Ci sono luoghi vissuti che trovano rifugio nella nostra memoria e ci si annidano, costruiscono una fortezza inattaccabile intorno a sé e poi rimangono sopiti e latenti nel nostro cuore, per poi esplodere all’improvviso, quando meno ce lo aspettiamo.
“Il Giorno Arriva” – Mirna Martini
Mirna Martini decide di affrontare nuovamente la tematica del Covid, dopo il suo primo romanzo pubblicato tramite Amazon: “Effetto Covid” e lo fa con un nuovo lavoro dal titolo “Il Giorno Arriva“.
Nonostante il romanzo non rientri nel genere giallo, possiamo notare di com’è presente una notevole dose di suspense. Una lettura che aprirà la mente e il cuore di tutti noi, che ci farà emozionare e soprattutto che ci spingerà alla riflessione.
Di cosa parla “Il Giorno Arriva”
Quarant’anni esatti sono passati dalla prima ondata di Covid-19 che colpì tutto il mondo. Quarant’anni eppure tutto è ancora vivo nella mente di chi ha dovuto subire: lockdown, perdita di lavoro e soprattutto, la perdita di persone a loro care. Una pandemia che mise in ginocchio non soltanto l’economia, ma soprattutto la psiche degli esseri umani. In quei giorni terribili, i pensieri più negativi affollavano la mente.
Un racconto basato su un futuro prossimo e su ciò che è accaduto e potrà accadere dopo la pandemia. È il racconto di Cristina, ormai un’anziana donna che scopre che la verità non le era stata svelata dai suoi familiari e che ha vissuto quel periodo nell’inconsapevolezza, come se fosse chiusa all’interno di una bolla. Un racconto futuristico che permetterà ai lettori di mostrare la vita di Cristina a 360° e di come dovrà affrontare intorno a lei le vicende burrascose.
Un romanzo che apre la mente e il cuore, con l’obbiettivo di ampliare la nostra visione sul mondo e di scuotere le nostre coscienze; un’opera in grado di tener viva l’attenzione in ogni istante e di far commuovere fino in fondo all’anima.
Quattro chiacchiere con l’Autore: Mirna Martini
Questo tuo nuovo romanzo può all’inizio risultare difficilmente inquadrabile come genere. Si pensa al giallo ma non lo è, a tratti romantico ma non troppo ma una cosa è certa ovvero che fa riflettere i suoi lettori. Come ti nasce l’idea di fare questo balzo nel futuro?
Per prima cosa mi riallaccio al mio primo romanzo che è “Effetto Covid” che terminava con delle domande in sospeso.
La protagonista balzando in avanti di 40 anni ha così l’occasione di fare un excursus su tutta la sua vita non solo sugli anni finali del Covid e si toccano argomenti non solo suoi personali ma anche sociali come gli squilibri ambientali, la tempesta geomagnetica ma anche le discriminazioni razziali e l’omofobia.
Le mie ovviamente sono solo ipotesi collegate però a possibilistiche situazioni che racconto senza tracciare alcun scenario catastrofista.
Il mio intento è quello di portare il lettore a riflettere partendo da se stesso.
Cristina, la protagonista, prende però anche consapevolezza che qualcosa non le è stato detto e diciamo che “i non detti” sono qualcosa che noi ci portiamo realmente da questo periodo pandemico.
E’ assolutamente vero. Io credo che il periodo “Covid” dovrebbe farci riflettere ancora una volta sul fatto che la società è gestita da sempre da manovre che sono più grandi di noi, si possono ipotizzare giochi di potere che fanno si che scattino certi meccanismi anziché altri.
Non mi riferisco solo al periodo pandemico ma a tante situazioni che spesso non risultano del tutto chiare.
Il lettore passo a passo compone un puzzle ed è qui che si ha la parte legata al “giallo” in cui non mancano i colpi di scena.
Per portare il lettore nel mondo della riflessione sostieni anche che la protagonista è la chiave di volta della storia ma nello stesso tempo viene messa in un angolo. Perchè?
Mi è piaciuto molto giocare su questo aspetto che è un elemento spiazzante per il lettore. Lei si sente relegata ai margini della società data anche la sua età, guarda la vita come la spettatrice di un film.
Ma anche se inconsapevolmente il suo ruolo nella storia è fondamentale e dominante in quanto la sua energia, la sua volontà e il suo amore di madre e donna la porteranno a “scavalcare” tutti ottenendo il giusto riscatto.
Come definiresti quindi la personalità di Cristina?
Questo personaggio a volte ci fa sorridere perchè ha una personalità molto spiccata, è davvero molto simpatica e ironica.
Nello stesso tempo non si sente capita, si rassegna all’idea di essere compresa solo dall’intelligenza artificiale che è l’unica che resta ad ascoltarla.
In realtà pero scoprirà che tutti la stavano aspettando ed era molto più ascoltata di quanto credesse e che i legami famigliari erano ancora al primo posto.
Tu hai scritto questo romanzo in tempi brevissimi, quasi di getto…
Io ho sempre amato scrivere. Ho preso coraggio negli ultimi tempi
scegliendo di dedicarmi totalmente a questa passione che ho avuto da sempre scrivendo così cinque libri nell’arco di tre anni.
Quando comincio a scrivere nulla mi ferma, neanche la notte.
E’ una passione che mi rapisce, mi domina totalmente.
L’ispirazione la devo sempre cogliere come un fiume in piena.
Stai già quindi scrivendo qualcosa di nuovo?
In realtà no, ogni volta che termino un’opera non mi pongo obiettivi sulla prossima ma poi…