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Carlo Vanzina
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Carlo Vanzina: Addio al regista della comicità all’italiana.

7 luglio 2018. Si spegne, all’età di 67 anni, Carlo Vanzina (fratello di Enrico e figlio del celebre Steno) regista, sceneggiatore e produttore di numerosi film. Era un vero e proprio “malato” di cinema: raccontano che scriva tutto, dai testi per gli attori al “cosa doveva svolgere sul set” il direttore della fotografia. Ha avuto come maestro il fuoriclasse ma burbero Mario Monicelli che gli ha insegnato tantissimo:

“Con il maestro Monicelli i primi tempi erano pianti ininterrotti. Ma ho stretto i denti e non mi sono fatto buttare giù da quel periodo. Tant’è che sono diventato primo aiuto regista.”

E’ mancato nella sua Roma che gli ha dato moltissimi successi: da “Sapore di mare” del 1983 al celeberrimo “Vacanze di Natale” (cinepanettone classico di fine anno). Il successo di questi film (criticatissimi dagli addetti ai lavori) derivava dal pubblico: l’aver creato un brand grazie anche al produttore Aurelio De Laurentis che ne fiutò l’affare e inizio a lavorare con loro. Da qui un’escalation di successi tra cui anche la nascita della coppia Boldi-De Sica che ancora oggi vince ai botteghini natalizi. Ma non basta: infatti Vanzina ha diretto quasi tutti gli attori italiani. Da Diego Abatantuono, Gian Maria Volonté, Sergio Castellitto, Renato Pozzetto, Paolo Villaggio, Gigi Proietti, Enrico Montesano, Vincenzo Salemme, Christian De Sica, Massimo Boldi, Enrico Brignano, Michele Placido, Virna Lisi, Monica Bellucci (solo per citarne alcuni). In questo momento il mondo del cinema si prepara a rendergli omaggio.

“Il successo dei suoi film deriva dall’aver quasi preventivato le mode e le tendenze della società italiana del periodo.”

Piccolo cruccio di tutta la vita: essere classificato come regista di cinepanettoni e non come cineasta a tutto tondo.

“Cinepanettone è un’invenzione giornalistica, non nostra. E’ un’etichetta che mi da un po’ fastidio, perché fa sembrare il film un prodotto da mangiare. E poi non tutti i film che chiamano cinepanettoni sono uguali ai nostri. I nostri erano delle osservazioni di costume, mentre molti dei film di Natale successivi sono stati più farseschi, facili”. (cit. Carlo Vanzina)

Vanzina era l’autore del contemporaneo con uno sguardo a ciò che sarà. Caratteristiche molto difficili per il mercato italiano. Tant’è che lui si definisce sbagliato per questo tipo di spettatori:

“In una cinematografia seria come quella americana, noi Vanzina saremmo venerati come Spielberg. Qui in Italia dobbiamo vergognarci.” (cit. Carlo Vanzina)

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In conclusione Vanzina ha recuperato il cinema “medio” fatto di professionalità e rispettoso dei gusti del pubblico. Tradizionale ma anche piacevole e attentissimo ai gusti e costumi di un’Italia in cambiamento. Probabilmente ha diretto troppi film, spesso anche due all’anno, e nella quantità il rischio della routine o della superficialità era sempre presente, eppure di fronte alle pochezze di certi giovani «autori» il cinema di Carlo Vanzina dimostra una qualità indubbia: non ha mai abdicato alla voglia di credere in quel prodotto medio che l’industria italiana da troppi anni non è più stata capace di coltivare e che lui invece aveva sempre inseguito!

Grazie per le risate che ci hai regalato. Ci mancherai Maestro Vanzina!

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