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ENELASCH:”Se non ce la fai vuol dire che non ci hai mai provato”. Il loro nuovo singolo “Casinò”. Intervista esclusiva. 
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ENELASCH:”Se non ce la fai vuol dire che non ci hai mai provato”. Il loro nuovo singolo “Casinò”. Intervista esclusiva. 

enelasch

Le parole riflettono su emozioni profonde, cercando di capire se ciò che si perde è reale o solo un inganno.

Enelasch

Gli “Enelasch” tornano con il nuovo singolo “Casinò“.

Di cosa parla il brano

“Casinò” è un brano che esplora temi di perdita, auto-odio e la complessità delle relazioni.

La cover di "Casinò" degli Enelasch
La cover di “Casinò” .

La ripetizione di “Tranquilla bebe” suggerisce un desiderio di tranquillità nonostante le difficoltà. Il riferimento al casinò simboleggia l’incertezza e la fortuna nelle relazioni.
La combinazione di versi in italiano e spagnolo aggiunge un tocco di diversità culturale alla sua espressione emotiva.

Conosciamo meglio gli Enelasch

Gli Enelasch sono Christian Principalli e Devis Liturri, un duo originario della zona Barona di Milano. Inizialmente sono nati come gruppo composto da quattro membri con l’obiettivo di esplorare e mescolare diverse lingue, cantando in inglese, francese, spagnolo e italiano. Il nome Enelasch è l’abbreviazione di “New Language Horizon”, da cui deriva l’acronimo NLH, pronunciato in francese come “Enelasch”.

Il duo porta avanti una collaborazione unica, non solo come colleghi musicali ma anche come zio e nipote. La loro musica, autentica e appassionata, trasforma le esperienze della vita in opere musicali significative, condividendo una storia di crescita e resilienza.

Gli Enelasch
Gli Enelasch

Il progetto, radicato nella realtà spesso trascurata della periferia, si evolve in qualcosa di straordinario, dando voce alle storie autentiche della Barona. La musica diventa il mezzo attraverso cui esprimono la forza e la determinazione di chi proviene da un contesto apparentemente marginale.

Quattro chiacchiere con gli Enelasch

Un tema trattato nel vostro brano è quello dell’auto-odio. Cosa intendete con questo termine?
L’auto- odio consiste, per noi, nell’odiarsi ma nello stesso essere consapevoli di poter trarre qualcosa di utile da questo.
Questo odio si rivolge verso il contesto in cui vivi, verso quello che hai fatto in generale e crediamo si possa sfruttare per avere qualcosa in più dalla vita.

Questo “Casinò” dove ci portate con il vostro brano è un luogo di fortuna dove quindi, ti può andar bene o ti può andar male…
Esatto. L’abbiamo voluta chiamare così riferendoci a quanto l’essere umano può essere disposto a perdere nella vita o nell’amore.

Con questa canzone e con il vostro fare musica si vanno a toccare temi molto forti e la domanda è: “Ce la si fa o non cel a si fa?
Cero che ce la si fa! Se non ce la fai vuol dire che non ci hai mai provato.
Senza far nulla non arriverai mai a nulla e se va male, pazienza, almeno potrai dire di averci provato.

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Voi con questo brano fate un grande tuffo nel passato, ovvero negli anni ’80. Questo è molto contrastante rispetto al vostro genere musicale ma lo trovo davvero bello. Come mai questa scelta?
Abbiamo voluto tornare in dietro perchè proprio nel passato ci sono i nostri riferimenti musicali e questo lo abbiamo voluto fare non solo a livello musicale ma anche visivo.


Il vostro progetto resta radicato alle storie del vostro quartiere, ovvero la Barona. Come mai questa decisione?
Noi crediamo che il posto dove nasci resta e resterà sempre casa tua qualunque cosa accada e dovunque tu vada.

Tra i vostri obiettivi c’è mai stato un Talent o un Sanremo giovani?
Abbiamo tentato Sanremo Giovani proprio con questo brano a purtroppo non è andata bene… ma riproveremo assolutamente!

Prossimi progetti?
Il 15 febbraio esce la nostra canzone che si chiama”Dea”, in stile raggeton.

Il video di “Casinò”.

Il videoclip di “Casinò” cattura l’atmosfera degli anni ’80, immergendo i protagonisti in uno studio nero con luci suggestive. Il microfono discende come un omaggio al passato, creando un’esperienza visiva e sonora che celebra quell’epoca iconica della musica.

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