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La nostra recensione


Un racconto che, a tratti, può sembrare biografia, dell’autore Francesco Piccolo? Si ma anche un po’ di Claudio Bisio.
I tratti di questa ironica biografia, di questo divertito romanzo di formazione hanno in molti momenti una forte somiglianza con quelli di noi pubblico. Almeno del pubblico che ha fatto tempo a vedere le prime Canzonissime, il termine dei programmi televisivi con la sigla e le nuvolette.

Una vita raccontata male ci dona quello sguardo un po’ fuori dalla scena che permette di vedere gli attimi della nostra vita come mattoncini che costruiscono l’individuo che siamo oggi.
Attimi di felicità, scelte a volte apparentemente insensate, spesso tragicomiche.

La mia vita raccontata male
Bisio racconta tutto ciò che concorre a fare di noi quello che siamo.

Ci ricorda che ci vuole una vita intera per diventare noi stessi.
Due frasi nel finale del racconto racchiudono e sintetizzano il pensiero di Francesco Piccolo:

La vita spesso non la si vive come vorremmo noi ma come vuole lei.

 «Perché quello che ho capito è che alla fine ognuno di noi è fatto di un equilibrio finissimo di tutte le cose, belle o brutte; e ho imparato che, come i bastoncini dello Shangai – se tirassi via la cosa che meno mi piace della vita, se ne verrebbe via per sempre anche quella che mi piace di più».

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